rima che la Circumvesuviana acquistasse il Faito, non esistevano vie di comunicazioni tra la pianura ed il monte, ne´ da Castellammare e ne´ da Vico.
Chi voleva andarci, non erano molti, utilizzavano i relativi sentieri/mulattiere. (Allora il Club Alpino stabiese non c'era ancora). Il sentiero stabiese inziava a destra della stradetta tra Quisisana e Monte Coppola. Non era un percorso troppo impegnativo, ma che richiedeva le sue due, due ore e mezzo per superare gli 800-850 metri di dislivello, con paesaggi e scorci molto suggestivi. (Almeno qualche traccia di questa pista dovrebbe ancora esserci). Questo percorso era particolarmente impressionante di notte, seppur con un pizzico di pericolo, se non tutti quelli della comitiva erano armati di pile. Dal Faito si proseguiva poi per San Michele, dove c'era un baraccone ("O beata solitudo, sola beatitudo"), in cui ci si poteva riposare qualche ora sulla paglia. Poi, ai primissimi albori, si proseguiva per il Molare, appena in tempo per poter ammirare il sorgere del sole. Era uno spettacolo fantastico. Sembrava come se il sole, spuntando dalla foschia notturna, in un continuo susseguirsi di colori, rotolasse in alto. Poi questo tesoro nascosto, riservato ai pochi che usavano solo le loro (allora) giovani gambe, divenne di dominio ( e scempio) pubblico. Ai ruderi della villa Giusso si aggiunsero il Grand Hotel, tutta una fila di villette private, impianti sportvi all'acqua della Lontra. Non dimentichiamoci della selva di antenne, che hanno rovinato il paesaggio ed il sentiero della cresta. Le relative infrastrutture d'accesso furono realizzate, durante i primi anni '50, dalla Circum, che costrui´ la strada privata, stretta e piena di curve, tra Quisisana ed il monte, lunga 12 chilometri, e che costava, allora, 200 Lire di pedaggio. Chi voleva salirci con un mezzo pubblico, utilizzava il piccolo bus della Circum. Uno strazio per gli stomaci, anche per i piu´ resistenti. Con la costruzione della funivia, questa strada cadde in disuso, tanto piu´ che il nel frattempo realizzato collegamento con Vico offriva una carrabile complessivamente piu´ comoda e sicura. La strada stabiese fu abbandonata a se stessa. Chi cerca, oggi, di percorrerla, naturalmente solo a piedi, se ne accorge: Un vero e proprio rudere.(Chissa´ in che condizioni sono anche le relative scale di collegamento tra una tesa e l'altra, ideali per gare di ciclocross).
Ma tutto il complesso montano impostato sul Faito decadde col tempo. Le costruzioni, fatte senza tener conto degli agenti atmosferici invernali, decaddero e man mano in parte chiuse/ abbandonate. Ora questo territorio e´ stato acquistato dalla Regione, senza che, finora, si abbia notizia di un nuovo rilancio. Eppure, proprio il "nostro" lato nord del Faito, insieme a tutto il sistema collinare/montano dei Lattari, rappresenta un patrimonio inestimabile, inesistente in altre parti del mondo, se lo si considera nel quadro complessivo di mare, clima, acque, siti storici/archeologici di rara bellezza paesaggistica e, perche´ no, vulcanici.
Se qualcuno ci riflettesse e riprendesse le diverse proposte, come utilizzare questi diversi, preziosi gioielli, da sistemare in una corona stabiese, anche il Faito potrebbe riprendere un ruolo di primo piano. IN NESSUNA PARTE DEL MONDO esiste la possibilita´ di sfuggire, entro 8 minuti, dal clima torrido della pianura in una idillica zona di frescura, in un ambiente degno della Svizzera, SE LO SI MANTIENE COME TALE.
E questa escursione climatica/metereologica vale tutto l'anno, dalle nevi invernali, fino al clima gia´ primaverile nella Villa Comunale, con i primi alberi in fiore lungo la costa. Questo complesso marino-montano offre una vastissima gamma di utilizzo, e tutto l'anno, ecologicamente sostenibile, come gia´ esposto e proposto piu´ volte, a tutto vantaggio della attrattivita´ turistica complessiva e delle relative ricadute economiche/occupazionali.
Il tecnico gialloblù alla vigilia del match: «Questa squadra ha la possibilità di entrare nella storia: sappiamo quanto è importante centrare i play-off. Buglio, campionato finito. Adorante è stato recuperato.»
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