Le scintille del match Napoli - Roma continuano anche nel post gara, con le dichirazioni dei due tecnici che già alla vigilia si erano punzecchiati. «Abbiamo vinto una gara complicata contro una delle squadre più forti viste al Maradona quest’anno - dice Spalletti - La partita l’hanno giocata tutti, anche i magazzinieri, anche i ragazzi della panchina. Tutti concentrati al 100% e nessuno che voleva accettare il pareggio. Reazione feroce da parte della squadra. Quella voglia, alla fine, è stata ripagata. Osihmen? E’ difficile tirare via dal campo uno come lui, che in settimana si impegna sempre al massimo. Però perché non dare una chance anche agli altri? Del resto Raspadori e Simeone sono stati decisivi spesso, quando Victor è stato fuori. Ed è facile attingere a questo tipo di risorse, quando sono ragazzi con questa testa qui. L’esultanza della panchina al goal di Simeone? La volevamo tutti questa vittoria, ma anche se non fosse arrivata, questa è la mentalità giusta. Ho sentito dire da altri che dovremmo gestire il vantaggio in classifica, ma noi di gestire non ne abbiamo nessuna voglia. Facciamo sempre il massimo perché giochiamo in uno stadio che si chiama Maradona. Nella ripresa troppo campo concesso alla Roma? Forse ci siamo abbassati troppo, anche se a noi piace quando ci vengono a pressare. Dobbiamo avere un atteggiamento consequenziale, quando l’avversario vuole giocarsela a viso aperto. Pressione per aver giocato dopo le rivali? I risultati che abbiamo fatto sono segno che la pressione sappiamo gestirla. I ragazzi devono mettere a fuoco l’occasione che hanno, solo così potranno essere più forti di tutto. Osihmen cresciuto anche di mentalità? Ha continuato a giocare anche quando è stato sostituito. La gara è fatta di tanti momenti, bisogna dare alla gara quel di cui necessita in quel momento preciso. Osihmen è leader perché fa tutto ciò che serve: rincorre l’avversario, ci mette la faccia e non è un caso che porti ancora la maschera sul volto. Prende la palla a centrocampo e la porta sulla bandierina del calcio d’angolo, aiuta i difensori, insomma: non si risparmia mai e fa tutto ciò che è utile alla squadra. La qualità fondamentale è che sia parte integrante a tutti gli effetti del gruppo. Anche quando è uscito, indicava ai compagni dove smistare i passaggi. E’ una cosa molto bella».
«Giocare tre volte a settimana non è semplice, il vantaggio è per le squadre che hanno la rosa più ampia - ha detto Mourinho - Noi stiamo crescendo come squadra e stiamo facendo crescere i nostri giovani, come Bove e Volpato. Dopo la gara, ho detto ai ragazzi di essere soddisfatti e di guardare avanti. Abbiamo giocato in campi molto difficili come quelli di Juve e Milan, ora dovranno venire loro a casa nostra. Oggi considero il risultato super-immeritato e me ne dispiaccio, ma sono orgoglioso di questa squadra. Dybala? Non mi piace dare giudizi individuali, pensiamo piuttosto alla partita che noi abbiamo imposto al Napoli. Perché questa gara l’abbiamo imposta, a tal punto che lo stadio sembrava vuoto. Non riuscivano a costruire, li abbiamo pressati molto. Kim è un giocatore fantastico. Questa squadra è destinata a vincere lo scudetto, succede quando c’è una stella che ti accompagna e finisce che vinci gare che meriteresti di perdere. Loro oggi hanno avuto questa stella, per questo penso che vinceranno lo scudetto. Osihmen? Gli ho detto che non deve tuffarsi. Ha fatto un goal fantastico, ne fece uno bellissimo anche a Roma. Stesso livello di Drogba? Sì, ma Drogba non si tuffava…».
La conferenza stampa alla Reggia di Quisisana. Presenti il Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, il Direttore del Museo Nazionale Archeologico di Napoli Paolo Giulierini, la Commissione prefettizia costituita dal prefetto Raffaele Cannizzaro, dal viceprefetto Mauro Passerotti e dalla dott.ssa Rosa Valentino.