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Castellammare - Cercasi personale, i GD: «12 ore al giorno a 3 euro all'ora non è lavoro»

I giovani democratici stabiesi rispondo agli imprenditori che lamentano l'assenza di lavoratori.

tempo di lettura: 3 min
08/06/2021 20:31:22

«In questi giorni abbiamo guardato con attenzione al dibattito cittadino sul reddito di cittadinanza e sulle difficoltà a trovare personale a cui stanno andando incontro determinate attività. Per quanto ci riguarda non vogliamo focalizzarci sulla funzionalità e sui difetti del reddito di cittadinanza, ma sull'abbinare a questo le difficoltà nel trovare personale, l'immagine dello scansafatiche ignorando anche il contesto di opacità che riguarda i diritti dei lavoratori». Così, in una nota, i Giovani Democratici di Castellammare di Stabia.

«Noi giovani non vogliamo lavorare - prosegue la nota - Vogliamo stare sulle spalle dei nostri genitori, anzi ci divertiamo ad essere un peso per loro, senza combinare proprio nulla nella nostra vita. Perché a quanto pare per combinare qualcosa, non c’è altra chance che ridursi a lavorare 12 ore al giorno per 3 euro all’ora (quando ti va bene), 600 euro non bastano nemmeno per l’affitto e ci ritroveremmo comunque a vivere fino ai 35 anni a casa coi nostri cari, che non è proprio la massima aspirazione per la nostra generazione. Accettare un lavoro sottopagato ci permetterebbe quindi di smettere di gravare sulle spalle dei nostri genitori? Noi non crediamo. E quindi si, non abbiamo voglia di lavorare a queste condizioni. Non abbiamo voglia di essere sottovalutati, di lavorare quando questo significa essere malpagati rispetto alle ore di impegno e sudore. Non abbiamo voglia di lavorare quando questo significa essere a nero, assunti senza contratti, senza garanzie di quei diritti stabiliti dalla legge, quei diritti duramente acquisiti con le lotte di chi è venuto prima di noi. Non abbiamo voglia di lavorare quando questo significa essere assunti con contratti il cui contenuto nasce e muore sulla carta, senza mai incrociarsi con i veri termini del rapporto di lavoro. Non abbiamo voglia di lavorare quando questo significa piegarsi alla retorica del si è sempre fatto così, del ‘bisogna fare esperienza o gavetta’, che automaticamente vuol dire accettare quello che nei fatti è sfruttamento. Non abbiamo voglia di lavorare quando questo significa lavora a tuo rischio e pericolo. La nostra non vuole essere una generalizzazione, sappiamo che tutto questo non riguarda tutte le attività o tutti gli imprenditori. Ma sappiamo anche che, così come noi abbiamo basato queste parole sulle nostre esperienze personali, così anche molti lettori, che abbiano 20, 30, 40 anni, avranno pensato a quell’episodio vissuto sulla propria pelle, su quella di un proprio amico, di un proprio parente. Sappiamo che grande parte di queste attività sono già state gravemente penalizzate dalla pandemia e dalle misure di contrasto alla crisi sanitaria, tuttavia non riusciamo a sopportare la retorica del giovane che preferisce stare sul divano con il reddito piuttosto che lavorare. Una retorica che da diverso tempo è tornata alla ribalta delle cronache nazionali e non. Perché parlare solo del reddito, ignorando tutto ciò che circonda il mondo del lavoro, vuol dire avere una visione parziale. Perché se un sussidio di 600 euro fa concorrenza ad un’offerta di lavoro, forse il problema non è nel sussidio» concludono.

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