Quattro anni e otto mesi di reclusione per l'agente di polizia postale Raffaele Piccolo, accusato di aver ricattato con false e-mail e foto svariati imprenditori, professionisti e vip sul territorio di Castellammare di Stabia e del comprensorio, offrendosi poi di aiutare le sue vittime, destinatarie dei messaggi. La sentenza è arrivata nel primo pomeriggio da parte del giudice del Tribunale di Torre Annunziata, che ha accolto la richiesta del pm Barbara Aprea, concedendo uno sconto di appena quattro mesi rispetto ai cinque anni richiesti dall'accusa. Piccolo, secondo gli inquirenti, avrebbe predisposto un piano diabolico, preparando foto taroccate, lettere anonime ed e-mail minatorie, per poi presentarsi in veste di amico disposto a dare una mano in cambio di favori. Tra le sue vittime spiccano i nomi del cantante Guido Lembo e soprattutto del calciatore Fabio Quagliarella, bomber originario di Castellammare di Stabia, ex attaccante del Napoli ora in forza alla Sampdoria. E proprio Piccolo, in base alla deposizione rilasciata da Quagliarella poco più di un anno fa davanti ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata, sarebbe il responsabile dell'addio del bomber al Napoli. «De Laurentiis mi mandò via a causa di alcune lettere anonime arrivate a Castelvolturno che parlavano di me, coinvolto con clan e ambienti vicini alla droga» spiegò l'attaccante, che continuò ad essere perseguitato anche quando si trasferì alla Juventus. Per lui 20 lettere diffamatorie nell'arco di 3 anni, inviate alla società azzurra e anche alla famiglia, con annesse minacce rivolte ai parenti. «Sono stato malissimo» non esitò ad ammettere Quagliarella, che intanto ha chiesto un maxi-risarcimento di 500mila euro per i danni subiti. Il giudice, tra le altre cose, ha richiesto anche il sequestro dei beni dell'agente, condannato anche a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.
Il tecnico gialloblù nel post partita: «Statistiche alla mano avremmo meritato la vittoria, in alcuni momenti siamo stati troppo frenetici. A La Spezia per vincere, non possiamo fare tabelle».