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Castellammare - L'amministrazione Vicinanza sotto pressione: fratture, appoggi esterni e scenari in movimento

Apuzzo critico con l'operato del sindaco, Ruotolo invoca gli Stati Generali, Cioffi chiede scusa a Cimmino, mentre parte della minoranza "sorregge" in silenzio l’esecutivo. Intanto Elefante parla di "schemi già visti".

tempo di lettura: 4 min
di Alessio Esposito
11/05/2025 09:12:03

Un anno dopo le elezioni che hanno chiuso la lunga parentesi del commissariamento, la politica stabiese torna ad aggrovigliarsi sulle consuete difficoltà: un mosaico fragile, fatto di alleanze mobili, tensioni sommerse e parole che pesano più dei numeri. È bastata una conferenza stampa, qualche frase affilata, per cambiare il baricentro del dibattito cittadino.

“Appoggio esterno”, ha detto Apuzzo. In sintesi: cambio di passo, altrimenti il gruppo è fuori dalla maggioranza. Parole misurate, ma dal peso specifico notevole. Non solo perché segnano una frattura tra il sindaco e il gruppo Base Popolare Democratici e Progressisti, una delle forze politiche che hanno contribuito alla vittoria elettorale di Vicinanza. Ma perché si inseriscono in un contesto in cui le crepe nella maggioranza iniziano a farsi visibili anche agli occhi meno attenti.

A dare ulteriore spessore al messaggio è la presenza e il sostegno di Salvatore Vozza, figura storica della sinistra civica e voce autorevole in città. Insieme, i due pongono una questione politica che va oltre l’amministrazione corrente: quella dell’identità e della direzione di una coalizione che, nata come promessa di discontinuità e riscatto dopo lo scioglimento per infiltrazioni, oggi si confronta con la realtà della gestione e le aspettative inevase.

Il malessere espresso da Apuzzo tocca nodi concreti e irrisolti sul territorio. Un messaggio che è stato raccolto anche dal consigliere del Partito Democratico Sandro Ruotolo, che ha chiesto l’apertura di una nuova fase politica attraverso l’avvio degli Stati Generali per Stabia: un percorso di ascolto, confronto e rilancio del progetto civico.

Nel frattempo, altri segnali hanno iniziato a incrinare il perimetro della maggioranza. È il caso del consigliere Domenico Cioffi, che ha fatto scalpore con un’uscita pubblica nella quale ha chiesto scusa all’ex sindaco di centrodestra Gaetano Cimmino - la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche - sottolineando come “la montagna abbia partorito il topolino, anzi il moscerino, anzi niente”. Parole che toccano una ferita ancora aperta e che, al netto della fedeltà ancora dichiarata a Vicinanza, rivelano una crescente disillusione tra le file della stessa coalizione.

In questo clima teso, non è passato inosservato neppure un intervento social del presidente del consiglio comunale, Roberto Elefante, che ha affidato a un post una riflessione dal tono secco e allusivo: "Schemi già visti e rivisti. Siete tatticamente carta conosciuta". Parole che, pur non facendo nomi, sembrano rivolgersi alle prese di posizione delle ultime ore, lasciando intendere fastidio per strategie politiche percepite come ricorrenti o prevedibili.

Eppure, la maggioranza resta salda. A sorreggerla, al momento, è anche un asse silenzioso  con una parte dell’opposizione: i consiglieri Antonio Alfano, Ciro Di Martino, Mario D’Apuzzo e Rosanna De Simone non si espongono, non alzano la voce in aula, ma su molti provvedimenti strategici sembrano garantire il numero legale e un sostegno implicito alla giunta. Un’area di minoranza che, di fatto, si comporta come una "stampella" della maggioranza senza pretenderne i riflettori, offrendo così a Vicinanza una stabilità numerica utile ma al tempo stesso politicamente fragile.

Nel frattempo, il tema di un possibile rimpasto di giunta inizia a circolare con insistenza nei corridoi del Comune. Ridistribuire deleghe, riequilibrare rappresentanze, offrire spazi a chi oggi tiene in piedi il sistema senza visibilità ufficiale potrebbe essere l’unica strada per evitare un progressivo sfaldamento. Tuttavia, un rimpasto non è mai solo un atto tecnico: comporta scelte politiche nette, esclusioni, compromessi. E in una fase in cui la coesione sembra già minacciata da correnti divergenti, anche un piccolo spostamento può generare effetti imprevedibili.

Tutto questo si intreccia con il calendario delle elezioni regionali di autunno, che promettono di ridisegnare non solo le alleanze partitiche ma anche i rapporti di forza sul territorio. Chi sarà candidato? Chi verrà sostenuto? Chi starà con chi? Interrogativi che pesano sull’oggi quanto sul domani, perché ogni scelta regionale avrà riflessi diretti sugli equilibri locali, soprattutto in un contesto dove le forze civiche e i partiti tradizionali convivono in un fragile equilibrio.

A un anno dall’elezione, l’amministrazione Vicinanza è dunque davanti a un bivio. Continuare a galleggiare su accordi tattici e appoggi esterni, rischiando un logoramento lento, o raccogliere il segnale lanciato da Apuzzo, Vozza e Ruotolo per aprire una fase nuova, più coraggiosa, più trasparente, forse anche più faticosa. In entrambi i casi, la stagione dell’attesa sembra essersi chiusa. Per Castellammare, è tempo di decidere se il cambiamento annunciato sarà reale o solo narrato.

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