Ventiquattro professionisti, tra cui ingegneri, architetti e geometri, hanno condiviso e firmato il primo documento tecnico di bocciatura al nuovo progetto del sottopasso di Via Cosenza presentato alla città lo scorso agosto. Un’opera non voluta da nessuna delle associazioni che operano sul nostro territorio, dall’Ascom e da tutti i partiti politici stabiesi. Come già annunciato dal Prefetto Cannizzaro, entro il 30 settembre si vorrebbe convocare la prima seduta della Conferenza dei Servizi, a cui prenderanno parte tutti gli Enti chiamati ad esprimere il proprio parere e a dare il proprio contributo alla realizzazione del sottopasso. Si legge nel documento “Il nuovo progetto presentato ha provocato una unitaria reazione di disapprovazione da parte di tutte le associazioni di categoria, di tutte le forze politiche e della cittadinanza stabiese contraria da anni alla realizzazione di questa dirompente opera. Precisando che si è sempre favorevoli alle utili infrastrutture, non possiamo esimerci dal rendere note le nostre perplessità in merito a questo progetto che è stato semplicemente rivisitato ma che nella sostanza non solo non differisce da quello precedentemente presentato alle passate amministrazioni, ma che non apporta nessun benefico al quartiere del San Marco di circa 20.000 abitanti. Dopo i tanti incontri svolti sul tema, in sede Ascom Conf-Commercio Stabia, siamo convinti delle pesantissime implicazioni tecniche ed economiche che si verificherebbero con la realizzazione del sottopasso non solo per l’area interessata ma per l’intera città.” Secondo i tecnici “la variante presentata nell’agosto 2023 è una pedissequa riedizione del progetto originario, arricchita da qualche rendering per spettacolarizzare e rendere maggiormente accettabile lo stravolgimento della funzionalità urbana del Rione S. Marco.” I tecnici promotori hanno messo in discussione 12 punti: “Come nei progetti precedenti, due rampe di scale portano ai percorsi pedonali di transito nel sottopasso che si presentano angusti, allungati di centinaia di metri per il superamento di barriere architettoniche, areati e illuminati dalla balconata all’interno del tracciato carrabile del sottopasso dove il traffico in salita produce maggiori elementi inquinanti tutti respirati dai pedoni in transito – spiegano – Le attività commerciali, produttive e residenziali attualmente presenti in zona con la realizzazione del sottopasso non saranno più in diretto contatto con il percorso pedonale di transito su via Cosenza e saranno confinati in vicoli ciechi con accessi difficilmente individuabili. L’eliminazione del passaggio a livello di via Grotta San Biagio eliminerebbe l’unica stradina complanare alla via Cosenza che viene utilizzata oggi in caso di emergenza, quando si verifica una interruzione.” Nel documento sono emerse anche diverse perplessità sui rischi per la sicurezza del sottopassaggio pedonale, sulle procedure per gli indennizzi e sulle difficoltà di percorso per i disabili in carrozzina. “Non basteranno telecamere e nemmeno monitor installati in superficie che possano dissuadere i criminali dal rendere la vita impossibile ai passanti in qualsiasi ora, siano essi anziani, studenti o disabili.” Inoltre, “per superare le barriere architettoniche ed avere pendenze accettabili, un disabile in carrozzina dovrà spingersi per centinaia di metri per un percorso tortuoso; esso sarà per metà attraversato sotto il livello stradale soggetto ai fumi di scarico dei veicoli e per metà per una angusta esterna stradina in salita. Chiaramente sia i disabili che le giovani donne, diventerebbero i soggetti più “appetibili” per i malviventi.” In più, “una qualsiasi avaria di un camion o un incidente nel sottopasso impedirebbe qualsiasi intervento d’urgenza da parte delle ambulanze, della Pubblica Sicurezza o dei Pompieri”, hanno dichiarato i tecnici. “Nella variante al progetto del sottopasso, cosi come obbligatoriamente previsto nella procedura della V.I.A., non è stato indicato un progetto alternativo per comparare in maniera rigorosa le rispettive quantificazioni dei costi benefici per poter valutare la fattibilità del migliore progetto”, recita il documento. Anche lo studio di prefattibilità ambientale non è adeguato e corretto “La valutazione degli impatti ambientali sul territorio è stata limitata alla riedizione integrale dello scarno studio ambientale del progetto originale, solo sull’inquinamento acustico e atmosferico generato dall’esecuzione dell’opera.” Intanto, nei prossimi mesi, il comitato San Marco organizzerà una manifestazione cittadina per bloccare l’opera che da mesi preoccupa la comunità stabiese.
Testimonial dell’evento Cecilia Rodriguez.