Foto SS Juve Stabia
Nella splendida cornice di Marina di Stabia, mister Ignazio Abate si è presentato ufficialmente alla piazza e alla stampa.
Il presidente Andrea Langella e il direttore generale Matteo Lovisa hanno introdotto il nuovo tecnico della Juve Stabia, illustrando i progetti e le ambizioni per la prossima stagione del campionato di Serie BKT.
La conferenza si è aperta con un primo bilancio positivo: al termine della prima fase della campagna abbonamenti, sono già 816 gli abbonamenti sottoscritti, a cui si aggiungono 218 richieste di rateizzazione, che saranno processate nei prossimi giorni.
«È doveroso il ringraziamento al presidente per le sue parole – ha esordito il nuovo allenatore delle Vespe –. Ringrazio l’amministratore e il direttore: sono veramente felice di essere a Castellammare. C’è stata subito grande sintonia con il direttore. Arrivo con entusiasmo, voglia di lavorare e, soprattutto, con grande umiltà.»
Abate ha sottolineato quanto sia importante per lui affrontare un campionato impegnativo come la Serie B:«Si riparte da zero, con un campionato nuovissimo, anche per me, che sono giovane e ho bisogno di crescere. È tra i tornei più incerti d’Europa. Il nostro primo obiettivo sarà consolidare la categoria, ma questo non vuol dire mettere le mani avanti. Dentro di noi ci dev’essere fame, rabbia, veleno. Questo pensiero accomuna tutti noi.»
Sui giovani: «Mi aspetto tanto da tutti, non solo dai giovani. Ma con loro servirà pazienza: hanno qualità e, da un punto di vista umano, non sbaglieremo. Credo molto nel gruppo, che nei momenti di difficoltà può fare la differenza, oltre l’aspetto tattico.» Sui principi di gioco: «Non credo tanto nei moduli, quanto nei principi. Una squadra deve saper difendere a tre, a quattro o a cinque, adattandosi all’avversario e al contesto. Partiremo con la difesa a quattro, ma valuteremo partita per partita.»
L’ex tecnico della Primavera del Milan ha poi parlato della stagione appena conclusa: «È stato un anno formativo, concluso con la sensazione che si potesse fare ancora di più. Ma la vita offre sempre nuove opportunità. Con il direttore Lovisa si è creata subito empatia: per costruire una stagione positiva serve unità d’intenti. Vogliamo creare quella magia che permetta alla gente di sognare.»
Abate ha poi approfondito anche il discorso mercato: «Ho chiesto giocatori in grado di offrire varianti nel gioco. Non è più una questione di moduli: servono calciatori capaci di coprire più ruoli. Devono essere motivati a venire a Castellammare e pronti a dare il 100%.»
Sulla difficoltà del secondo anno: «Il secondo anno è sempre più complicato. Si rischia di pensare di aver già dimostrato abbastanza. Ho seguito la conferenza stampa di Allegri: ha citato lo Spezia come esempio. La differenza la fa la testa e il lavoro quotidiano. I giocatori che restano devono essere convinti, umili e con forte senso di appartenenza.»
Sulle sfide future: «Ogni partita sarà una battaglia. Il modulo sarà sempre dettato dalle caratteristiche dei giocatori. Io e il direttore ci confrontiamo ogni giorno. Il nostro calcio deve essere propositivo: chiederò coraggio nel cercare il gol, ma anche sacrificio e umiltà nel difendere.»
E infine, un passaggio personale: «So bene da dove vengo e cosa si aspetta da me la società. Ma non mi spaventa: arrivo da due anni meravigliosi. Nel calcio si dimentica in fretta. Bisogna lavorare con umiltà e dimostrare ogni giorno. La Serie B è difficilissima: il 30% delle squadre cambia da un anno all’altro. Tante big hanno fallito, mentre altre realtà hanno stupito. Noi daremo filo da torcere.»
Sul passato da calciatore: «Il mio legame con Napoli resta forte, non dimentico la sfida contro il Cittadella. Peccato per la finale persa ad Avellino.» Chiusura sulla Coppa Italia: «Il Lecce sarà un avversario tosto, ma ora testa al ritiro. Valuteremo i nuovi innesti e poi penseremo agli impegni ufficiali.»
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»