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Viaggio nel Napoli Club Genova: tra i caruggi soffia un vento azzurro

Il presidente Oreste Manzi «Siamo nati nel 2007: oggi portiamo a Genova cultura, cucina e passione partenopea»

tempo di lettura: 10 min
di Giovanni Minieri
16/10/2025 20:47:31

C’è un filo invisibile che lega Napoli a ogni suo figlio nel mondo. Un legame che non conosce confini geografici: attraversa città e generazioni, e batte forte, azzurro, nel cuore di chiunque porti dentro di sé l’amore per quella maglia e quella terra. È un’appartenenza che non si dissolve con la distanza, ma anzi si rafforza: perché essere napoletani – o semplicemente tifosi del Napoli – non è una questione di coordinate, ma di anima.
A Genova, città di mare e di incontri, questo legame ha trovato casa nel Club Napoli Genova, un punto di riferimento per tanti appassionati sparsi tra Liguria e dintorni. A guidarlo, con energia, cuore e dedizione, c’è Oreste Manzi, stabiese di origine e napoletano nell’anima, che ha saputo trasformare la passione in un autentico progetto di comunità.


Come e quando nasce il Club Napoli Genova?

“È il 2007 quando, tra le chiacchiere di un lunedì mattina in un bar di Genova, nasce un’idea destinata a diventare qualcosa di più grande. Un piccolo gruppo di amici napoletani, come spesso accade lontano da casa, si ritrova a parlare della propria passione comune: il Napoli. Le partite appena giocate, le emozioni condivise, i ricordi del San Paolo come allora si chiamava l’impianto di Fuorigrotta

«Perché non apriamo un Napoli Club anche qui a Genova, visto che non c’è?», qualcuno propone. Una domanda semplice, quasi buttata lì, ma che accende una scintilla. Da quella conversazione informale nasce il Napoli Club Genova, destinato a diventare negli anni un punto di riferimento per tanti tifosi azzurri sparsi in Liguria.

I primi passi sono fatti di entusiasmo e dedizione: qualche telefonata, le informazioni necessarie, la ricerca di una sede. Poi, pian piano, la passione si trasforma in organizzazione. Si apre ufficialmente il club, si allestiscono gli spazi, si appendono le prime bandiere azzurre alle pareti. E da lì comincia una crescita costante, anno dopo anno, costruita sull’amicizia e sull’amore per la nostra squadra del cuore”.

Quanti soci conta oggi il club, e quali sono le vostre attività principali?

“Oggi il club conta 140 soci. Fino al 2019 eravamo un gruppo dedicato solo al calcio: guardavamo le partite del Napoli, organizzavamo qualche gara di calcetto tra noi, ma niente di più. Poi ci siamo detti: siamo un Napoli Club a Genova, perché non portare anche un po’ della nostra cultura partenopea qui in Liguria?

Da quell’idea è nato il Napoli Fest. Quest’anno abbiamo organizzato la quarta edizione: è un evento di street food napoletano con pizze fritte, mozzarella di bufala, panini con le polpette, graffe, e tutto ciò che rappresenta il cibo di strada napoletano. La festa ci ha portato un grande successo: dalla prima edizione, con circa 250 ospiti, siamo arrivati a quasi 3.000 persone quest’anno.

Durante l’evento facciamo anche un tributo al nostro grande Pino Daniele, che per noi è sempre presente, e questa cosa piace tantissimo. Il Napoli Fest lo organizziamo a giugno, di solito nella prima settimana, e ora siamo già al lavoro per la quinta edizione. È bello vedere che adesso sono gli stessi liguri a chiederci quando si terrà la prossima festa.

Oltre a questo, abbiamo anche un gruppo teatrale, chiamato "I Macherè". Ci ritroviamo ogni giovedì sera nella sede del Club per le prove, e poi portiamo in scena tre o quattro spettacoli all’anno nei teatri di Genova. Anche lì abbiamo trovato grande entusiasmo: ogni spettacolo ha registrato il tutto esaurito. Il primo anno abbiamo messo in scena “La premiata pasticceria Bellavista”, quattro repliche, tutte sold out.

