Dopo una battaglia legale durata 3 anni un cittadino sammaritano ha vinto il ricorso.
tempo di lettura: 2 minIl Tar "libera" Santa Maria la Carità dai vincoli paesaggistici. Dopo una battaglia legale durata 3 anni, ma che ha le sue radici già a fine anni '80, un cittadino sammaritano ha vinto il ricorso presentato dall'avvocato Alberto Vitale, che proprio a Santa Maria la Carità riveste da alcune settimane anche la carica di assessore, contro il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Soprintendenza di Napoli. L'uomo, titolare di un'azienda agricola in via Cappella dei Bisi, aveva effettuato l'innalzamento della copertura di un impianto serricolo ubicato nel fondo di sua proprietà. Successivamente, aveva presentato la procedura per conseguire la sanatoria edilizia delle opere abusivamente realizzate, ottenendo dal Responsabile del terzo Settore Urbanistica del Comune di Santa Maria la Carità il rilascio di un'autorizzazione paesaggistica in sanatoria. Dopo sono arrivati i sigilli, anche su richiesta della sovrintendenza. Come è stato possibile liberare il fondo agricolo e, di conseguenza tutto il territorio sammaritano, dai vincoli paesistici? Bisognava dimostrare che Santa Maria la Carità non rientra tra quei Comuni che presentano significative propaggini verso la catena dei Monti Lattari. Vale a dire che solo Lettere, Pimonte, Sant'Antonio Abate, Casola di Napoli e Gragnano fanno parte di quell'area denominata "Monti Lattari". Il tutto perché, in vecchie documentazioni cartografiche, il Comune di Santa Maria la Carità risulta interessato dal vincolo, poiché considerato ancora parte del Comune di Gragnano, tesi errata. Dunque, dall'autonomia dal Comune di Gragnano, decadono anche tali vincoli, poiché i Monti Lattari risultano ormai "lontani", e solo la presenza dell'arco dei Lattari rappresenta il contesto ambientale e paesistico che giustifica l'imposizione del vincolo. Insomma, l'inesistenza del vincolo paesistico sul territorio del Comune di Santa Maria la Carità comporterebbe addirittura che la Soprintendenza avrebbe utilizzato in "modo viziato" il potere di controllo attribuitole, su erronei presupposto e valutazione, in conseguenza di una difettosa istruttoria. Un sospiro di sollievo per Santa Maria la Carità, dove è arrivata martedì 17 pomeriggio la notizia della pubblicazione della sentenza del 15 novembre: adesso bisogna capire se possa essere il deterrente per bloccare tutti gli abbattimenti previsti nella cittadina sammaritana. Situazione ben diversa, almeno per il momento, resta negli altri Comuni dell'area considerata ancora dei "Monti Lattari".
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