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Castellammare - San Leonardo, il direttore Muto: «Situazione sotto controllo. Ricordiamoci che stiamo combattendo una pandemia»

Il direttore del nosocomio stabiese replica alla Fiadel: «In questo momento potrebbe risparmiarsi, dare una mano e collaborare. Il personale mi sta dando la massima disponibilità».

tempo di lettura: 7 min
di Rita La Monica
17/01/2022 13:58:31

L'esponenziale crescita di contagi da Covid-19 ha messo in seria difficoltà la sanità pubblica in tutto il paese e l'Ospedale San Leornardo di Castellammare di Stabia non sembra esserne indenne in questo momento. Tanto ha spinto il sindacato Fials a chiedere la sostituzione del Direttore Sanitario dell'Ospedale San Leonardo, Mauro Muto, che ai microfoni di StabiaChannel chiarisce quella è che la situazione al nosocomio stabiese. 

«Sono stato per un periodo di tempo impegnato alla Regione Campania per l'unità di crisi regionale e qui a Castellammare nel frattempo mi ha sostituito la mia collaboratrice, la Dottoressa Santarpia. Finita la fase acuta dello stato pandemico ho ritenuto opportuno rientrare al mio posto di Direttore che ricopro da tre anni. Per il resto, posso affermare che la situazione è sotto controllo. È nella normalità delle cose, la gestione è ordinaria. Abbiamo pazienti Covid ricoverati e per questo abbiamo attivato un sistema di accoglienza per queste persone affette dal coronavirus. Il momento di crisi ogni tanto c'è e avviene nel Pronto Soccorso, ma siamo riusciti a creare un coordinamento interno con il Direttore della medicina generale, il Dottore Coppola, poi con il responsabile dell'unità di crisi presidiale, la Dottoressa Sure, ed io insieme a loro stiamo procedendo senza nessun problema. Grosse criticità non ne abbiamo. Abbiamo attivato un piano all'interno dell'Ospedale per l'accoglienza dei pazienti Covid-19, prestiamo soccorso a chi ne ha bisogno, non c'è nulla di strano se non quella che è la normale emergenza legata a quelli che a volte sono i flussi che arrivano in Ospedale, ma è un problema regionale questo, se non nazionale. Per quanto riguarda il San Leonardo è completamente gestito da me e tutto il personale non ha grossi problemi, solo quelli che si manifestano di volta in volta e che riusciamo a risolvere. Abbiamo avuto un po' di carenza di personale a causa dei contagi legati a Omicron che ha un'alta trasmissibilità ma continuiamo a far fronte alle necessità. Il personale mi sta dando la massima disponibilità in questa fase di acuzie del gruppo pandemico. Noi ci aspettiamo che in qualche settimana, come avviene anche a livello nazionale spesso ribadito, dovremmo rientrare nella normalità delle cose. C'è stata una disposizione ultima dell'Unità di crisi regionale e hanno bloccato i ricoveri per non far soffrire ulteriormente tutti gli ospedali, non il San Leonardo di Castellammare, ma tutti. Ma tutto questo è da collegare a quella che è una normale gestione di un momento particolare di uno stato pandemico. Poi per il resto... Io arrivo alle 8.00 di mattina vado via alle 8.00 di sera, più di lavorare dodici ore al giorno con una reperibilità h24 non penso che posso fare. Ma questo lo fanno tutti i miei colleghi degli ospedali in Campania, in Italia e nel mondo.

Direttore ma nelle ultime ore dalla Fials le sono state rivolte accuse importanti.  Secondo loro lei non avrebbe preso nessuna decisione per gestire la situazione di emergenza dal momento in cui è rientrato in carica.

«Ma non lo conosco nemmeno questo signore che ha fatto tali asserzioni. Evidentemente, qualcuno per avere un posto al sole si crea questi spazi. In questo momento potrebbe risparmiarsi, dare una mano e collaborare. Io ho avuto il pieno appoggio di tutte le sigle sindacali all'interno del San Leonardo, come anche a Gragnano. Non penso quindi ci siano dei problemi».

Ultimamente in molti danno i numeri sui pazienti Covid-19 ricoverati al San Leonardo, la verità qual è? Quanti posti ci sono e quanti pazienti sono ricoverati ad oggi?