Adesso stiamo preparando un nuovo spettacolo, “Miseria e nobiltà”, che per noi è qualcosa di magico. Abbiamo già tre date in programma per il 2026, a febbraio, aprile e maggio. Le prove sono già iniziate: ci occupiamo di tutto noi, dalle scenografie alla preparazione tecnica. L’idea del gruppo teatrale è nata durante il secondo Napoli Fest. In quell’occasione abbiamo voluto ricordare Federico Salvatore con uno sketch improvvisato, “Incidente in Paradiso”. È piaciuto molto e ci siamo divertiti tantissimo, così abbiamo deciso di continuare. Da lì è nato il nostro vero percorso teatrale, con una compagnia che oggi conta circa 25 attori.

Il nostro obiettivo è portare la cultura napoletana, sia teatrale che culinaria, qui a Genova, per farla conoscere e apprezzare. Ogni anno la gente ci chiede del Napoli Fest, perché non vede l’ora di assaggiare di nuovo la pizza fritta. È una grande soddisfazione per noi, perché vuol dire che la nostra passione è arrivata al cuore di tutti.”

Cosa significa essere tifosi del Napoli lontano da Napoli? È più difficile o forse ancora più bello?

“La parte più bella è che senti di più la partita. Perché per tutta la settimana non fai altro che aspettare la domenica: non solo per vedere il Napoli, ma soprattutto per ritrovarti con tutti i napoletani del club. Si crea un’atmosfera fantastica, fatta di scherzi, risate e voglia di stare insieme.

Parlare in lingua napoletana, sentirsi a casa anche lontano da Napoli, è una sensazione che non si può spiegare. È qualcosa che ti riempie il cuore.

Appena qualcuno entra al club, la prima domanda è sempre la stessa: “Di dove sei? Sei tifoso del Napoli?”. Ed è lì che nasce subito quel legame, quella complicità che solo noi napoletani sappiamo creare”

Come siete soliti organizzarvi in occasione delle partite? Avete una sede, o come vi muovete per seguire la squadra allo stadio?

“Principalmente ci incontriamo e ci vediamo al club, perché purtroppo c’è una grossa problematica legata ai biglietti. È una situazione fuori dal normale: noi che viviamo lontano dalla Campania facciamo una fatica enorme per trovarne uno. Anche se hai tantissima voglia di andare allo stadio, spesso è praticamente impossibile. La modalità di vendita è organizzata male per chi abita fuori, e questo penalizza molto noi tifosi che viviamo fuori Regione.

Per questo motivo, la nostra base resta la sede del club. Quando riusciamo ad acquistare dei tagliandi, a volte partiamo in macchina, altre volte organizziamo un pullman: dipende da quanti biglietti riusciamo a trovare. Ma è molto complicato pianificare le trasferte, perché per farlo dovresti raccogliere le prenotazioni, bloccare il pullman, e poi capita spesso che i biglietti non si riescano a ottenere. Succede di bloccare tutto e poi dover annullare tutto all’ultimo momento, con grande confusione.

L’anno scorso, a dire la verità, siamo riusciti a vedere qualche partita in più grazie alla possibilità di cedere gli abbonamenti. Molti club, quando i soci non potevano andare, mettevano a disposizione i biglietti, e così si riusciva a fare qualcosa. Quest’anno invece, con il limite di dieci cessioni, è diventato quasi impossibile.

Noi come Napoli Club Genova siamo associati alla UANM – Unione Azzurra Nel Mondo, che conta circa 130-140 club affiliati. In questo modo, a volte, si riesce a trovare qualche soluzione: per esempio, se un club non può scendere per la partita, magari cede il biglietto e riusciamo ad accontentare qualche socio che non è riuscito ad acquistarlo. Però è sempre un gran macello, ogni anno è più difficile.

