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Stangata per i sicari del clan di camorra dei Gionta di Torre Annunziata: accusati di due distinti omicidi, sono stati condannati in primo grado all’ergastolo Umberto Onda, di 45 anni alias Umbertino, e Alfonso Agnello, di 53 anni alias chiocchiò. Entrambi sono finiti nelle dichiarazioni rese dai pentiti del clan Michele Palumbo e Aniello Nasto. La sentenza di ergastolo è stata emessa dalla Corte d’Assise di Napoli nelle scorse ore e riguarda appunto gli omicidi di Anna Barbera, a cui hanno preso parte Nasto e Umbertino Onda; e di Vincenzo Amoretto, al cui agguato hanno partecipato Agnello e Palumbo. In particolare il caso di Anna Barbera non molto tempo fa balzò su tutte le cronache nazionali in quanto il suo omicidio è maturato come una vendetta del clan dei Gionta: la donna, infatti, sputò in faccia ai killer di suo figlio, Umberto Ippolito, ucciso il 22 febbraio 1994, ritenuto vicino ai Gionta ed eliminato probabilmente per una sorta di epurazione interna alla cosca. Dieci anni dopo il raid contro Ippolito, il 12 marzo 2004, è stata uccisa la madre dopo che aveva sputato verso gli assassini del figlio che a quei tempi erano a processo. Diverso il caso dell’omicidio Amoretti, consumatosi al rione Penniniello di Torre Annunziata, anche se anch’egli fu ucciso per vendetta. Amoretti, infatti, considerato vicino al clan rivale dei Gallo-Cavalieri, aveva sparato contro la casa dei suoceri del capoclan Pasquale Gionta.
Il tecnico alla vigilia: «È giusto che Castellammare sogni, ma alzando troppo l’asticella si potrebbe creare stress e non dare importanza a quanto di bello è stato fatto.»