«Allora, noi abbiamo aggiunto a quelli che già avevamo 8 posti letto che attualmente sono stati sistemati al terzo piano nell'area Covid-19. Ora, in totale di pazienti Covid-19 ne abbiamo 17. Questo fino a ieri sera. Poi c'è da aggiornare qualcuno che arriverà questa mattina. In sintesi, stiamo riuscendo a sbarellare i pazienti che arrivano per altre cause. Forniamo assistenza a tutti quanti, anche se abbiamo qualche momento di crisi legato al fatto che magari contemporaneamente arrivano più casi. Perchè ricordiamolo, la rete territoriale dovrebbe darci una mano in più. A volte c'è anche il disagio perchè dovrebbe esistere una rete di assistenza domiciliare che in sostanza non esiste. Allora la gente giustamente presa dal panico chiama il 118 e viene in ospedale, ma molte volte non hanno bisogno del ricovero. Avrebbero solo bisogno di una buona assistenza domiciliare. Ad esempio, noi abbiamo l'Ospedale di Vico Equense che non ha più il Pronto Soccorso a causa della carenza di personale, abbiamo Boscotrecase che era un altro grande bacino che è stato fagocitato dal Covid-19 e ora è un Covid- Hospital. Quindi, l'unico grande ospedale per oltre un milione e duecentomila abitanti, che serve anche la costiera, è il nostro. Basti considerare che l'unico Pronto Soccorso operativo da questo lato qua è quello di Sorrento, ma a Castellammare arrivano gente proveniente da Sant'Anastasia, da Casalnuovo, da Pomigliano d'Arco... Arrivano direttamente su Castellammare e dunque l'affluenza è tanta e gestire tutto non è facile. Noi siamo l'unico Pronto Soccorso attivo e operativo per pazienti Covid e non- Covid. Teniamo aperti e organizzati i reparti di ginecologia, pediatria, ecc... Poi ci teniamo in costante contatto con l'Ospedale di Nola e con tutti gli ospedali Covid dell'ASL NA3 SUD per cercare di dare un buon contributo per quel che possiamo».

Riguardo al fatto che gli stessi operatori dell'Ospedale infetterebbero i pazienti all'interno dei percorsi non- Covid?

«Purtroppo bisogna considerare che ci sono anche le famiglie che talvolta portano il virus. Poi bisognerebbe entrare più nel merito dal punto di vista epidemiologico e analizzare tutto il percorso che ha fatto il paziente. Ci sono all'interno degli ospedali pazienti che sono portatori sani del virus. Poi ci sono i pazienti che sono vaccinati con terza dose che non fanno la quarantena. Ma non è nemmeno questo, l'infettarsi in ospedale è tutta una storia su cui non mi posso addentrare, non mi compete del tutto. Io faccio quel che posso fare. È importante offrire tutti i percorsi e li offriamo. Diamo i dispositivi di protezione agli operatori sanitari, i percorsi nonostante la vetustà degli ambienti - perchè ricordiamolo la struttura dell'ospedale ha la sua età - riusciamo a dare dei percorsi sicuri. Per il resto, le cose verranno fuori col tempo. Il tempo è galantuomo e ci dirà chi ha fatto, cosa ha fatto e come lo ha fatto. Io penso che poi queste sono quelle quisquilie che rientrano nella dialettica tra rapporti di una parte dei sindacati e chi in questo momento riveste un luogo così delicato come il mio. Cioè un ruolo di gestire un grosso ospedale, con una grossa storia alle spalle e con un grosso bacino di utenze».

E tra i pazienti ricoverati ci sono più no vax?

«Diciamo che da un'indagine fatta da noi, i numeri di pazienti si dovrebbero pareggiare. Ma questo lo dico precisando anche che l'analisi si dovrebbe approfondire e calcolare i numeri precisi. Però non ci siamo focalizzati sulla questione perchè questi sono gossip. diciamo così che sono secondari. A me in primis interessa dare assistenza, poi vedere se il paziente è vaccinato o meno è una cosa di cui si occupano i medici che hanno in cura il paziente. Eventualmente tra qualche giorno questa analisi si può fare. Ci si aggiorna e forniremo se richiesti i numeri delle persone ricoverate vaccinate e non. Poi si ci sono persone ancora restie alla vaccinazione e sono in maggioranza, persone anziane che purtroppo sono tanto esposte a questa super infezione, io la chiamo così perchè si va ad aggiungere alle patologie del paziente, si può essere cardiopatici, diabetici, ecc... E senza vaccinazione è complicato, si capisce».

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