Guido Carboni
Alla Juve Stabia è mancata la rabbia della grande squadra. Non cerca alibi di sorta mister Carboni al termine di un match che ha visto i propri uomini riagguantare il pareggio solo in pieno recupero. «Abbiamo assistito ad una partita folle – ammette il trainer gialloblù –, siamo stati ingenui nell’alzare troppo i toni consentendo ai nostri avversari di porre la partita sui binari a loro più congeniali. La partenza è stata ottimale, peccato che ci sia poi mancata quella cattiveria simbolo delle corazzate che è fondamentale in occasioni del genere. Il rammarico è tanto, questa era senza ombra di dubbio una gara alla nostra portata». Di certo vi è ancora tantissimo su cui lavorare. «Commettiamo amnesie difensive preoccupanti, se vogliamo puntare a traguardi prestigiosi non possiamo regalare agli avversari gol come quelli di Sarao e Prestia. Nella ripresa siamo poi stati ingenui a farci destabilizzare dalle loro perdite di tempo, così abbiamo finito per dedicarci ai battibecchi anziché al gioco. L’errore più grave è stato in tal senso l’intestardirci nel proporre giocate centrali che andavano puntualmente a scontrarsi contro il muro innalzato dalla retroguardia calabrese, tant’è che ironia della sorte il rigore è nato dalla prima sovrapposizione sulla fascia di tutta la ripresa. Di positivo vi è solo il desiderio di non perdere dimostrato sino all’ultimo minuto di gara, d’altronde sarebbe stato un brutto colpo non raccogliere punti in casa dopo il blitz di Cosenza. In vista della Casertana dovremo lavorare davvero sodo, contro i rossoblu non potremo assolutamente concederci défaillance come queste con i giallorossi». Qualcuno dagli spalti del Menti ha contestato al tecnico l’esclusione di Paponi nel secondo tempo. «Temevo potesse incorrere in una ricaduta – spiega Carboni –, non possiamo rischiare nuovi infortuni in questa fase. Raccogliamo questo punto con la consapevolezza che è più utile per il morale che non per la classifica, in questo frangente è fondamentale lavorare soprattutto sul profilo psicofisico per ritrovare la giusta lucidità. I risultati verranno poi di conseguenza». Sperando che le vespe possano riprendere al più presto quota.
Le interviste a Fabio Mangone - Direttore Museo Correale; Luca Di Franco - Sovrintendente Antichità, Belle Arti e Paesaggio; Gaetano Mauro - Presidente Museo Correale.
