Stangata per il clan di camorra di Boscotrecase Gallo-Limelli-Vangone: 2 secoli di carcere per 27 imputati tra cui il boss 41enne Giuseppe Gallo alias Peppe ‘o pazz. Si è chiuso così il secondo grado di giudizio per i soggetti ritenuti dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli esponenti della cosca che estende la sua influenza tra Torre Annunziata e l’area boschese. Il procedimento presso la Corte d’Appello è scaturito dall’inchiesta denominata Pandora Matrix. Il blitz scattò nel 2010 ed aveva al centro traffici di droga, di armi ed estorsioni. Ben 81 persone furono arrestate e furono messi i sigilli a beni mobili ed immobili per 80 milioni di euro. L’Antimafia sottolineò il ruolo chiave dello stratega Giuseppe Gallo, il boss finto pazzo che, grazie alla corruzione di uno psichiatra, riuscì a farsi riconoscere disabile psichico evitando la galera e percependo addirittura una pensione. In Appello, il capoclan è stato condannato a 20 anni di reclusione. Tra gli imputati c’era anche sua madre, Rosaria Vangone: per lei 12 anni di carcere. Uno dei fedelissimi di Peppe ‘o pazz, Luigi Mansi, è invece stato condannato a 16 anni. Tra le condanne più pesanti quella di Antonio Ruggiero a 13 anni e 8 mesi. Quasi tutti gli imputati restanti hanno rimediato tra gli 11 e gli 8 anni di reclusione, uno è stato assolto e per due è scattata la prescrizione.
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»