Ferragosto, a Castellammare, è il punto e a capo della stagione politica. Qualche giorno di tregua, poi il calendario impone l’unico verbo che conta: correre. In autunno si vota per le Regionali e gli equilibri cittadini rischiano di rimescolarsi, a partire dal Partito democratico (principale forza politica della maggioranza), ancora alle prese con tensioni interne, mentre l'opposizione fa fatica a compattarsi.
I temi non mancano e sono tutti ad alta temperatura: lavoro e sviluppo dell’area portuale, turismo e accoglienza, mobilità (tra porti, EAV e viabilità), acque e Antiche Terme, rigenerazione urbana e politiche sociali. La narrazione elettorale promette di giocarsi su due piani: i progetti già finanziati che rivendicano continuità e le promesse di svolta che chiedono tempi e risultati misurabili. In mezzo, la città che chiede soprattutto governabilità.
Sul versante amministrativo, resta sullo sfondo l’ipotesi di un rimpasto: non è escluso che si apra una finestra a ridosso delle urne per nuovi equilibri, ma l’opzione più probabile è che un rimescolamento di carte arrivi dopo, quando i numeri regionali restituiranno il peso reale di ciascuno. In quel caso, la geografia delle deleghe potrebbe cambiare con effetto domino su società partecipate, piani in corso e priorità di spesa.
Ferragosto consegna dunque una foto sospesa: sorrisi in spiaggia, telefoni che squillano piano, riunioni rimandate al giorno dopo. Ma sotto traccia i dossier si muovono e i contatori scorrono. Da settembre, niente più alibi: candidati, coalizioni, programmi. E soprattutto un banco di prova semplice: chi saprà trasformare schede e slogan in decisioni operative sulla città. Perché, al netto delle appartenenze, è lì che si misura la politica: nei cantieri che aprono, nei servizi che funzionano, nelle risposte che arrivano in tempo.
Le Vespe pronte all’esordio stagionale contro una squadra di Serie A. Il tecnico carica il gruppo: «Abbiamo lavorato duro, serve coraggio e identità».