Rompe il silenzio Fabio Quagliarella dopo la sentenza di condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione per l'agente di polizia postale Raffaele Piccolo, accusato di aver ricattato con false e-mail e foto svariati imprenditori, professionisti e vip sul territorio di Castellammare di Stabia e del comprensorio, offrendosi poi di aiutare le sue vittime, destinatarie dei messaggi, tra cui spiccano i nomi del cantante Guido Lembo e soprattutto del bomber originario di Castellammare di Stabia, ex attaccante del Napoli ora in forza alla Sampdoria. «Credetemi, non sono stati anni facili - ha spiegato Quagliarella attraverso i social -. Per me, per la mia famiglia, per gli amici. Una situazione nella quale sai di essere nella ragione, sai di non aver fatto nulla, sai che tante cose sono state dette e scritte senza conoscere la verità. Il tutto a casa mia, dove sono nato e cresciuto, dove ho mosso i primi passi e dove ancora oggi vive la mia famiglia. Ho vissuto per anni con questa immensa bolla di cattiveria e disonestà, anni in cui dovevo far attenzione anche alle parole che usavo, non potevo fare molto, solo aspettare che la giustizia facesse il suo corso. Ci ho sperato e creduto dal primo giorno e venerdì 17 febbraio si è arrivati finalmente alla conclusione di questa brutta vicenda che mi ha visto coinvolto, giustizia è stata fatta. Ora con orgoglio posso dire che mi sento davvero più leggero, più sollevato. Tutto ciò non ha mai intaccato la mia professione e la mia professionalità, però la maglia la indossa sempre un uomo, con i suoi valori, con i suoi sentimenti e con la sua sensibilità. Adesso posso garantirvi che mentalmente sono davvero sereno. Ringrazio tutti quelli che, conoscendomi, non hanno mai dubitato e hanno atteso, insieme a me, il responso definitivo della sentenza». Lo stalker, in base alla deposizione rilasciata da Quagliarella poco più di un anno fa davanti ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata, sarebbe il responsabile dell'addio del bomber al Napoli. Pare, infatti, che De Laurentiis sia stato spaventato da alcune lettere anonime arrivare a Castelvolturno in cui si paventavano presunti legami tra l'attaccante e ambienti vicini alla droga. Sono 20 le lettere diffamatorie di cui Quagliarella è stato vittima nell'arco di 3 anni, missive inviate alla società azzurra e anche alla famiglia, con annesse minacce rivolte ai parenti.
Il tecnico gialloblù nel post partita: «Statistiche alla mano avremmo meritato la vittoria, in alcuni momenti siamo stati troppo frenetici. A La Spezia per vincere, non possiamo fare tabelle».