Lo studio delle sorgenti di Castellammare si arricchisce di un nuovo fronte. Con un comunicato la Fondazione Parco delle Acque di Stabia interviene sull’incarico affidato dal Comune al CeSMA (Università Federico II) per le indagini sulle sorgenti termali e minerali, chiedendo trasparenza su atti, costi e continuità scientifica. «Apprendiamo dalla stampa la notizia dell’incarico dato dal Comune di Castellammare di Stabia al CeSMA per le analisi delle sorgenti. Occorre fare chiarezza», esordisce la nota.
Il cuore della contestazione riguarda il precedente percorso avviato dall’amministrazione guidata dall’ex sindaco Cimmino: «La giunta Cimmino commissionò al CIRAM lo stesso studio, a noi risulta anche con le analisi delle acque e c’era nella convenzione anche la formazione dei dipendenti comunali», scrive la Fondazione, ricordando che «lo studio è stato poi consegnato ai Commissari prefettizi e regolarmente pagato». Da qui le prime due domande puntuali: «È possibile rendere pubblico questo studio preciso di CIRAM?» e «Occorreva veramente dare ad un altro ente questa delega con ulteriori costi per i cittadini e non proseguire con CIRAM che è sempre un ente dell’università?».
Non solo metodo e trasparenza: nel mirino entrano anche le concessioni delle fonti. «Apprendiamo sempre dai giornali che le fonti Vanacore sono ancora in concessione al Comune e per quelle Stabiane si è persa la concessione?», si legge nella nota. Se così fosse, chiede la Fondazione, «cosa sta facendo il Comune dopo un anno di amministrazione per riavere la concessione?» e, soprattutto, «non era il caso di attivarsi prima di spendere 125.000 per far sì che i cittadini potessero andare alle Terme Antiche e poter bere l’acqua?». Il riferimento è al fabbisogno economico che accompagna la riapertura del ciclo termale e idropinico, tra manutenzioni, controlli e messa a norma.
Il tono resta fermo: «Molte cose non si comprendono», afferma la Fondazione, che rilancia una proposta di governance: «Occorre pertanto un Osservatorio Permanente per le Sorgenti e le Terme». Uno strumento, nelle intenzioni, capace di tenere insieme amministrazione, enti scientifici, gestori e comunità locale, con un cruscotto pubblico di dati (analisi, concessioni, cantieri, costi) e un calendario di verifiche periodiche.
Sul fondo, due questioni politiche e amministrative si intrecciano. La prima è la continuità tecnica: se uno studio CIRAM esiste ed è stato saldato, la Fondazione chiede che venga messo a disposizione e, se aggiornabile, valorizzato per evitare ripartenze da zero. La seconda è la sequenza delle priorità: la partita delle concessioni e l’accessibilità alle Antiche Terme vengono indicate come passaggi che andrebbero sciolti quanto prima.
Le Vespe pronte all’esordio stagionale contro una squadra di Serie A. Il tecnico carica il gruppo: «Abbiamo lavorato duro, serve coraggio e identità».