«È da tempo che riceviamo solo promesse, adesso siamo stanchi». Questo il grido d’allarme lanciato da 11 dei 36 operai della Green Impresit, ditta che fa parte del consorzio Stabile Aeders, il quale comprende le circa 70 ditte che stanno lavorando alla realizzazione del collettore fognario del comprensorio Scafati, Sant’Antonio Abate e Pompei. In 36 il 16 gennaio scorso sono stati licenziati dalla Mga Costruzioni, altra ditta consorziata, e sono stati trasferiti in blocco nella Green Impresit da febbraio con un contratto bimestrale, con scadenza al 4 aprile, che avrebbe permesso agli operai, dopo il completamento del 70% dei lavori, il raggiungimento dello status di mobilità. Cosa che non è avvenuta. La scorsa settimana in 25 hanno ricevuto il riconoscimento del tfr, grazie ad una conciliazione economica. I restanti 11 operai, dopo le promesse ricevute appena lunedì in Prefettura a Napoli, ieri hanno inscenato l’ennesima protesta, salendo a circa 30 metri d’altezza sui silos del cantiere minacciando di gettarsi nel vuoto. Con l’arrivo di carabinieri, ambulanze e vigili del fuoco, dopo una contrattazione, è arrivata la tregua, ma i militari dell’arma hanno comunque scelto di portare in caserma a Nocera gli 11 operai. Tutti i sindacati confederati erano presenti ieri sul luogo della protesta. I tre rappresentanti, Antonio Gelo (Filca-Cisl), Antonio Carotenuto (Finela-Cigl) e Valerio Medici (Feneal-Uil) hanno espresso unanime il dissenso “per la forzatura effettuata dalle forze dell’ordine”. «I nostri operai – hanno continuato i rappresentanti sindacali – stavano protestando in maniera civile, non ci sembra giusto il trattamento a loro riservato. Il generale Iucci, commissario delegato per la realizzazione di questa importante opera per l’agro sarnese, non può permettere una cosa del genere». Gli operai sono da due settimane in assemblea permanente, e nemmeno l’incontro alla prefettura di Napoli ha portato la situazione sul binario giusto. «Siamo preoccupati per i nostri lavoratori – aggiungono Gelo, Carotenuto e Medici – ma anche per i tempi di conclusione dell’opera che, a questo punto, continuano sempre ad aumentare. Speriamo che si possa trovare presto una soluzione. Non è giusto che operai restino senza lavoro e senza stipendio per così tanto tempo, ma nemmeno che il collettore fognario veda solo tanto spreco di denaro pubblico».
«Finalmente ci riprendiamo il nostro mare»: l’Arenile torna a vivere e i cittadini guardano con fiducia al futuro della costa stabiese, anche in vista di una possibile lottizzazione di via De Gasperi.