Con la UANM stiamo cercando di avvicinarci alla società in tutti i modi, proprio per chiedere un riconoscimento ufficiale dei club, come accade in altre realtà del Nord. Ma purtroppo, finora, abbiamo sempre trovato la porta chiusa”

Qual è il vostro rapporto con la città di Genova?

“Fortunatamente, non abbiamo mai avuto problemi con i genoani ,né con i doriani. Con la Sampdoria c’è quello sfottò calcistico che fa parte del gioco, ma sempre in modo sano, senza violenza e senza eccessi. Con i genoani, invece, abbiamo un rapporto bellissimo: sono praticamente i nostri cugini.

A cinquanta metri dal nostro club c’è un club del Genoa, e con loro ci vediamo spesso. A volte organizziamo aperitivi insieme: vengono loro da noi , oppure andiamo noi da loro. È un rapporto davvero bello, come dovrebbe essere sempre il calcio: sugli spalti ci si prende in giro, ma fuori dallo stadio si resta amici.

L’anno scorso, quando il Napoli ha vinto lo scudetto, anche i genoani erano con noi a festeggiare in piazza De Ferrari. Hanno partecipato, insieme a noi, al corteo con gli scooter.  Quindi, anche se qualcuno dice che il gemellaggio tra Napoli e Genoa si sia rotto, in realtà resta sempre una forte amicizia”

Qual è il tuo giudizio sul cammino della squadra a disposizione di Antonio Conte per far fronte a campionato e Champions League?

“Do un giudizio ottimo. Sono contento, anzi contentissimo del mercato che ha fatto il Napoli. Certo, ci sarebbe qualcosa da dire sui nuovi innesti che ancora non vengono impiegati, ma io la vedo anche da un altro punto di vista: non sono un allenatore. Conte lo è, e se decide diversamente, vuol dire che li vede in settimana e fa le sue valutazioni.

Con tutti gli investimenti che ha fatto la società, con i giocatori che ha comprato, mi piacerebbe vederli ruotare tutti, ma nel complesso sono davvero soddisfatto. È stato un mercato da 9. Alla fine, manca solo un vero sostituto di Di Lorenzo: per il resto la squadra è completa, coperta in ogni reparto, e i nomi presi sono tutti di qualità. Non penso ci sia motivo di lamentarsi.

In campo scende sempre una squadra di grande livello. E quest’anno possiamo davvero dire che anche noi abbiamo una seconda squadra, come si diceva delle “grandi del Nord”.

Quali i posti più belli di Genova che consiglieresti di visitare ai tifosi azzurri che viaggeranno in città per la gara di ritorno?

“A Genova ci sono tanti posti belli e molto diversi tra loro. La città è costruita un po’ a scaletta: si parte dal mare e, salendo verso la collina, si vedono scorci e panorami sempre diversi. In ogni quartiere c’è sempre un angolo panoramico, una piazza da cui si gode una vista splendida sul mare.

Il lungomare è bellissimo, così come il centro storico e il porto con il suo acquario, che merita sempre una visita. Diciamo che, ovunque vai, c’è sempre qualcosa da vedere. E se qualcuno vuole un consiglio su cosa visitare, basta venire al Napoli Club Genova: glielo diciamo noi di persona… magari li accompagniamo pure, è sempre un piacere!

Quando c’è il Napoli a Genova, sia contro il Genoa che contro la Sampdoria, tanti club da fuori vengono a trovarci. Spesso arrivano già la mattina, anche se la partita è nel pomeriggio, e passano prima dal club. Noi organizziamo sempre qualcosa da mangiare, per portare un po’ della nostra cultura culinaria qui. Prepariamo panini con salsiccia e friarielli, o altre specialità napoletane. È diventata una tradizione: in occasione di ogni partita, prima o dopo la gara, ci ritroviamo tutti al club per mangiare insieme. È un modo per sentirci ancora più napoletani, anche lontano da casa”.

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