7 anni di reclusione per Giovanni Cesarano, 4 anni e 8 mesi per Fiorentino Di Maio. Sono questi i verdetti della Corte d'Appello di Napoli dopo il processo contro gli esponenti del clan Cesarano di Ponte Persica che negli anni scorsi sono stati protagonisti di un'estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un titolare della sala bingo di Scafati. Sono arrivati degli sconti nel secondo grado di giudizio per i due così come per Luigi Di Martino, o' profeta, che secondo l'Antimafia è stato il mandante di tale operazione. Le ricostruzioni dell'accusa sono state confermate durante la fase processuale tanto che sia Cesarano che Di Maio si sono dichiarati colpevoli per quei reati. Quando il boss Di Martino fu scarcerato nel 2014, decise di innalzare pesantemente i tassi del pizzo a tutti gli imprenditori. Fra questi c'era anche il titolare di una sala bingo di Scafati il quale venne prelevato con forza da parte di Giovanni Cesarano e Fiorentino Di Maio, minacciato ripetutamente per far rispettare i nuovi ordini che arrivavano dal clan Cesarano di Ponte Persica. Infatti o' profeta voleva che tutte le rate dovessero essere saldate entro il 5 di ogni mese oltre che dai 3500 euro iniziali bisognava arrivare a 5mila euro. Un sistema di estorsione che poi è stato scoperchiato dall'Antimafia che con un blitz portò in carcere vari esponenti della cosca di Ponte Persica fra cui il boss Di Martino che per tale processo è stato già condannato a 7 anni di reclusione.
Tante le attività che si sono svolte il primo giorno: l’incontro con i protagonisti della serie “Mare Fuori”, l’appuntamento con l’artista Jago che si è raccontato in un talk e l’esposizione della sua opera “La David”, la presenza della storica a FIAT 1500 della Rai, e tante conferenze e panel di approfondimento.