Dopo la lettera aperta dell’europarlamentare Sandro Ruotolo, che ha richiamato il sindaco Vicinanza e la sua maggioranza alle responsabilità politiche, arriva il duro contrattacco di Forza Italia. Il segretario cittadino del partito, Nello Di Nardo, firma un comunicato in cui definisce l’intervento di Ruotolo “una nota tardiva”, giunta soltanto ora che “la macchina amministrativa mostra tutte le sue crepe” e mentre la magistratura ha già avviato approfondimenti.
Secondo Di Nardo, il monito dell’europarlamentare avrebbe avuto ben altro peso se pronunciato all’inizio della consiliatura, non oggi, “timidamente”, quando la giunta è ormai – a suo dire – in piena crisi. Il segretario azzurro rivendica che Forza Italia, solo pochi giorni fa, aveva già parlato di un sindaco “all’ultima spiaggia”, e suggerisce che la presa di posizione di Ruotolo sia stata sollecitata proprio dalle denunce del partito.
Il cuore del comunicato, però, riguarda – come già accaduto in altre reazioni politiche – la fragilità della vasta coalizione civica e partitica che aveva sostenuto Vicinanza alle elezioni. “Un carrozzone di quattordici liste”, sostiene Di Nardo, che fin dall’inizio presentava elementi critici ben noti a tutti gli attori politici, incluso Ruotolo. Le riflessioni odierne dell’europarlamentare sui meccanismi di raccolta del consenso, su figure ora attenzionate dalle indagini e sulle dinamiche nei quartieri più sensibili sarebbero, per il segretario di FI, “constatazioni tardive”: fondate, sì, ma ben note già prima del voto.
“Si preferì il silenzio”, accusa Di Nardo, sottolineando come allora quel capitale elettorale fosse considerato troppo prezioso per essere messo in discussione da PD e alleati. Oggi, invece, si scoprirebbe ciò che allora non si voleva ammettere. Ruotolo, nel mirino del segretario, viene descritto come colui che denuncia lo “sfasciume” – termine usato proprio dal sindaco Vicinanza – ma solo quando l’amministrazione ha ormai perso credibilità.
Di Nardo non risparmia riferimenti diretti: “Per sapere chi drenava voti in città non servivano osservatori, università o comitati etici: bastava conoscere Castellammare. Il dottor Vicinanza non la conosceva, ma gli altri dirigenti politici sì, eccome”.
Il passaggio più critico del comunicato riguarda la decisione annunciata da Ruotolo di votare comunque il bilancio comunale “per senso di responsabilità”, prima di trarre le dovute “conseguenze”. Una posizione definita dal segretario “surreale” e segno di “incoerenza di ferro”. “La giunta è finita, il sindaco non è credibile, il Consiglio è compromesso… però il bilancio lo votiamo ugualmente”, commenta Di Nardo, paragonando questa logica al “fiume Sarno in piena dopo un temporale”.
Per il segretario di Forza Italia, l’atteggiamento del centrosinistra si confermerebbe come una “chirurgica contraddizione”: indignazione pubblica, ma sostegno concreto agli atti che tengono in piedi l’amministrazione che si definisce al capolinea.
La lettera di Ruotolo si chiudeva con un appello alla verità, alla democrazia e alla città. Di Nardo ribalta quell’appello: “Parole nobili, ma avrebbero dovuto essere la bussola fin dall’inizio, non l’epilogo dopo un anno di silenzi e accomodamenti”. Il segretario conclude affermando che Castellammare avrebbe bisogno di un “momento di verità”, in cui la politica finalmente anticipi le inchieste, anziché arrivare — ancora una volta — solo dopo.
Il dibattito politico in città, intanto, si fa sempre più incandescente, mentre l’amministrazione Vicinanza appare stretta fra pressioni interne, accuse esterne e un clima di crescente incertezza istituzionale.
