A Castellammare di Stabia, la legalità è tornata al centro del dibattito politico. A innescare il confronto è stata la nuova inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia che ha colpito il clan D’Alessandro, riportando l’attenzione su rapporti opachi e connivenze sospette nei meccanismi amministrativi. Ma se l’impatto giudiziario è netto, non meno rilevanti sono le ricadute politiche.
Dal campo della sinistra, in particolare, si leva un richiamo esplicito alla trasparenza, alla responsabilità politica e alla rottura con ogni forma di ambiguità. In un territorio che tre anni fa ha visto sciogliere il Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, l’eco del passato torna a farsi sentire anche oggi.
L’attuale amministrazione, espressione del centrosinistra, si trova così a fronteggiare la necessità di portare avanti il lavoro (che la classe dirigente politica ha promosso dal suo insediamento) per la discontinuità, soprattutto in seguito alle ipotesi - emerse nell’indagine - di collegamenti tra soggetti coinvolti e ambienti del Comune, comprese parentele di persone coinvolte nell'inchiesta con un membro dell’assise.
È in questo contesto che si inseriscono le parole del segretario regionale di Sinistra Italiana, Tonino Scala, e del consigliere comunale del PD, Sandro Ruotolo. Entrambi – in dichiarazioni già rese pubbliche – hanno sollecitato un’azione netta: un Comune che sia una “casa di vetro”, partiti che sappiano da che parte stare, rifiutando qualsiasi zona grigia nella costruzione del consenso.
Una città dove, avvertono, la camorra continua a esercitare influenza sociale ed economica, infiltrandosi nei gangli della vita collettiva attraverso professionisti, tecnici, insospettabili. Una città in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte, rompendo silenzi e meccanismi di potere consolidati, anche quando si presentano sotto le forme apparentemente innocue di “civismo” o di strutture familiari molto radicate.
In vista della presentazione del lavoro dell’Osservatorio anticamorra stabiese - prevista per il 23 maggio, data simbolica dell’anniversario della strage di Capaci - i segnali lanciati dalla sinistra e dall'eroparlamentare dem appaiono come una chiamata alla responsabilità collettiva, destinata a interrogare l’intero quadro politico cittadino, a cominciare proprio da chi oggi governa.
Se, come affermato da Ruotolo, il clan D’Alessandro resta “il principale nemico della città”, e come indicato da Scala “la camorra si nutre di silenzi e complicità”, allora il nodo della trasparenza amministrativa e gestionale non può più essere rinviato. Né delegato. Né sottovalutato.
Tante le attività che si sono svolte il primo giorno: l’incontro con i protagonisti della serie “Mare Fuori”, l’appuntamento con l’artista Jago che si è raccontato in un talk e l’esposizione della sua opera “La David”, la presenza della storica a FIAT 1500 della Rai, e tante conferenze e panel di approfondimento.