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Viaggio nel Club Napoli Pinerolo: dove l'azzurro incontra le montagne piemontesi

L'addetto stampa Carlo Argenzio: «A Pinerolo mi sento a casa, e la nostra passione per il Napoli non conosce confini»

tempo di lettura: 12 min
di Giovanni Minieri
24/10/2025 11:37:30

Ci sono passioni che non conoscono confini, che attraversano città, regioni e persino generazioni. Il tifo per il Napoli è una di queste: una fiamma che arde forte anche lontano dal Vesuvio, tra le vette innevate e le strade silenziose del Piemonte. È qui, ai piedi delle Alpi, che il cielo resta incredibilmente azzurro, anche nei giorni più freddi. Perché a Pinerolo batte un cuore partenopeo, fatto di storie, ricordi e sogni che profumano di mare e di casa.

A custodire e raccontare ogni emozione di questa piccola grande comunità c’è Carlo Argenzio, addetto stampa e responsabile social media del Club Napoli Pinerolo, una realtà che non è solo un punto di ritrovo per i tifosi, ma una vera e propria famiglia. Carlo è colui che trasforma le emozioni in parole, immagini e post capaci di unire chi vive lontano da Napoli ma non ha mai smesso di sentirla dentro.

Nel suo lavoro c’è la volontà di mantenere viva una radice, di farla fiorire in un contesto dove il calcio non è solo sport, ma identità, appartenenza e sentimento. Perché raccontare il Napoli, per chi è lontano, significa costruire un ponte invisibile tra Nord e Sud, tra passato e presente, tra chi è partito e chi è rimasto. La sua voce è quella di chi crede che il tifo sia una lingua universale, capace di unire più di quanto divida, e che anche a mille chilometri da Napoli si possa sentire forte l’eco di un coro: “Sarò con te…”.

In questa intervista, Carlo Argenzio ci porta dietro le quinte di un mondo azzurro che vive anche lontano dal Golfo, raccontandoci le emozioni di una comunità che non smette mai di crederci, e la bellezza di un’appartenenza che resiste al tempo e alle distanze. Perché, in fondo, essere napoletani non è solo una questione geografica: è un modo di sentire, di raccontare e di vivere.

Come e quando nasce il Club Napoli Pinerolo?

"Il Club Napoli di Pinerolo nasce nel 2016, spinto dalla passione e dall’entusiasmo di un gruppo di tifosi azzurri decisi a creare un punto di ritrovo anche lontano dal Vesuvio. Come tante realtà simili, i primi passi non sono stati semplici: niente sede stabile, ma solo tanta voglia di stare insieme, ospitati di volta in volta da ristoranti e locali amici che offrivano uno spazio dove vivere le partite del Napoli.

Negli anni, però, la nostra piccola comunità è cresciuta, fino a diventare una vera e propria famiglia. Oggi il club conta circa 230 soci, un numero in costante aumento che ha reso inevitabile un passo importante: l’apertura di una seconda sede, gemella della prima, situata proprio accanto. Due maxischermi, doppia capienza e la stessa, inconfondibile, atmosfera azzurra.

Ne avevamo bisogno, perché siamo cresciuti in maniera esponenziale. Durante le ultime partite dello scorso campionato, come quelle contro Parma e Cagliari, lo spazio non bastava più: era difficile contenere tutti i cuori azzurri. 

La nuova sede è già operativa, ma l’inaugurazione ufficiale arriverà più avanti, con una grande festa e, magari, la presenza di un ospite d’eccezione. Un traguardo importante per un club nato quasi per scommessa, che oggi rappresenta uno dei punti di riferimento più vivaci per i tifosi del Napoli nel Nord Italia".

Quali sono le vostre attività principali?


"Dietro i colori azzurri e l’entusiasmo per il Napoli, il nostro Club porta avanti una missione che va ben oltre il calcio. L’obiettivo principale è quello di fare del bene, creando aggregazione e solidarietà attraverso eventi che coinvolgono soci, famiglie e l’intera comunità locale.

La nostra attività si fonda su un impegno concreto verso il sociale e la beneficenza. Lavoriamo per sostenere chi ha più bisogno, organizzando iniziative che uniscono il divertimento al valore della solidarietà. Non c’è ricerca di profitto, ma la soddisfazione di mantenere viva una passione comune, quella per il Napoli, che diventa motore di partecipazione e condivisione.

