Cronaca
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Condannati i manager del contrabbando

Condanne in primo grado per associazione a delinquere

tempo di lettura: 2 min
di Ciro Saccardi
13/10/2008 10.23.28

Condanne in primo grado per associazione a delinquere finalizzata al traffico illegale di tabacchi. Sono state accolte, nella quasi totalità dei casi, le accuse formulate dalla Procura di Torre Annunziata ai danni dei membri dell’organizzazione che gestiva un ampio giro di contrabbando delle “bionde” tra diversi stati europei e l’Italia. Un’organizzazione che, secondo i pm oplontini, era guidata da Michele Antonio Varano, catanzarese pluriricercato e da Salvatore D’Oriano, già conosciuto alle forze dell’ordine per traffico di sigarette. Quindi gli inquirenti hanno accertato che, assieme ai due, anche il napoletano Giuseppe De Tommaso si occupava di gestire il traffico attraverso l’uso di capienti container. Un processo durato quasi otto anni, cominciato con l’intercettazione ad opera della guardia di finanza di Cassino di un carico di circa 2mila chili di tabacco, destinato a varcare la frontiera olandese. Ma, a processo concluso, i magistrati hanno ritenuto Varano estraneo alla vicenda, mentre a D’Oriano e De Tommaso sono stati inflitti rispettivamente sette e cinque anni di reclusione. A ricevere l’assoluzione piena sono stati anche Angelo Schettino e Nicola Grimaldi. Una maxi inchiesta che ha portato alla condanna anche di altri stabiesi, tra cui Alfonsino Scannapieco a cinque anni di reclusione, di Francesco Schettino a 4 anni e di Costantino Esposito a 4 anni. Otto anni di lavoro per inquirenti e magistrati per ricostruire nei dettagli tutte le modalità con cui il gruppo si muoveva, utilizzando centinaia di collaboratori e di fiancheggiatori sparsi in tutta Europa e nelle basi operative del Mezzogiorno. Una gang di altissimo profilo criminale che aveva lo scopo di acquistare all’estero i tabacchi, sfruttando rapporti sviluppati in Svizzera, Montenegro, Romania, predisponendo il trasporto della merce verso altri paesi esteri: Germania, Belgio, Olanda ma anche regioni italiane come la Puglia e la Campania, curando il deposito, lo stoccaggio e il successivo smercio sul mercato clandestino italiano e inglese dei tabacchi, con l’associazione criminale che aveva in dotazione anche diversi mezzi di locomozione, come autocarri, autovetture e telefoni cellulari.

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