La Reggia di Quisisana
L'idea lanciata dal primo cittadino stabiese di trasformare la Reggia di Quisisana in albergo di lusso ha scatenato in città polemiche e critiche, soprattutto da parte di chi, da anni, è in attesa che in quel luogo prendano il via attività a sfondo culturale come la scuola di restauro ed un museo. Anche il sondaggio lanciato ieri dal nostro portale conferma queste ultime destinazione d'uso quali preferiti dai cittadini stabiesi. E dopo gli attacchi lanciati al sindaco Bobbio dall'associazione Idea Città del presidente Valitutti, ex assessore alla cultura della giunta Vozza, e quelle del "Comitato per gli scavi di Stabia fondato nel 1950", è stato questa volta il centrosinistra stabiese a scendere in campo sulla questione sottolineando che "l'estemporanea e balzana proposta di trasformare la Reggia di Quisisana in albergo lanciata da Bobbio dimostra per l'ennesima volta la sua ignoranza sui problemi della città di Castellammare di Stabia".
In un documento firmato da PD, SEL ed IDV, si traccia la storia della Reggia di Quisisana, che "ha vissuto un lento declino a partire dal 1960, quando era ancora albergo affidato a privati, chiuso e rimasto inutilizzato, fino ai danni subiti col terremoto del 1980". Si accusa Bobbio di non sapere "che dal 1993, con l'impegno dei sindaci di centrosinistra Polito, Salvato e Vozza, l'edificio è stato restaurato a seguito di progetto finanziato con fondi pubblici CIPE per destinarlo specificamente a sede della terza scuola nazionale di restauro in Italia e a museo. E non sa - si legge ancora nel documento - che l'idea della scuola nazionale di restauro e del museo è stata condivisa dal Comune di Castellammare con tutti i governi nazionali e regionali, sia di centrodestra sia di centrosinistra, è stata ed è sostenuta da tutti i funzionari e
soprintendenti che si sono succeduti nel corso degli anni, dai ministri per i beni culturali e dai vertici dello stesso MiBAC, dall'Istituto superiore per la conservazione e il restauro (ISCR di Roma), ed è stata apprezzata dall'ex segretario generale del MiBAC Giuseppe Proietti e da due archeologi di fama internazionale quali Stefano De Caro e Pietro Giovanni Guzzo, come documentano protocolli d'intesa, delibere CIPE, delibere della Regione Campania, della Provincia di Napoli e atti amministrativi e politici prodotti nell'ultimo decennio". Un processo di ristrutturazione che, per la verità, ha impiegato fin troppi anni e lunghissimo è stato il periodo che la città ha dovuto attendere per rivedere e rivivere questo suo splendido pezzo di storia. Ecco perché, ora, dopo il restauro della Reggia, la paura è che questo enorme bene culturale cittadino possa rimanere inutilizzato ma, soprattutto, abbandonato a sé stesso, prigioniero di scelte politiche.
"Il restauro e la destinazione culturale della Reggia di Quisisana - afferma il centrosinistra - sono un patrimonio comune della città e non un'"idea predicata e praticata da una certa sinistra" come sprezzantemente affermato da Bobbio, che con la usa idea balzana, inattuabile e già bocciata dal recente passato ha anche clamorosamente smentito l'operato del suo assessore Antonio Coppola il quale un anno fa aveva condiviso e sostenuto, in quanto delegato dell'assessore provinciale Antonio Pentangelo, la scelta della scuola di restauro. Bobbio - anziché fornire l'assist a qualche manovra che potrebbe rivelarsi speculativa - si preoccupi di far aprire la scuola di restauro che tanto potrebbe contribuire, ad esempio, a salvare dal degrado e dai crolli non solo gli scavi di Pompei, ma anche le ville della nostra Stabiae. La produttività di un bene, quale la Reggia, non si misura in termini da contabilità imprenditoriale; la Reggia deve diventare un punto di riferimento culturale, di svago, di formazione, di socializzazione ed anche economico in città. E questi sono benefici di altissimo valore per la nostra comunità. Per queste ragioni chiediamo a Bobbio di venire in consiglio comunale a rendere conto di queste sue idee, ricordando che da mesi giace all'ordine del giorno una mozione del centrosinistra stabiese sulla gestione e l'utilizzo del Palazzo di Quisisana".
Infine, si chiede all'assessore Coppola "di smentire il suo sindaco oppure di dimettersi dall'incarico per evidenti contrasti d'indirizzo politico".
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Tante le attività che si sono svolte il primo giorno: l’incontro con i protagonisti della serie “Mare Fuori”, l’appuntamento con l’artista Jago che si è raccontato in un talk e l’esposizione della sua opera “La David”, la presenza della storica a FIAT 1500 della Rai, e tante conferenze e panel di approfondimento.