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Castellammare: Sciopero Fincantieri, la cronaca della giornata. Video e Foto Gallery

Di Pietro: ''Porteremo la crisi Fincantieri in Parlamento, il governo non ci potrà ignorare''.

tempo di lettura: 6 min
di Ferrigno - D'Auria
04/09/2009 21.27.34

Pozzano - F.to Dario Sautto

La pesante crisi occupazionale ha paralizzato questa mattina la città di Castellammare. «Lavoro, lavoro, lavoro», questa la richiesta dei lavoratori di Fincantieri, lo storico stabilimento cantieristico stabiese di via Caio Duilio, che poche ore fa hanno bloccato la statale sorrentina, impedendo di fatto l'accesso in città. La cassa integrazione e il pericolo che il provvedimento si estenda a macchia d'olio hanno creato un clima di tensione sfociato nella grande mobilitazione cui hanno partecipato circa un migliaio di lavoratori suddivisi in due presidi: uno all'altezza dei lidi di Pozzano, l'altro all'uscita della galleria che dà sulla statale. Dunque, centinaia di tute blu in strada con le istituzioni locali al loro fianco per sensibilizzare l'azienda e il governo nazionale verso la grave emergenza occupazionale del territorio stabiese-torrese. 150 lavoratori della Fincantieri di Castellammare sono già in cassa integrazione da una settimana, e altrettanti sono attesi dal provvedimento tra qualche giorno, mentre altre centinaia di operai dell'indotto sono a casa da mesi. Il timore dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali è che l'azienda abbia deciso di riporre lo stabilimento stabiese in secondo piano, dopo anni di intensa attività. La mancanza di commesse o le voci che le commesse in arrivo vengano dirottate in altri stabilimenti ha destabilizzato oltremodo l'ambiente già provato e scosso dalla difficile congiuntura economica.

Il racconto della giornata di protesta può cominciare dalle ore 9 di questa mattina, quando i lavoratori si organizzano per il sit-in lungo via Acton e sulla statale sorrentina. Con loro c'è anche il sindaco di Castellammare, Salvatore Vozza, e i rappresentanti dei sindacati. Le forze dell'ordine controllano che tutto fili liscio. Dopo pochi minuti di blocco della viabilità, all'incrocio tra via Acton e la statale sorrentina, già i primi attimi di tensione, con la prima telefonata dalla Prefettura di Napoli. Alcuni rappresentanti sindacali suggeriscono la fine del blocco, ma è troppo presto per i lavoratori se davvero dalla manifestazione si vuole ottenere qualcosa: volano spintoni, il clima è teso e la tensione è molto alta.

Alle ore 9 e 30, con la situazione riportata alla tranquillità il sindaco Vozza e i rappresentanti sindacali si recano a Napoli per discutere la situazione col prefetto. Giungono in via Acton i consiglieri comunali Catello Foresta, Antonio Giaquinto, Amedeo Di Nardo e Franco Cascone, nonché l'assessore comunale Maurizio Apuzzo e il senatore Nello Di Nardo. «Al tavolo di lavoro con Bono (ndr. AD della Fincantieri) - sottolinea il senatore Di Nardo -, è necessario che partecipi anche il Governo, affinché vengano adottati concreti provvedimenti contro la crisi di Fincantieri. L'area Torrese Stabiese è un volano di sviluppo per l'intera Campania, per questo motivo il Governo ha l'obbligo di fornire tutti gli strumenti per il rilancio di quest'area. A partire dalla gestione delle commesse, spostate verso il nord a danno del Mezzogiorno, per puro compiacimento della Lega».

Ore 10 e 15: i lavoratori Fincantieri riescono ad organizzare il blocco stradale così com'era stato progettato. Un drappello di operai si reca all'uscita del tunnel di Pozzano, dove bloccano. All'incrocio che porta ai lidi balneari, vero centro della protesta, i lavoratori formano un muro, alzano gli striscioni, dietro di loro le forze dell'ordine. Le uniche auto a transitare sono quelle dirette in ospedale.

Alle ore 10 e 30 si comprende che il sit-in ha avuto successo, e con l'aiuto involontario di un altro blocco causato dai lavoratori delle ditte di pulizia dell'Asl all'altezza del viale Europa, i disagi si raddoppiano. La protesta non può essere ignorata: tra le 10 e 30 e le 13 da Castellammare non si esce e a Castellammare non si entra. Chi vuole forzare il blocco viene respinto con fermezza dalle tute blu.

Alle 12 e 40 a far visita ai lavoratori arriva l'onorevole Antonio Di Pietro dell'Italia dei Valori. «Porteremo la crisi che attanaglia lo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia e tutte le aziende dell'area Torrese Stabiese all'attenzione del Parlamento. - ha gridato con forza il leader IDV - Il governo - ha continuato Di Pietro - non può ignorare l'appello di migliaia di lavoratori che non chiedono elemosina, ma soltanto lavoro». «Questa manifestazione non è un atto di violenza ma di resistenza necessaria - aggiunge Di Pietro - , da lunedì, quando riprenderanno i lavori del Parlamento, porteremo il problema della Fincantieri in aula, impegnando il governo ad assumere impegni sui problemi concreti del Paese, perché mentre loro sono impegnati a fare altro, in tutt'Italia gli operai sono sulle gru e sui tetti per chiedere il lavoro, e noi ci batteremo soprattutto per l'indotto. Quanto a Fincantieri chiediamo al governo di stanziare fondi per il rinnovo del parco marittimo perché l'Italia ha mille carcasse in mare mentre l'Unione Europea sta investendo sulle autostrade del mare».

Alle 13 circa giunge sulla statale la notizia che l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha accettato di incontrare lunedì prossimo a Roma i sindacati stabiesi.

Alle ore 13 e 15 il blocco viene sciolto, la normalità viene ripristinata dagli uomini della Polizia Municipale coordinati dal comandante Lucio Cosenza, in pochi minuti, anche se il traffico accumulato verrà smaltito solo nel tardo pomeriggio.

Si spera che lunedì, a Roma, l'ad Bono si troverà faccia a faccia con la stessa determinazione che questa mattina ha caratterizzato la protesta dei ragazzi della Fincantieri di Castellammare. (le foto sono di Dario Sautto)

 

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