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Castellammare - Di Maio si dimette ufficialmente e attacca. «Nel PD macellai della parola»

L'ormai ex consigliere comunale contro Ruotolo e parte del PD: «Sarebbe più serio chiedersi come mai certe concessioni pubbliche, montane e marittime, in cui l’accesso dovrebbe essere libero, siano finite nelle mani di chi la camorra la conosceva benissimo».

tempo di lettura: 4 min
10/12/2025 19:16:08

L'aveva preannunciato la settimana scorsa, ieri pomeriggio ha protocollato la lettera di dimissioni. L'ormai ex consigliere comunale Nino Di Maio ha comunicato ufficialmente la sua decisione al presidente del Consiglio Comunale, al sindaco ed al Segretario Comunale. «Oggi, 9 dicembre 2025, nel primo pomeriggio, ho rassegnato formalmente le mie dimissioni dalla carica di Consigliere comunale di Castellammare di Stabia. Una decisione sofferta ma inevitabile: per amore della città, per rispetto dei cittadini che mi hanno inondato di messaggi con un unico incoraggiamento – “Vai avanti!” – e per senso dello Stato. Chiedo scusa a chi mi ha chiesto di resistere, ma non potevo permettere che il Consiglio comunale diventasse il palcoscenico di una macelleria politica costruita da certi macellai della parola, presenti ai vari livelli della galassia PD, sempre pronti a trasformare vicende personali in armi di propaganda. Non potevo accettare che, mentre confido pienamente nella magistratura – come ho sempre fatto –, la mia persona venisse gettata nel tritacarne della demagogia più sguaiata. E, per favore, lasciamo stare l’uso improprio delle anime dei “nostri padri”: Dio è misericordioso, ma la manipolazione politica resta un peccato tutto terreno. La camorra stabiese è una piaga che ha devastato il vivere sociale della città. C’è chi si è assuefatto negli anni, e c’è chi – come me – l’ha combattuta ovunque, in ogni sede istituzionale, assumendosene i rischi, pagando sulla propria pelle l’usura, le minacce, perfino intimidazioni rivolte ai propri familiari, anche nel mondo dello sport. E fa sorridere l’indignazione improvvisa di chi oggi pontifica sulla legalità proponendo la questione delle parentele ed affinità dimenticando quel “passato che non passa».

Quindi passa al contrattacco, in particolare Di Maio punta il dito contro Ruotolo. «Prima di accusare Nino Di Maio per aver preso voti nel quartiere in cui vive – come ha fatto l’On. Ruotolo – sarebbe più serio chiedersi come mai certe concessioni pubbliche, montane e marittime, in cui l’accesso dovrebbe essere libero, siano finite nelle mani di chi la camorra la conosceva benissimo… e non per sentito dire. Chi grida allo scandalo per i miei voti a Scanzano sappia che Scanzano non è un’etichetta criminale: non permetto a nessuno di accusare me di rappresentare un clan perché sono stato votato nel mio quartiere. Questo è un atto di vigliaccheria civile e culturale. Chi racconta questa favola non colpisce me: offende migliaia di cittadini onesti. Offende chi vive a Scanzano da decenni, chi lavora, chi resiste, chi sopporta servizi inesistenti e pregiudizi incollati addosso come un marchio. Offende quelli che mi hanno votato: i lavoratori che si tappano le buche da soli perché il Comune non arriva; gli imprenditori che devono abbellire a proprie spese la stradina degli alberghi per non farci vergognare davanti ai turisti; le famiglie che convivono da anni con cataste di rifiuti che nessuno si decide a togliere. Scanzano Caro Ruotolo è anche questa. Allora dovresti anche preoccuparti di come si vive o cosa si fa a Scanzano per quei bambini che ,con la chiusura dell’oratorio dei salesiani inventano un campo di calcio con quattro pietre, mentre altrove si inaugurano palestre e campetti. È meno male che la parrocchia ,con don Catello e la Sua squadra di collaboratori ,sta facendo di tutto per surrogare inadempienze sociali e ,recentemente anche svago e sport educativo.
Onorevole Ruotolo, quando dipingi Scanzano come una colonia criminale, racconti una bugia comoda, che fa rumore ma non fa giustizia. E soprattutto eviti accuratamente di chiederti come mai dovrebbe preoccupare che io sia votato nel quartiere dove vivo, e non che tu sia stato votato in rioni nei quali non sei mai stato residente. Se davvero sostieni che il voto “di territorio” sia sospetto, allora sii uomo fino in fondo: non dire che il problema è Nino Di Maio, di’ chiaramente che per te il problema sono i voti di Nino Di Maio. E se hai questa certezza, allora abbi anche il coraggio di chiedere al Sindaco che chi subentra con quei voti resti fuori dalla maggioranza che sostieni. Vediamo se la coerenza regge quanto la tua retorica. A Nicola Corrado rispondo con una semplice immagine: quando Gesù disse “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, nessuno la scagliò. Oggi invece vedo fiorire interi campi di pietre, scagliate da chi dovrebbe almeno guardarsi allo specchio prima di impartire lezioni morali. Io esco dal Consiglio comunale a testa alta, senza piegarmi al gioco delle etichette e senza prestarmi alla propaganda di chi usa quartieri e famiglie come pedine. Tutto si chiarirà, e quando accadrà resteranno impressi non i miei passi, ma le parole – e le responsabilità – di chi oggi si esercita nel vile tiro al bersaglio».

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