Quasi 900 km separano Napoli da una delle principali città del Friuli, che con i suoi circa 100.000 abitanti si presenta a misura d’uomo, senza per questo abbandonare quelle velleità da città europea di grande fascino. Da Piazza Libertà con l’apprezzatissima Loggia del Lionello, fino a Piazza Matteotti, che rappresenta il cuore pulsante di una città che brulica all’interno del proprio salotto buono. Porta verso le Dolomiti Friulane, Udine vede la presenza di tantissime anime di sangue partenopeo, riunite in un Club Napoli già dal lontano 1986, rifondato nel 2012 e poi cresciuto esponenzialmente a partire dal 2016 attraverso il fervore e l’entusiasmo del presidente Pietrangelo Chierchia. Il Napoli Club Udine Partenopea può annoverare circa 170 soci, ed è molto attivo sia per quanto riguarda le iniziative legate alla gloriosa maglia azzurra, sia per la promozione della cultura napoletana sotto molteplici aspetti. Entriamo metaforicamente all’interno del Club, attraverso le parola di Carmine Palmieri, Responsabile Social ed Area Web del Napoli Club Udine Partenopea.
Come nasce il Napoli Club Udine Partenopea?
“Il nostro Club ha una storia davvero importante. Nasce nell’epoca di Diego Armando Maradona, più precisamente nel 1986, quando un gruppo di ristoratori riuscirono a raccogliere i tantissimi tifosi azzurri presenti a Udine e dintorni, sulle ali di una passione che giorno dopo giorno diventava sempre più grande. Negli anni Novanta, anche a causa di un periodo piuttosto grigio nella storia del Napoli, il Club si dissolse. Nel 2016 il presidente Pietrangelo Chierchia è riuscito a riunire nuovamente i tanti appassionati e tifosi della nostra squadra del cuore, lavorando duramente insieme a tanti amici che fanno parte dell’organigramma del Club. Possiamo contare su una bella sede diventata punto di riferimento per i circa 170 soci di una realtà che portiamo avanti con tanto amore ed irrefrenabile passione.
Nel 2022, a seguito della riforma del terzo settore, abbiamo iscritto la nostra associazione al R.U.N.T.S., trasformandoci in APS. In questo modo possiamo presentarci in maniera diversa sul territorio, ed integrarci maggiormente nel tessuto sociale friulano. La nostra attività non è legata soltanto al calcio, ma è orientata molto più a largo raggio. Siamo attaccanti alle nostre origini, e puntiamo a portare avanti quei valori culturali che ci rendono orgogliosi della nostra terra, portandoli avanti di padre in figlio. Sono perciò orgoglioso del fatto che mio figlio, pur non essendo nato in Campania, è un grande tifoso esattamente come me. Siamo abbonati, e cerchiamo di seguire sempre il Napoli: in primis al Maradona, e poi cerchiamo di organizzarci per non far mancare il nostro supporto nel maggior numero di trasferte possibile”.
Il Club Napoli Udine Partenopea aderisce a UANM (Unione Azzurra Nel Mondo). Quanto è importante per voi aderire a questa grande famiglia?
“L’affiliazione a UANM è per noi motivo di orgoglio, perché si tratta di un gruppo che nasce con l’idea di prendere le distanze da un passato in cui si era creata un po’ di acredine tra i Club e la SSCN. Da quando la presidenza del sodalizio partenopeo è passata nelle mani di Aurelio De Laurentiis, le cose son cambiate radicalmente in positivo, e si avverte la necessità di essere costruttivi e propositivi per ciò che concerne il nostro percorso associativo. L’unione fa la forza, per cui esser parte di UANM ci dà ulteriore forza, spronandoci a perseguire con tenacia i nostri obiettivi, con l’amore incondizionato per il Napoli che va di pari passo con la voglia di promuovere la napoletanità in ogni ambito artistico. Siamo inoltre molto impegnati nel sociale, come dimostrano le numerose raccolte fondi ed iniziative benefiche rivolte verso le fasce più deboli. Ad esempio, ci siamo impegnati per fornire ai ragazzi dei quartieri più svantaggiati di Napoli, kit completi da calcio affinché possano avere la possibilità di giocare nei campetti di periferia per non disperdere la propria passione. Noi, così come la UANM, crediamo nei valori dello sport come la non violenza sia verbale che fisica, così come la lotta per contrastare qualsiasi forma di discriminazione”.
Quali sono i posti più belli da consigliare ai napoletani che decidono di visitare Udine?
“La città di Udine non è grandissima, ma racchiude in sé diversi elementi interessanti. A partire da un centro storico non molto esteso, ma ricco di palazzi storici risalenti ad epoche diverse. Il periodo migliore per visitarla è sicuramente tra primavera ed estate, quando le temperature sono più miti, e diventa più facile godersi le bellezze della città, e delle vette montuose nei più immeditati dintorni. Il rapporto con la città è splendido, e racconta un’integrazione sempre più profonda. Senza contare l’apertura di diverse pizzerie napoletane, sempre affollatissime, capaci di dare sempre quel sapore di casa che non guasta mai”.
Qual è il tuo giudizio sulla sessione invernale di mercato?
“Beh, io sono perfettamente in linea con quanto esternato dal ds Manna in conferenza stampa. Garnacho sarebbe stato senza ombra di dubbio un rinforzo importante, ma all’improvviso il calciatore ha richiesto un ingaggio che avrebbe sforato i parametri economico-finanziari che una società virtuosa come la Ssc Napoli si è sempre data come riferimento. L’equilibrio di bilancio è la base del futuro del club, per cui fare degli azzardi soltanto perché in questo momento il Napoli è primo in classifica, sarebbe assolutamente sbagliato. Al di là di qualsiasi forma di scaramanzia, l’obiettivo principale di questa stagione è quello di qualificarsi per la prossima edizione di Champions League, così come più volte ribadito da Antonio Conte durante le conferenze stampa. Adeyemi non è mai stato convinto di abbracciare il progetto del Napoli, per cui non ci fasciamo la testa. Alla fine è arrivato Okafor dal Milan, e credo sia un buon calciatore sul quale non è il caso di esprimere giudizi affrettati. Finora non ha goduto di un minutaggio adeguato per mettersi in mostra, ma parliamo di un calciatore con caratteristiche importanti, al quale il mister saprà cucire addosso il vestito giusto, così come fatto ad esempio su Di Lorenzo e Anguissa che sono cresciuti esponenzialmente sotto la sua gestione. Okafor è il classico calciatore capace di spaccare la partita anche entrando a gara in corso, chiudendo partite complicate, mentre soltanto a fine stagione si tireranno le somme per poi costruire il roster adeguato per giocare ogni 3 giorni considerando anche gli impegni europei. Non sottovaluterei neanche l’importanza del danese Philip Billing: un armadio di quasi 200 cm con più di 100 presenze in Premier League, che tornerà utile quando Anguissa o McTominay dovranno tirare un po’ il fiato”.
«Siamo orgogliosi di questi 43 punti, la salvezza è davvero vicina. Chiedo ai tifosi di accompagnarci a braccetto in queste ultime 8 partite». Candellone. «Felice per la doppietta, ora ci godremo la sosta»