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Napoli-Roma alle porte, gli azzurri chiamati all'esame Mourinho

Napoli-Roma è il match previsto al Maradona per le 20.45 di domani.

tempo di lettura: 5 min
di Antonio Ingenito
28/01/2023 12:04:08

Il Napoli si appresta a sfidare la Roma nel posticipo domenicale delle 20.45 allo stadio Maradona, gara valevole per la 20esima giornata di serie A. Inizia, dunque, il girone di ritorno e parte subito con una super-sfida al vertice, che sarà senz’altro utile a fornire ulteriori indicazioni sullo stato delle due compagini. Da una parte, il Napoli dei record, che ha chiuso il girone d’andata conquistando 50 punti su 57 disponibili, che ha di gran lunga il miglior attacco della serie A ( con 46 goal realizzati) e parimenti anche la difesa meno perforata del torneo ( con appena 14 reti subite), con gli azzurri che hanno in messo in campo, con continuità da inizio stagione, di sicuro il miglior gioco d’Italia e con ogni probabilità uno dei più apprezzati d’Europa, per armonia, geometrie e bellezza. Dall’altra una Roma solida e arcigna, per la verità mai scintillante col pallone tra i piedi, se non per merito delle folate dei suoi migliori interpreti; con un’espressione di calcio essenziale ma che è bastata a costruirsi, con pragmatismo ed efficacia, una posizione di tutto rispetto, che la vede oggi terza a pari merito con Lazio ed Inter, a quota 37 punti, con una sola lunghezza di distacco dal Milan secondo. La classifica, dal Napoli a scendere, è cortissima: 5 squadre in 3 punti, con le romane, le milanesi e l’Atalanta a fronteggiarsi colpo su colpo.

Troppo presto, però, per rilassarsi e per credere che sia già fatta e questo, in casa Napoli, lo sanno bene. A maggior ragione perché la piazza della Capitale ha cominciato di nuovo a sperare nei sogni di gloria giallorossi e i risultati, del resto, sono incoraggianti: la Roma non perde in gara ufficiale dal 6 Novembre scorso, quando fu proprio la Lazio nel derby ad aver la meglio per 1-0, in una gara comunque sporca e combattuta. Da allora, 6 risultati utili consecutivi in campionato, che diventano 7 complessivi volendo considerare anche il passaggio del turno in Coppa Italia agli ottavi contro il Genoa. Spicca tra questi il rocambolesco 2-2 a San Siro contro il Milan, in una gara che ormai per i giallorossi sembrava già persa e che li vide rimontare il risultato, partendo dal doppio svantaggio, con due goal a cavallo tra l’87esimo e il 93esimo.

Ed è forse quella partita la fotografia perfetta della Roma di Mourinho: una squadra non strutturata per dominare sul piano del palleggio o della manovra, che può subire il gioco dell’avversario anche per tutti gli effettivi di gioco ma che ha ereditato, dal proprio allenatore, un pregio enorme: quello di non morire mai, di non mollare mai del tutto. E di utilizzare, aggiungeremmo noi, le armi a favore: i calci piazzati, la fisicità, i contrasti, le ripartenze e i suoi straordinari uomini davanti. Sì, perché da quando Paulo Dybala ha rimesso piede in campo, è stata tutta un’altra musica. L’intesa col compagno di reparto Abraham è risultata spesso il vero segreto della risalita giallorossa: i due si intendono a meraviglia, fraseggiano come se si conoscessero da sempre e la posizione tra le linee di Dybala, senza dare punti di riferimento, potrebbe essere, per il Napoli, un fastidio da non sottovalutare.

E poi, oltre quei due davanti, c’è una difesa tosta e ruvida: Smalling e Mancini stanno trovando la piena continuità nelle prestazioni, con anche Ibanez che è pienamente uscito alla distanza. Non è un caso che la retroguardia giallorossa, coadiuvata anche da un affidabile Rui Patricio, sia comunque la quarta difesa migliore della serie A ( il dato non inganni, perché nella pratica la Roma ha subito appena 2 goal in più del Napoli, che detiene la palma di miglior difesa). In mediana, due uomini di grande stazza e senso del posizionamento, come Cristante e Matic, proteggono e smistano palloni.

Non è una Roma spettacolare, l’abbiamo precisato a più riprese, ma è senz’altro una Roma cinica, spietata e concreta, come il proprio allenatore. Quel Josè Mourinho che in carriera contro Spalletti non aveva mai perso, fino all’Ottobre scorso, quando Osihmen, con un goal da posizione semi-impossibile, fece il blitz all’Olimpico e regalò al tecnico toscano la prima gioia in carriera contro lo Special-One.

Quello stesso Mourinho che, allo Stadio Maradona ( ex Stadio San Paolo), non ha mai vinto in carriera e che non batte il Napoli da quando allenava l’Inter, in un match disputato a San Siro il 23 Settembre 2009.

La Roma, a Napoli, ha vinto l’ultima volta il 3 Marzo 2018, con un roboante 2-4, mentre Spalletti, contro la sua ex squadra, non perde dal 31 Agosto 2003, quando era allenatore dell’Udinese.

Corsi e ricorsi storici, nella notte del Maradona, che sarà probabile teatro di duelli fisici all’ultimo sangue, come quello che potrebbe veder fronteggiarsi Kim e Abraham o ancora Osihmen e Smalling. Sarà la scenografia della sfida tra il palleggio di Lobotka e le qualità di intercetto e recupero-palla di Cristante, ancora.

Due filosofie totalmente opposte a confronto, in una gara che può dare un’ulteriore spallata al campionato o magari, chissà, raccontarci che la Roma si aggiunge al tavolo delle pretendenti.

Perché del resto la classifica non inganni: è soltanto finito un girone e restano ancora 19 battaglie da affrontare.

Il Napoli, se vuole diventare grande, deve passare anche per lo Special-One. Ma Josè non avrà alcuna voglia di stendere il tappeto rosso.
 

Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Lozano, Osimhen, Kvaratskhelia.

Roma (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Zalewski, Cristante, Matic, Spinazzola; Dybala, Pellegrini; Abraham.

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