Accanto all’anima solidale, il club ha saputo crescere anche sul piano della comunicazione e della visibilità nazionale. Grazie al mio lavoro di responsabile della comunicazione, abbiamo instaurato collaborazioni con diverse testate giornalistiche, curando con costanza la nostra presenza sui social, diventando così un punto di riferimento riconosciuto in tutta Italia. Da oltre un anno lo striscione del Club Napoli Pinerolo è presente allo stadio Maradona, simbolo di appartenenza e orgoglio per una realtà ormai parte integrante della grande famiglia azzurra.

Il club fa parte della UANM – Unione Azzurra nel Mondo, la rete che unisce i tifosi napoletani sparsi ovunque, e nel tempo ha stretto gemellaggi con diverse realtà come Cagliari, Bergamo, Alba e Novara. Una rete di amicizie che racconta l’anima accogliente e familiare di questo gruppo, dove ogni incontro diventa una festa e un’occasione per rinnovare il legame con la propria terra.

Oggi il Club Napoli Pinerolo è considerato un punto di riferimento per tutto il Nord Italia, forse l’unico della provincia di Torino con una presenza così attiva e riconosciuta. È un gruppo sereno, formato da famiglie e bambini, dove la passione per il calcio si trasforma in un sentimento di identità e appartenenza. Più che tifo, è un modo di essere: una comunità unita da un unico grande cuore azzurro".

Cosa significa essere tifosi del Napoli lontano da Napoli?

"Essere tifosi del Napoli lontano da casa, significa qualcosa di ancora più profondo: forse rappresenta un senso di appartenenza ancora più forte. Io sono nato a Fuorigrotta, proprio davanti allo stadio, e ho iniziato ad andare alle partite quando in campo c’erano Iuliano, Clerici e Braglia. Sono sempre stato tifoso, anche negli anni della Serie C. Ma viverlo a distanza di tanti kilometri crea un legame diverso, più intenso. Ti fa sentire quella voglia di rivalsa, di portare avanti i nostri colori azzurri ovunque ci troviamo".

Qual è il ricordo più bello vissuto con il Club?

"Tra i momenti più emozionanti vissuti dal club, spicca la grande festa organizzata in occasione del terzo scudetto del Napoli. È stato un momento davvero particolare. Ogni anno si svolge la festa ufficiale della UANM, che viene ospitata da un club diverso, scelto tra quelli che presentano la propria candidatura. Due anni fa siamo stati in Calabria, l’anno scorso a Zurigo, ma proprio l’anno dello scudetto toccò a noi. La festa si tenne a Pinerolo, a ridosso della vittoria, e fu un’emozione indescrivibile. Sentivamo di rappresentare tutta la nostra gente, di essere parte viva di quel trionfo.

Devo aggiungere che nel nostro Club, le iniziative non si fermano mai: oltre alle attività sociali, il club promuove momenti culturali e ricreativi, come spettacoli teatrali e serate di aggregazione, che contribuiscono a rafforzare il senso di comunità e amicizia tra i soci".

Come siete soliti organizzarvi in occasione delle partite del Napoli? 

"Il club è in continua crescita anche nelle strutture. Nella sede di via degli Incerti, nella zona industriale di Pinerolo, sono stati allestiti due grandi schermi in alta definizione e un impianto audio di alto livello, che permettono di seguire le partite come allo stadio. Abbiamo due sale adiacenti, spaziose e attrezzate, e per le partite di Champions stiamo organizzando anche piccoli eventi culinari: una volta il cuoppo fritto, un’altra la pizza fritta, ogni volta qualcosa di diverso. I soci così possono mangiare, stare insieme e sentirsi ancora più uniti. È questa la nostra forza: l’aggregazione. Non mancano inoltre momenti speciali, come la castagnata organizzata per Napoli-Inter o la grigliata già in programma in occasione di Napoli-Como. Sono occasioni che uniscono sport, tradizione e convivialità: stiamo crescendo tanto e in fretta, e ne siamo sinceramente fieri".

Com’è il rapporto con  la città di Pinerolo?

