Esaurimento fisico e psicologico, turni di lavoro massacranti e un clima di tensione crescente: sono questi gli elementi che hanno spinto i sindacati Rsu, Fim, Fiom e Uilm a proclamare lo sciopero negli stabilimenti Fincantieri di Castellammare di Stabia. La protesta nasce dalle condizioni estreme in cui si trovano a operare gli operai delle ditte appaltatrici, costretti a turni di lavoro che raggiungono le 60 ore settimanali. Un carico di lavoro insostenibile che mette a rischio la sicurezza dei lavoratori, già provati da una situazione contrattuale precaria e da una mancanza cronica di tutele sindacali.
Secondo quanto denunciato dai sindacati, la situazione all’interno del cantiere si è deteriorata a tal punto da spingere molti operai a lavorare in condizioni al limite della sopportazione, con attrezzature spesso non adeguate e misure di sicurezza insufficienti. La pressione imposta dalle aziende appaltatrici, sottoposte a ritmi di produzione serrati, si ripercuote direttamente sui lavoratori, costretti a operare senza il necessario rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla tutela della salute.
In risposta a questa situazione, i sindacati hanno deciso di indire lo sciopero con il blocco di tutte le attività straordinarie nelle giornate di sabato 1 e domenica 2 marzo. Una mobilitazione che vuole essere un segnale forte e chiaro contro una gestione del lavoro che, secondo i rappresentanti dei lavoratori, mette il profitto davanti alla dignità e alla sicurezza delle persone. Tuttavia, la decisione di scioperare non è stata accolta positivamente dall’azienda. "La Rsu/Rls denuncia l'atteggiamento repressivo dell'azienda verso i lavoratori che operano all'interno dello stabilimento - si legge - A fronte del comunicato sindacale per sciopero, vengono pressati verbalmente e fisicamente affinché non aderiscano ad un loro sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione". Sempre secondo i sindacati, infatti, sarebbe in corso un atteggiamento repressivo volto a dissuadere i lavoratori dall’aderire alla protesta, alimentando così un clima di paura e incertezza tra gli operai dell’indotto.
"Le testimonianze raccolte descrivono un ambiente di lavoro tossico, dove la paura di ritorsioni impedisce agli operai di denunciare le proprie condizioni. La mancanza di tutele sindacali da parte dell’indotto e la precarietà dei contratti di lavoro aggravano ulteriormente la situazione", si legge in una nota diffusa dalle sigle sindacali. Una denuncia che mette in evidenza il divario sempre più profondo tra le condizioni di lavoro richieste e il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori.
La richiesta avanzata dai sindacati è chiara: un intervento immediato da parte delle istituzioni per fare luce sulla vicenda e per garantire il rispetto delle norme contrattuali e di sicurezza. "È inaccettabile che nel XXI secolo esistano ancora realtà lavorative che calpestano la dignità umana e mettono a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori", scrivono ancora le rappresentanze sindacali, sottolineando come la battaglia per la tutela dei diritti sia una questione che riguarda l’intera società e non solo chi lavora nel cantiere.
"La tutela dei diritti dei lavoratori è un valore fondamentale della nostra società. Non possiamo tollerare che esistano zone d'ombra dove lo sfruttamento e la violazione delle norme sulla sicurezza rimangono impuniti. È ora di agire per riportare la legalità e la dignità nel mondo del lavoro", concludono i sindacati, annunciando che, in caso di mancato ascolto delle loro richieste, la mobilitazione non si fermerà e verranno messe in campo nuove forme di protesta.
La vertenza di Fincantieri rappresenta solo l’ultimo episodio di una crisi più ampia che coinvolge il settore della cantieristica, in cui sempre più spesso si assiste a un peggioramento delle condizioni lavorative per gli operai dell’indotto. La speranza delle sigle sindacali è che questa mobilitazione possa servire a sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere le istituzioni ad assumersi le proprie responsabilità, per garantire un futuro lavorativo più dignitoso e sicuro a chi ogni giorno lavora in condizioni sempre più precarie.
Scuole, istituzioni e cittadini protagonisti di un evento corale sul lungomare stabiese per rendere omaggio alla nave più iconica della Marina Militare Italiana.