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Salvini sfida il Colle sul Ponte, le opposizioni all'attacco

'Penso non sia contro l'organismo antimafia', pronto l'emendamento.

tempo di lettura: 3 min
di Paolo Cappelleri per Ansa
24/05/2025 09:23:55

controlli antimafia per il Ponte sullo Stretto come quelli applicati per Expo, Olimpiadi e Ponte Morandi: la Lega annuncia che è già pronto l'emendamento da inserire nel decreto Infrastrutture per recuperare la misura espunta dal testo finale perché, secondo la Presidenza della Repubblica, quelle procedure speciali "non sono affatto più severe" di quelle ordinarie in vigore.

"Penso e spero - rilancia Matteo Salvini - che nessuno si opponga a inserire più controlli possibili contro infiltrazioni mafiose. Non penso che il Quirinale sia contro gli organismi antimafia".
Un'osservazione che può essere letta come sfida. Non ne hanno dubbi le opposizioni. Il Pd parla di "nervosismo e preoccupante sgrammaticatura istituzionale", Angelo Bonelli (Avs) di "scontro istituzionale senza precedenti". Mentre per Giuseppe Conte "Salvini ha avuto un chiarimento che lo dovrebbe zittire almeno per qualche giorno".

Governo e centrodestra cercano di far rientrare il caso. Dopo una iniziale freddezza fra gli alleati e una giornata di contatti, fonti della coalizione hanno spiegato in serata che "l'intera maggioranza è al lavoro per rafforzare le misure antimafia in vista della realizzazione del Ponte sullo Stretto che rappresenta l'opera infrastrutturale più rilevante che sta per essere costruita in tutta Europa". Sono "allo studio piani che ricalcano esperienze efficaci (in corso o conclusi) come Olimpiadi Milano-Cortina, Expo, ricostruzione post-sisma". E lo spirito della maggioranza, hanno assicurato le stesse fonti, "è quello della massima collaborazione istituzionale".

Mentre dalla Lega hanno fatto sapere che "Salvini sarà presto nelle prefetture di Messina e Reggio Calabria per ringraziare per l'impegno costante contro le infiltrazioni". Si attende il testo dell'emendamento che la Lega presenterà alla Camera, da dove partirà l'iter di conversione del decreto varato lunedì dal Consiglio dei ministri. La formulazione inizialmente prevista puntava a trasferire "la procedura di realizzazione alla struttura per la prevenzione antimafia presso il Viminale", che è guidata dal prefetto Paolo Canaparo, "centralizzando gli esiti dei controlli e della gestione degli appalti alle prefetture, alle istituzioni", come spiegato lunedì dal ministro dell'Interno nella conferenza stampa assieme a Salvini.

Un paio di giorni dopo il testo è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, senza quella disposizione, stoppata dal Quirinale dopo le consuete interlocuzione con gli uffici di Palazzo Chigi. Il partito di Salvini assicura che l'emendamento sarà finalizzato ad "aumentare al massimo, come già fatto con successo per la ricostruzione del ponte di Genova, per Expo e per le Olimpiadi, controlli e certificazioni antimafia per tutti gli appalti, le forniture e i servizi sulle migliaia di imprese che lavoreranno al Ponte e sugli oltre 100 mila lavoratori coinvolti".

La bozza del testo, a quanto si apprende, non è ancora transitata dagli uffici di Palazzo Chigi. Il vicepremier è pronto a "metterci la faccia", gli italiani devono avere "la certezza che ogni euro speso non finisca nelle tasche sbagliate". In quest'ottica, punta a "mettere il ministero dell'Interno, il ministero della Difesa, il ministero della Giustizia, le associazioni, i sindacati, le Procure, tutte in condizioni di lavorare al meglio".

Dal Quirinale ovviamente non arriva nessuna replica a Salvini. Si fa solo riferimento alla nota di ieri, ribadendo che le procedure straordinarie sono meno rigorose di quelle ordinarie. "Sarebbe opportuno - nota il dem Francesco Boccia - che la Meloni chiedesse al suo vicepremier il massimo rispetto per il Presidente della Repubblica e per le istituzioni, che la Lega continua a calpestare".

Salvini, sostiene il leader M5s Giuseppe Conte, "voleva smantellare alcuni presidi anticorruzione fondamentali", per un'opera che "non si realizzerà mai". Ma il leghista Domenico Furgiuele respinge le accuse: "Chi passerà alla storia per iniziative brillanti come i banchi a rotelle, i monopattini, la decrescita felice, il no alle Olimpiadi, l'aver sconfitto la povertà, il super bonus, e aver 'fatto di tutto, perfino lavorare' non può permettersi di dare nessuna lezione".

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