In una domenica prenatalizia, abbiamo deciso di visitare il Maximall Pompeii, il nuovo centro commerciale che sta catalizzando l’attenzione di tutti. Ci siamo avventurati in un orario strategico, quando le città tendono a svuotarsi, ma il traffico per raggiungere il centro era comunque intenso. Man mano che il pomeriggio avanzava, le file di auto aumentavano, specialmente lungo la strada del passaggio a livello dietro l’ingresso principale.
Qualche cancello aperto conduceva le auto in aree ancora in costruzione, creando un po’ di confusione. Ma una volta dentro, l’impressione cambia completamente. Nonostante i parcheggi pieni e il flusso continuo di visitatori, il Maximall si rivela un luogo accogliente e ben progettato. Anche con una folla stimata di circa 10 mila persone, gli spazi sono ampi, e si riesce a girare comodamente. È solo nell’area food, un vero magnete per chi cerca una pausa, che la densità di persone si fa sentire con file evidenti.
Il Maximall si presenta come un gigante buono, capace di accogliere e stupire anche se non è ancora completamente ultimato. Le fontane all’esterno e gli spazi dedicati a eventi e spettacoli promettono un futuro vivace e ricco di opportunità. È chiaro che l’obiettivo è diventare non solo un centro commerciale, ma un vero polo di intrattenimento.
Eppure, c’è un contrasto che colpisce. Il centro sorge in un’area che avrebbe bisogno di una significativa riqualificazione, mettendo in luce una domanda che ci siamo posti durante la visita: cosa spinge le persone a scegliere luoghi come il Maximall invece dei centri cittadini?
Mentre il Maximall offre modernità, servizi e un’esperienza immersiva, i centri cittadini sembrano arrancare. L’atmosfera natalizia delle città è spesso affidata a qualche banda musicale improvvisata, con Babbi Natale dai costumi modesti e spettacoli già visti. La differenza è palpabile, e non solo nella qualità dei servizi offerti, ma anche nella capacità di attrarre e coinvolgere le persone.
Da un lato, il futuro del commercio e dell’intrattenimento; dall’altro, una spinta a riflettere su come i centri cittadini possano rinnovarsi e diventare nuovamente competitivi. La vera sfida è trovare un equilibrio, offrendo esperienze diverse e complementari, capaci di rispondere ai bisogni di tutti.
Forse, il Maximall non è solo un gigante commerciale, ma anche uno stimolo per le città a reinventarsi e ritrovare la loro anima. Perché, in fondo, il Natale non è solo luci e shopping, ma anche il calore di un luogo che sa accogliere e far sentire le persone a casa.
«Sicuramente in prospettiva dovremo migliorare nell'ultimo passaggio e nell'attaccare la porta. Giorgini e Gabrielloni rinforzi importanti, alla società ho chiesto 2 centrocampisti e altrettanti attaccanti»