"Pinerolo è una cittadina accogliente e vivace, spesso definita “la piccola Torino”. Parliamo di un paese davvero molto carino, e devo dire che noi non abbiamo mai avuto problemi con i pinerolesi, anzi. Il Comune ci sostiene, perché ha visto le cose belle che abbiamo realizzato. In occasione di un evento di beneficenza ci ha chiesto di collaborare a un gemellaggio con una città del Kosovo, per sostenere borse di studio destinate ai bambini. È un progetto che ci ha coinvolto molto e che ha rafforzato il legame con il territorio. Anche il vescovo ci è molto vicino, nonostante sia milanista! Il nostro club, infatti, è solito farsi promotore di iniziative sociali come la “festa del tifo”: un evento che riunisce sostenitori di tutte le squadre per diffondere un messaggio di rispetto e fratellanza. Non a caso da noi vengono anche tifosi di Juventus e Inter: guardiamo le partite insieme, ognuno con la propria fede, ma sempre nel segno della civiltà e dell’amicizia. Quando segna il Napoli esultiamo, certo, ma con il sorriso. È un modo diverso di vivere il calcio, più maturo e vero".

Dopo la brutta sconfitta di Champions, sarà fondamentale invertire la marcia contro l’Inter. Che tipo di partita di aspetti, e quale calciatore è chiamato caricarsi la squadra sulle spalle per mettere alle spalle il periodo delicato?


"Mi aspetto la partita della vita, una volta tanto, visto che tutti contro di noi la giocano così. Credo che Conte stia affrontando una fase complessa: ha dovuto inserire molti nuovi giocatori subito, forse più per necessità che per scelta. È un tecnico che solitamente preferisce dosare gli ingressi, ma gli infortuni lo hanno costretto a cambiare. L’equilibrio tattico ne ha risentito, e lo abbiamo visto con il PSV e con il Torino: troppi buchi difensivi, troppa discontinuità. De Bruyne è un fuoriclasse, ma schierarlo nel 4-1-4-1 finisce per sbilanciare il centrocampo. Forse sarebbe più utile sfruttare la sua duttilità, e trovargli la miglior collocazione in un 4-3-3, che a mio parere è il modulo per noi più naturale.

Continuo a nutrire piena fiducia in Conte: è un allenatore esperto e troverà presto la formula giusta. Io, da tifoso, voglio solo vedere una prova di carattere. Al di là del risultato, è quello che conta davvero".

Quale calciatore ti ha convinto di più, e quale meno in questa prima parte di stagione?


"Hojlund è un’autentica forza della natura, un Lukaku più giovane e più veloce. Anche il terzino Gutiérrez mi piace molto: deve crescere, ma ha qualità e farà benissimo. Mi aspetto qualcosa in più da Lucca: lo vedo troppo contratto, troppo teso. È un ragazzo giovane, ha bisogno di crescere e non può sopportare da solo il peso dell’attacco del Napoli, e si vede da come reagisce. Diverso il discorso per Neres e Lang: il primo è troppo fragile fisicamente, il secondo vuole strafare. L’esterno olandese è partito subito con il piede sbagliato, dichiarando che la gente va allo stadio solo per lui. Noto un po’ di presunzione nelle sue dichiarazioni, e Conte dovrà fargli capire cosa significa far parte di un gruppo”.

Quali sono i posti più belli di Pinerolo che consigli di visitare ai tifosi del Napoli che vorranno trascorrere una giornata in città?


"Pinerolo è una cittadina bellissima, tanto che è soprannominata la piccola Torino. Qui c’è la famosa scuola militare degli Alpini e quella della cavalleria, che è nata proprio a Pinerolo: un vero fiore all’occhiello della città. E poi ci sono le montagne tutte intorno, posti incantevoli come Villar Perosa, dove producono vini fantastici. È una cittadina elegante, curata, molto chic, non il classico paesino di provincia. I cittadini sono tranquilli e ci vedono di buon occhio. C’è chi pensa che qui regnino solo i bianconeri, ma non è così: sfatiamo questo mito. A Torino, trovare veri juventini è difficile, i torinesi veri tifano Toro. I meridionali che vivono qui magari simpatizzano per la Juve, ma l’ambiente è sereno e rispettoso. Il rapporto con la gente del posto è quindi ottimo, e spesso il club ha collaborato anche con altre tifoserie. Ad esempio, abbiamo fatto diversi eventi insieme ai club del Torino, per cui non c’è mai stato odio o tensione. Anzi, c’è sempre rispetto e stima reciproca. Mi sento a casa qui. È una realtà del Nord diversa da altre come Bergamo o Verona: qui puoi camminare con la maglia del Napoli per strada senza problemi, e ce ne sono tantissime. Ti senti a Napoli anche per l’atmosfera, per i ristoranti napoletani, per la gente calorosa. È davvero come stare a casa".

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