«Il Sisma bonus e l'Eco bonus sono stati prorogati e sono due strumenti da sfruttare necessariamente». A dirlo è l'assessore all'Urbanistica e vicesindaco di Castellammare di Stabia, Fulvio Calì in diretta Facebook su StabiaChannel. Le due misure ministeriali spingono i proprietari a muoversi, con agevolazioni soprattutto nella fase preliminare dei lavori, nella riqualificazione a garantire quindi la necessaria messa in sicurezza ai palazzi più a rischio. Così facendo i cittadini potrebbero avvalersi di una copertura quasi totale degli interventi sfruttando l'aiuto dello Stato. «Secondo la mia opinione, si tratta di un'opportunità quasi irripetibile e bisogna sfruttare la proroga che il Ministero ha deciso di adottare. Molti palazzi a Castellammare meriterebbero una riqualificazione ma i proprietari, spesso disinteressati, non se ne preoccupano. E i rischi sono tanti. Se oggi dovesse verificarsi una scossa come nell'Ottanta, le conseguenze sarebbero devastanti» spiega Calì. Il problema sorge soprattutto al Centro Antico di Castellammare dove si registrano molti palazzi pericolanti. Ma qui entra in gioco un altro problema, quello dell'abusivismo. In molti stabili non si riesce a risalire al proprietario effettivo, in altri manca l'amministratore, in altri ancora si verifica un'occupazione sine titulo. Tutti fattori che messi insieme provocano uno stallo alla riqualificazione che poi di fatto blocca anche il processo di rilancio dell'area. «Bisogna puntare sulla sicurezza. Oggi molte case post sisma dell'Ottanta sono sicure ma altre invece sono in equilibrio precario. In alcuni casi, a causa degli elevati costi economici, è opportuno procedere con l'abbattimento e poi con la ricostruzione. Ma sicuramente bisogna intervenire e lo Stato ha messo a disposizione per questo diverse misure per i privati. Speriamo che vengano colte» conclude Calì.
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»