Sei mesi dopo le elezioni che hanno visto il trionfo del sindaco Luigi Vicinanza, il consiglio comunale di Castellammare di Stabia sembra più un mare piatto che un’arena politica. La grande sorpresa, fin dall’inizio della consiliatura, è che le critiche più accese non arrivano dall’opposizione, ma dalla stessa maggioranza.
Dall’altro lato, infatti, il centrodestra fatica a trovare una linea incisiva. La sfida di Mario D’Apuzzo in campagna elettorale, che ha provato a battere un colosso sostenuto da ben 14 liste, si è rivelata impossibile: questa volta, Davide non ha sconfitto Golia. In aula, gli scontri che sembravano poter infiammare il dibattito, così come quelli a cui si è assistito durante la campagna elettorale con poche esclusioni di colpi, si limitano a qualche fiammata isolata. A pungolare l’amministrazione sono quasi sempre, e solo, Antonio Alfano e lo stesso D’Apuzzo: il primo con toni più diretti e critici, il secondo più pacato ma a tratti anche più incisivo nei suoi interventi mirati.
In netta difficoltà Forza Italia, che riflette l’incertezza locale del partito, mentre Fratelli d’Italia, dopo il flop elettorale, ha appena rinnovato il proprio direttivo e deve ancora dimostrare di essere un’opposizione degna di nota seppur fuori dall’aula consiliare. Ma il vero paradosso è che le critiche più pungenti arrivano proprio dalla coalizione di governo.
A dare filo da torcere al sindaco Vicinanza sono due nomi in particolare: Maurizio Apuzzo (Base popolare democratici e progressisti) e Nello Cuomo (Futuro Democratico). Entrambi, più volte, hanno sollevato dubbi sull’operato dell’amministrazione, cercando di dare un proprio contributo sui temi più delicati. Apuzzo e la sua formazione, in particolare, si stanno rivelando una vera "spina nel fianco" per Vicinanza, incalzandolo con proposte e sollecitazioni continue.
Un'opposizione debole e una maggioranza che si autocritica: a Castellammare il vero dibattito politico sembra giocarsi tutto dentro la stessa squadra. E in vista dei prossimi mesi, il sindaco dovrà stare più attento ai malumori interni che agli attacchi di un centrodestra ancora senza una direzione chiara.
Il tecnico alla vigilia: «È giusto che Castellammare sogni, ma alzando troppo l’asticella si potrebbe creare stress e non dare importanza a quanto di bello è stato fatto.»