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Juve Stabia - Bifera: «La partita con l'Avellino? Il ricordo dei tifosi motivo di forte orgoglio»

L'ex portiere goleador racconta alcuni aneddoti del passato.

tempo di lettura: 2 min
di Aurora Levati
11/02/2021 09:20:04

Nella diciannovesima puntata di "Passione Gialloblù" è stato ospite Francesco Bifera, ex portiere della Juve Stabia e del Catania. Abbiamo commentato la stagione in corso e quello che è stato il suo passato.

«Che dire sul campionato della Juve Stabia? Ha avuto delle fasi alterne - commenta l'ex portiere-. Nella prima parte di campionato sono state troppe le sconfitte tra le mura amiche del Menti. Ma, in quest'ultima settimana, sembra che si stia riprendendo. Per il girone di ritorno spero vivamente in un netto miglioramento. Visto il restyling fatto con il mercato, credo che sia l'intento di tutti. Ora, bisogna concentrarsi e focalizzare la propria attenzione su quello che sarà stato l'obiettivo prefissato dalla società, ossia i play off.»

Poi, abbiamo fatto un salto nel passato. «Catania? E' impossibile dimenticare la partita con il Messina. Noi andammo in trasferta con la seconda maglia, che era molto simile alla loro. Nonostante toccasse ai padroni di casa cambiare la casacca, non lo fecero, decidendo così di tenere la biancoscudata. Ci hanno aiutato i tifosi catanesi. Come? Lanciandoci dalla gradinata le loro maglie rossazzurre. Credo che è una cosa che tutti ricorderanno sempre. La partita con l'Avellino? Pensare che, dopo circa venticinque anni, i tifosi gialloblù mi ricordano ancora è un motivo di forte orgoglio. La partita era una di quelle particolare non solo perchè era ed è un derby, ma anche perchè era uno scontro play off. Stavamo cercando disperatamente di pareggiare, anche se eravamo in nove. Ed è arrivato al 95'.  Se il portiere si spinge in avanti vuol dire che si è disperati. Ora, mi dico:" Per fortuna che lo eravamo" (ride,ndr).»
Poi, siamo tornati al presente. «Dal 2002 ho smesso. E, ho smesso definitivamente. A differenza di altri, non mi manca il mondo del calcio. Mi limito solo a guardarlo e a seguirlo. Il portiere che apprezzo maggiormente è Perin. Credo sia il miglior portiere italiano che ci sia in circolazione. Se non avesse avuto tutti gli infortuni che ha avuto, avrebbe sicuramente fatto una carriera differente. L'evoluzione del portiere? Io ho anticipato i tempi ( ride, ndr). Si è sempre lavorato sulla tecnica dei piedi. E, personalmente, credo sia giusto sfruttarli. Creano una superiorità numerica, usando il portiere come libero.»

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