Lettera alla redazione
tempo di lettura: 3 minTutti conosciamo i bollettini pubblicati dalla Guardia Costiera, come risultati della lotta contro la pesca di frodo che, evidentemente, continua a rendere, altrimenti nessuno ci rimetterebbe imbarcazioni ed attrezzature, se fosse incocciato in flagranti tante volte, da rendere questa raccolta economicamente uninteressante.
Quelli che da noi sono i cannolicchi di scoglio, sono delle lumache, cioe´ monovalve, che vivono poco sotto la superficie del mare sulle coste tempestose dell'Atlantico, nella Galizia. (li´ si chiamano Perceives). I pescatori fanno continue lotte tra di loro e con la Polizia,, perche´ si tratta di una specie in estinzione, protetta, per andare a scrostare dagli scogli queste lumache, rischiando, ogni volta, la loro incolumita´. Lo fanno, perche´ i gourmets pagano queste lumache a 120.-€ il chilo ed oltre. E questa numerosissima specie di lumache vive e vegeta, finche´ puo´, in tutti i mari temperati del mondo.
Ma questo non e´ niente, rispetto ad un altra lumaca, sudafricana, appartenente alla famiglia delle Haliotidae, l'orecchio di mare, Abalone in inglese. Una volta c'erano anche da noi: mi ricordo che, da ragazzo, quando facevo la pesca subacquea, ne trovavo , ogni tanto, qualche guscio vuoto sul fondo, con gli sfiatatoi, le tipiche aperture rotonde sul guscio e la superficie interna in madreperla, i resti di una vittima di qualche polpo.
Questa lumaca, anche assolutamente protetta, con una quota di pesca permessa assolutamente insufficiente, rispetto alla domanda, "rende", sul mercato nero di vendita sudafricano, fino a 420 US dollari il chilo, per poi essere venduta, ad Hong Kong ed in Cina, ad un prezzo triplo. Sebbene i pescatori di questo "oro bianco" rischino continuamente la galera, la loro vita, in acque tempestose, fredde ed infestate da pescicani, non hanno un altra alternativa di sostenimento. E le mafie cinesi, le triadi, ne hanno create tutte le altre premesse, per costringerli a farlo.
Che anche questa specie possa essere allevata e commercializzata tramite sistemi di allevamento, lo dimostra, e non da oggi, e non solo li´, una impresa di Monterey (California).
Da vivai locali specializzati, compra le larve, le nutre con alghe rosse, (Kelp), alghe che crescono nella zona con la incredibile rapidita´ di 35 a 46 centimetri il giorno, per venderle poi, quando queste lumache hanno raggiunta una grandezza tra i 76 ed i 152 centimetri. Il ricavo, in California, per questo tipo di lumaca, e´ relativamente modesto: 60 US dollari il chilo. Cionostante, si tratta di una attivita´ molto lucrativa, rispetto, per esempio, all'allevamento delle ostriche, gia´ per se non proprio deficitario.
Forse qualcuno si ricordera´ della proposta di costruire ripopolatori ittici naviganti, sia costieri, sia intercontinentali, partendo da una idea spagnola, a scafo unico, mai realizzata. Questa nuova soluzione era basata su scafi trimarani, a propulsione solare, eolica/fotovoltaica, anche attrezzata per la raccolta ed il trattamento/trasformazione dei rifiuti galleggianti incontrati sulla rotta Mediterraneo/Asia Orientale, via Kap Horn. Gestiti come istituti universitari di biologia marina, equipaggiati con dottorandi di diverse discipline, impiegati secondo il motto studia e produci, sarebbero centri universitari che non solo si manterrebbero da soli, ma che produrrebbero addirittura un ottico ricavo. Ricavo ancor piu´ rilevante se, oltre all'allevamento del tonno rosso, strada facendo, ci si aggiungesse anche quello della crescita degli abalone sudafricani, considerandone il possibile ricavo. Lumache da poter addirittura vendere fresche, non essiccate o congelate, come oggi.
E non dimentichiamoci, che questi scafi, almeno una dozzina, una iniziativa comunitaria europea, debbono essere costruiti in cantieri della CE. (E non pigliatevela con me, se nessuno ne tiene conto...).
Antonio Mascolo
Il presidente in occasione della festa gialloblù: «La Brera Holdings? Abbiamo solo rimandato. Adorante? Non lo manderei mai via, è fondamentale in questo campionato.»
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