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Ddl Zan, cos'è e cosa prevede

Ricostruiamo il cammino parlamentare del disegno di legge e le critiche sollevate dall'intervento di Fedez.

tempo di lettura: 5 min
di Lorenzo Di Martino
07/05/2021 18:36:31

ph pexels

Si sta parlando molto del Ddl Zan, sui notiziari e talk show politici ma soprattutto sui social network, dove da giorni si possono vedere immagini di personaggi famosi e non che mostrano il palmo della mano aperta con scritta questa sigla.

Ma che cos’è Il Ddl Zan ?

Si tratta di un Disegno Di Legge, ovvero proposta di una legge formulata dal deputato pd Alessandro Zan. Riportata in auge come argomento di dibattito recentemente dal noto caso Fedez, la questione di questa legge ha però radici profonde che risalgono al lontano 2 Maggio 2018, data in cui per la prima volta viene presentata in prima lettura alla Camera dei Deputati, poi approvata da questa lo scorso 4 Novembre.

Cosa prevede il Ddl ZAN ?

Questa proposta ha l’obiettivo di prevenire e contrastare le discriminazioni e le violenze basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

Innazitutto, a livello simbolico propone il 17 Maggio come giornata nazionale contro l’omofobia e che le scuole di ogni ordine e grado dovranno offrire programmi di sensibilizzazione proprio contro questo tipo di discriminazione. Inoltre verranno stanziati 4 milioni di euro iniziali per finanziare i centri contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, con l’obiettivo di offrire assistenza legale, sanitaria e psicologica per le vittime dei crimini d’odio.

E in campo penale ?

Qui arriva il nucleo principale della proposta : questa legge propone di modificare due articoli già esistenti del codice penale.

Il primo è il 604 bis, cd Legge Mancino, che già ora prevede una pena fino a un anno e sei mesi o una multa fino a 6000 euro per chiunque propagandi idee basate sulla superiorià della razza, sull’odio razziale, etnico, nazionale e religioso, e una pena fino a 4 anni per chi commette violenza o istiga altri a commettere violenza per motivi razziali, nazionali, etnici o religiosi.

La legge Zan si propone dunque di estendere la portata di questo articolo già esistente per coinvolgere anche quelle minoranze che ad oggi non sono protette, ossia i portatori di disabilità e gli appartenenti alla comunità lgbtq, aggiungendo sia al primo che al secondo comma dell’articolo le parole “oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità”.

Il secondo articolo è il 604 ter, che riporta una aggravante, ossia una circostanza ulteriore che rafforza la pena di un reato. Al testo originale “per i reati puniti con la pena diversa da quella dell’ergastolo commessi per finalità di odio etnico, nazionale, razziale o religioso [...] la pena è aumentata fino alla metà” si aggiunge “oppure per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità”.

Le critiche

La critica maggiomente portata avanti dai detrattori della legge è che il ddl Zan impedirebbe di esprimere liberarmente le proprie opinioni. Proprio per mettere al riparo da questa contestazione (per quanto tuttavia sia considerabile pacifica la distinzione fra l’esprimere le proprie idee e il commettere atti di discrimazione o violenza), è stata inserita nel testo della legge la cd “clausola salva idee”. All’art4 si legge infatti : “Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni, nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.

Un’altra delle accuse degli oppositori è quella secondo cui il disegno di legge aiuterebbe a diffondere la “dottrina del gender”. In realtà nel testo di legge si prevedono soltanto azioni e interventi per prevenire violenza e discriminazioni, come l’istituzione della già citata giornata nazionale contro l’omofobia (una giornata già celebrata in gran parte dal mondo fin dal 2004), e l’iniziativa di sensibilizzazione rivolta alle scuole, la quale avverrebbe sempre e solo in conformità col “piano dell’offerta formativa” e col “patto educativo di corresponsabilità”: in altre parole il tutto avverrebbe solo con l’accordo tra istituti scolastici e genitori, senza nessun obbligo imposto dall’alto.

Il cammino parlamentare

Il disegno Zan è tuttavia bloccato in Senato per la discussione e approvazione della Camera alta da mesi, dopo essere stato approvato dalla Camera dei Deputati il 4 Novembre scorso dalla maggioranza giallorossa del Governo Conte II. Tuttavia nel frattempo c’è stato un cambio di maggioranza che include ad oggi parte del centrodestra, cioè Forza Italia e Lega, che sono apertamente schierati contro questa legge. Il presidente della commissione Giustizia, dove il testo è in esame, Andrea Ostellari, della Lega, autoinvestitosi del ruolo di relatore della proposta, ha rinviato a lungo la discussione del provvedimento (più di 5 mesi ormai) adducendone la causa a problemi tecnici di disorganizzazione dei capigruppo, a dinamiche interne di gestione dei lavori del Senato, e alla maggiore priorità di altre proposte di legge (come l’organizzazione dell’esame di stato di abilitazione alla professione forense durante l’emergenza covid e la discussione di una legge sul maltrattamento degli animali) . Ora che la proposta è stata finalemente calendarizzata il 28 aprile è probabile che, durante i lavori vengano proposti emendamenti e inizi una dinamica di stallo tra il centrodestra, che propone modifiche, e il centrosinistra, indisposto ad accettare emendamenti al testo. Il problema non riguarda solo i contenuti: secondo la procedura legislativa se il testo, in commissione o in Aula, venisse modificato dovrebbe tornare alla Camera, causando un ulteriore prolungamento dell’iter.

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