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Juve Stabia - Mantova 1-4 - Mister Pagliuca fa mea culpa. «La responsabilità di questa sconfitta è solo mia»

«Ho deciso di cambiare modo di difendere andando uomo su uomo, i ragazzi hanno giocato bene. Ora andremo a Cesena a giocare la nostra partita»

tempo di lettura: 2 min
di Gioacchino Roberto Di Maio
12/05/2024 07:38:31

Mister Guido Pagliuca

La Supercoppa non arride alla Juve Stabia. Nella seconda giornata della competizione le vespe soccombono 4-1 al Menti contro il Mantova per effetto delle reti di Wieser, Fiori, Bragantini e Monachello, di Buglio la rete consolatoria. Un ko che decreta la prima sconfitta stagionale casalinga della Juve Stabia che coincide con la prima assoluta di mister Guido Pagliuca seduto in panchina. «La responsabilità di questa sconfitta è totalmente mia – evidenzia il tecnico gialloblù –, abbiamo incassato questi 4 gol per la mia scelta di cambiare il modo di difendere andando uomo su uomo a tutto campo. I biancorossi tendevano a cercare spesso Mensah, noi siamo riusciti a contrastarlo dimostrandoci non altrettanto aggressivi sulle sue sponde. Siamo stati meno verticali del solito per scelta, non per altre dinamiche. Dal mio punto di vista i ragazzi hanno giocato bene, a conti fatti non è stato concesso al Mantova né il palleggio, né tantomeno la possibilità di fare più di 2 passaggi di fila. I nostri avversari sono stati abili nel capitalizzare le 3 occasioni create nel primo tempo, noi al contrario siamo stati poco cinici e prima dell’intervallo abbiamo incassato il terzo gol in contropiede perché poco abituati ad essere in svantaggio di 2 lunghezze. Nella ripresa la reazione è stata positiva anche se avremmo potuto fare qualcosa in più nella fase di finalizzazione. Tornando indietro, rifarei questa scelta tattica perché non mi piace concedere il gioco agli avversari. Si fosse trattato di una partita di campionato, probabilmente non avrei forzato la squadra nel cambiare atteggiamento in cinque giorni contro un club tanto forte, questa circostanza di importanza minore ha rappresentato un buon caso di studio. Non è un caso che abbiamo registrato la gara, abbiamo diverse cose da valutare come la reazione dei reparti. Onestamente, non ho visto una differenza evidente nella qualità di gioco, al massimo c’è stata differenza nella concretezza delle giocate. Negli ultimi giorni avevamo un po’ staccato la spina tra celebrazioni varie e anche fisicamente si è persa un po’ di brillantezza rispetto ad un mese fa. Dispiace aver chiuso così in casa dopo una stagione straordinaria. La metafora di Itaca è nata leggendo un libro, mi è piaciuto il paragone e l’ho adattato alla nostra realtà». Ora a Cesena ci sarà bisogno di una vittoria in goleada per alimentare la flebile speranza di poter alzare la Supercoppa. «Andremo al Manuzzi a fare la nostra partita e vedremo cosa accadrà. Magari torneremo ad una difesa più da reparto che maggiormente si addice alle nostre caratteristiche, tutto l’anno abbiamo optato per questa impostazione raccogliendo i frutti a noi noti. Vogliamo onorare la competizione giocando una grande gara, motivo per cui schiererò la migliore formazione possibile sia sul piano tecnico che motivazionale». L’ultimo atto è ormai alle porte, poi sarà tempo di guardare al futuro.

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