Tre chilometri. È questo il cerchio invisibile che, dal pomeriggio del 1° settembre, stringe Castellammare di Stabia e i suoi abitanti. Un perimetro di allerta imposto dal sindaco Luigi Vicinanza dopo il devastante incendio che ha inghiottito un terreno al confine con Gragnano, sprigionando nell’aria una nube carica di fumi tossici e preoccupazione.
Chi abita dentro questo raggio deve cambiare la propria quotidianità: finestre serrate, niente attività fisica all’aperto, attenzione estrema all’alimentazione e agli animali da cortile. L’ordinanza comunale è chiara: la priorità è proteggere la salute in attesa delle analisi di Arpac e Osservatorio regionale sulla sicurezza alimentare.
Non solo. La raccomandazione è di lavare accuratamente frutta e verdura raccolte e di evitare in toto il pascolo e l’uso di foraggi che potrebbero essere contaminati. Nello specifico, l'ordinanza dispone alla popolazione residente nel territorio di Castellammare di Stabia entro un raggio di 3 chilometri dall’area dell’incendio: "di chiudere gli infissi esterni delle abitazioni, di non sostare o svolgere attività fisica all’aperto". Si raccomanda inoltre "di lavare accuratamente frutta e verdura raccolti dopo l’incendio nell’arco di un raggio di 500 metri dal rogo, per rimuovere eventuali contaminanti, come cenere o sostanze chimiche, che potrebbero essere presenti nell’aria o depositati sulle superfici (si consiglia di utilizzare acqua corrente o un ammollo di soluzione acquosa e bicarbonato o aceto); di non raccogliere e/o somministrare agli animali il foraggio eventualmente presente nel campo o nell’allevamento direttamente coinvolto dal rogo e/o dai fumi; di evitare il pascolo e/o il razzolamento all’aperto degli animali da cortile nelle zone coinvolte dal rogo e/o dai fumi".
La città si ritrova oggi in una nuova battaglia: difendere il respiro.
Il provvedimento è già stato trasmesso a Prefettura, Asl, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Protezione civile regionale. Una mobilitazione corale, che però lascia ai cittadini l’onere più pesante: vivere, almeno per ora, con la paura di quel confine invisibile che misura tre chilometri esatti.
«Sicuramente in prospettiva dovremo migliorare nell'ultimo passaggio e nell'attaccare la porta. Giorgini e Gabrielloni rinforzi importanti, alla società ho chiesto 2 centrocampisti e altrettanti attaccanti»