Foto: Ssc Napoli
Regna l’entusiasmo in casa Napoli, per la conferenza stampa di presentazione del mister Antonio Conte a Palazzo Reale. Si respira euforia nell’aria, con tantissimi tifosi all’esterno dell’edificio che hanno accolto il nuovo tecnico a suon di cori festanti. Serietà e professionalità: questo il dogma del tecnico leccese, che vuole riportare il Napoli ai vertici del calcio italiano dopo un’annata disastrosa sotto tutti i punti di vista.
SACRIFICIO E SUDORE. “Credo che questa sfida arrivi nel momento giusto. Nel corso della mia carriera di allenatore ho vissuto esperienza tali da affrontare quella di Napoli con enorme entusiasmo. Non ho paura, ma piuttosto un piace perché mi intrigano queste situazioni. Non vedo l’ora di godermi questa avventura, e darò sempre tutto me stesso come ho sempre fatto in ogni club in cui ho allenato finora. I miei genitori mi hanno insegnato che tutto si ottiene con sacrificio e sudore, ed è proprio ciò che instillerò nella testa dei miei uomini. Il talento è merito del Signore, ma senza l’ossessione per migliorarsi giorno dopo giorno, non si va da nessuna parte. Bisogna mettere subito alle spalle il passato: due anni fa questa squadra si è laureata Campione d’Italia, mentre la scorsa stagione è stata da dimenticare. Quella rabbia è importante, e ci deve portare a fare sempre qualcosa in più sul terreno di gioco”
DUTTILITÀ AL POTERE. “Per quanto riguarda l’aspetto tattico, credo che vedremo una squadra molto duttile. L’allenatore bravo non si fossilizza su una sola idea di gioco, ma deve essere in grado di esaltare le caratteristiche di tutti i calciatori a propria disposizione. Ritengo che l’organico sia composto da atleti con qualità importanti soprattutto in fase offensiva: ho già un’idea di gioco nella mia testa, ma quel che conta sarà sempre fare un gol in più dell’avversario, altrimenti non si portano a casa le partite”
FALSO MITO SUL LAVORO DURO. “Il mio modo di allenare, è frutto di una lunga carriera calcistica di 15-20 anni. I miei uomini lavorano sempre il giusto: è importante che avvertano la fatica, perché è quella che ti permette di reggere ogni forma di stress, pressione e difficoltà. Onestamente oggi si usa molto di più il pallone durante le sessioni di allenamento, per cui si lavora un terzo rispetto a quanto facevo io il calciatore. È un modo totalmente diverso si concepire l’allenamento, perché il pallone fa sì che i ragazzi siano distratti e facciano meno fatica”.
KVARA RESTA. “Su Kvaratskhelia non c’è alcun dubbio. Rimane. Mi sono imposto sulla questione, perché esistono davvero pochissimi calciatori al mondo con le caratteristiche dell’attaccante georgiano: forte nell’uno contro uno se agisce da esterno alto, implacabile se entra dentro l’area, oltre ad avere grande tecnica per cui può far male sia al tiro che fornendo assist al bacio per i compagni. È fondamentale assecondare le caratteristiche dei calciatori talentuosi come lui, così come degli altri atleti forti che abbiamo in rosa. Mi riferisco a Di Lorenzo che ritengo fondamentale, così come a Politano, Ngonge, Lindstrom. Sono tutti calciatori tecnici e imprevedibili, capaci di creare superiorità numerica e allo stesso tempo in grado di attaccare lo spazio dentro al campo”.
A NAPOLI PER IL PROGETTO DE LAURENTIIS “Avevo delle proposte importanti dall’estero, ma ho scelto Napoli per il progetto che mi ha presentato il presidente De Laurentiis. Ho firmato un contratto triennale, per ricostruire tutto, e far tornare Napoli come alternativa credibile alle solite note che ogni anno lottano per conquistare il titolo. La gestione è sempre stata oculata, ed i risultati si sono visti dal momento che la squadra ha partecipato alle competizioni europee per 14 anni di fila. Ora ci vuole un po’ di tempo e pazienza, per riportare questa piazza dove merita. Da uomo del Sud so cosa rappresenta il calcio per i tifosi meridionali. Per me è un onore, oltre che un enorme soddisfazione, essere tornato al Sud da allenatore”.
Intervista al tecnico delle vespe al termine della bella vittoria dei suoi uomini a Bari per 3 a 1.