Due date e 61 anni di distanza: 4 luglio 1959 e 24 settembre 2020: viene restituita al pubblico la collezione museale allestita nel 1959 e immaginata da Libero D’Orsi (1888-1977) e dal Comitato per gli Scavi di Stabia, d’intesa con l’allora Soprintendenza alle antichità della Campania. Due date che simbolicamente segnano il riconoscimento del lavoro e dell’opera di uno straordinario esempio di civismo che ancora oggi produce frutti, come lo splendido Museo archeologico di Stabiae “Libero D’Orsi” riallestito nel Palazzo reale di Quisisana a Castellammare di Stabia.
Un lungo percorso, segnato anche dalla chiusura al pubblico per 23 lunghissimi anni della collezione conservata nell’Antiquarium stabiano allestito da D’Orsi nei sotterranei della scuola media di cui era stato preside. Ora, dopo aver vagato per il mondo, gli affreschi stabiani trovano finalmente casa. Una dimora preziosa, inserite in un ambiente naturale di pregio come i boschi di Quisisana e il massiccio del monte Faito, che aspetta solo di essere pienamente valorizzata.
«Il “Comitato per gli Scavi di Stabia fondato nel 1950” ringrazia il ministro Dario Franceschini per aver voluto ricordare “il professore Libero D'orsi, uomo di grande senso civico cui è intitolato questo bellissimo museo”. Assieme a lui, ringraziamo Massimo Osanna, vero amico di Stabiae, senza il quale stamattina non avremmo festeggiato il museo: sin dal suo arrivo a Pompei ha lavorato per raggiungere questo obiettivo. Un grazie sincero all’impegno generoso di Francesco Muscolino, funzionario responsabile dell’area archeologica di Stabia (che lascia Castellammare per andare a dirigere il Museo archeologico nazionale di Cagliari), che ha costruito con pazienza il percorso assieme a tutto l’eccezionale personale dell’ufficio scavi di Stabiae che, come noi, attendeva da decenni questa giornata. Un grazie infine al Sig. Sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, il “padrone di casa”, che sin dalla sua elezione ha compiuto, con operoso silenzio, atti concreti e gesti efficaci –assieme all’intera macchina comunale e in continuità con alcuni suoi predecessori – perché si avverasse il sogno di Libero D’Orsi: un museo di Stabiae in una sede prestigiosa. Un sogno al quale hanno lavorato in 70 anni, sin dal 1950, i tanti soci del Comitato, a cominciare dai presidenti Aldo Paternò prima e Antonio Carosella poi: a loro il nostro grazie. Ora, a noi tutti la responsabilità di far vivere e far conoscere il museo, a partire dai tanti ragazzi e ragazze che ignorano le preziose testimonianze della Stabiae archeologica. Questo museo nasce innanzitutto per le cittadine e i cittadini stabiani ed è pronto ad accogliere visitatrici e visitatori da tutto il mondo».
«Finalmente ci riprendiamo il nostro mare»: l’Arenile torna a vivere e i cittadini guardano con fiducia al futuro della costa stabiese, anche in vista di una possibile lottizzazione di via De Gasperi.