Clima teso nell’ultima seduta del Consiglio comunale. A denunciarlo è il consigliere Antonio Alfano, che in un comunicato stampa parla apertamente di un “forte arretramento della politica” e di scelte che rischiano di minare la credibilità delle istituzioni cittadine.
Al centro delle polemiche una modifica regolamentare sostenuta dal consigliere Giovanni Nastelli. Secondo Alfano, l’intervento normativo sarebbe stato promosso nel tentativo di risolvere un conflitto politico interno e avrebbe avuto come obiettivo principale il mantenimento dell’incarico di capogruppo, configurandosi di fatto come una misura “ad personam”.
Il consigliere sottolinea come la proposta sia passata anche grazie al senso di responsabilità e alla disponibilità al dialogo dimostrati dai membri della Commissione Statuto, che tuttavia hanno ritenuto necessario intervenire sul testo. Proprio per evitare effetti distorsivi, la Commissione ha infatti presentato emendamenti correttivi, con l’intento di rendere la modifica più chiara, efficace e coerente con i principi generali dell’azione amministrativa.
Resta però, secondo Alfano, il nodo politico: “Per tempi e modalità – afferma – la revisione delle regole rischia di essere percepita come un intervento finalizzato a tutelare un incarico e i benefici ad esso connessi, piuttosto che a migliorare il funzionamento dell’istituzione consiliare”.
Una dinamica che, sempre secondo il consigliere comunale, si inserisce in una gestione della cosa pubblica che piega gli strumenti normativi a esigenze individuali, compromettendo l’interesse generale e alimentando la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
Nel suo intervento Alfano richiama il significato più alto dell’impegno politico, che dovrebbe essere “responsabilità, visione e servizio alla comunità”, avvertendo che quando la politica diventa tutela di interessi personali “tradisce il mandato ricevuto dagli elettori”.
Infine, l’impegno personale: Alfano assicura che continuerà a operare con coerenza, trasparenza e spirito costruttivo, affinché il Consiglio comunale possa tornare a essere un luogo di confronto serio e di decisioni assunte esclusivamente nell’interesse della città.
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