Un appello forte e accorato quello lanciato da Tiziana Adolescente in difesa dei Maremmani del Faito, da anni parte integrante della vita sulla montagna. «Sto apprendendo con sgomento e grande preoccupazione questa volontà incomprensibile delle Istituzioni di accalappiare i Maremmani del Faito e gli altri cani che vivono da sempre liberi, sfamati, curati, accuditi e monitorati sulla montagna», denuncia la volontaria.
Dal 2018, spiega, si occupa personalmente di questi animali, che appartenevano al pastore vissuto fino ad aprile scorso sul Faito: «Mi chiamo Tiziana Adolescente e dal 2018, come notorio alle Istituzioni, mi occupo dei Maremmani del Faito, i cani (microchippati e sterilizzati) del pastore che viveva lassù fino ad aprile scorso e che purtroppo, per un caso di malasanità, ci ha prematuramente lasciati».
I cani, secondo la volontaria, non dovrebbero essere considerati randagi: «Questi cani non sono cani randagi, ma devono essere considerati come cani liberi accuditi perché sono amati, curati, alimentati e monitorati da tante altre persone oltre me, essendo tutti cani socializzati e dall’indole docile».
L’assenza di pericolosità sarebbe dimostrata dalla convivenza pacifica con cittadini e turisti: «Evidenza, questa, facilmente verificabile non solo dai tanti video e foto sparsi in rete con selfie di persone che li abbracciano, ci giocano e che gli danno da mangiare, ma anche in considerazione del fatto che da 18 anni, proprio nell’area dove vivono i Maremmani del Faito, si svolge una nota manifestazione, il Faito Doc Festival che mantiene in loco un via vai continuo di centinaia di persone».
Adolescente fa poi riferimento alla normativa regionale: «Mi risulta sia ancora in vigore, in Campania, la Legge Regionale 11 aprile 2019 n. 3 che, all’articolo 13, riconosce al cane il diritto di essere animale libero, se si accerta la non sussistenza di condizioni di pericolosità per uomini, animali e cose».
La volontaria sostiene poi che ci sarebbe stato un mancato ascolto da parte delle istituzioni locali: «Ci sono PEC agli atti che io stessa ho inviato alle ultime due amministrazioni di Vico Equense per chiedere il riconoscimento come cani liberi accuditi di diversi cani che vivono e sono vissuti a Monte Faito […] Inutile sottolineare che alle mie PEC inviate nel corso degli anni non vi sia stata mai alcuna risposta».
Infine, la volontaria pone l’accento su alcune criticità: «Mi domando se gli sforzi delle Istituzioni a Monte Faito, oggi concentrati su inermi animali, non debbano piuttosto guardare agli storici problemi quali: l’abbandono dei rifiuti e di materiali edili, la presenza di amianto, la distruzione e il furto del patrimonio arboreo, le corse clandestine in motocross, il rischio incendi, il bracconaggio, i richiami abusivi, l’inquinamento ambientale e l’abusivismo edilizio».
Le interviste a Fabio Mangone - Direttore Museo Correale; Luca Di Franco - Sovrintendente Antichità, Belle Arti e Paesaggio; Gaetano Mauro - Presidente Museo Correale.