La notizia della tua morte mi è arrivata tra capo e collo, proprio mentre stavo battagliando controvoglia con una novità del calcio moderno che non riesco proprio a mandare giù: le interviste in esclusiva ai giornali media partner della società di calcio (una autentica contraddizione in termini frutto delle elucubrazioni di qualche manager da strapazzo). E mi è venuta d'improvviso in mente, quasi come un flash back, una indimenticabile chiacchierata, sotto gli spogliatoi del Menti che ancora profumava d'erba, in cui attaccavi la pavidità del tecnico Zurlini, nell'ultimo anno della tua permanenza alla Juve Stabia, mentre l'indimenticabile custode Giovanni Tramparulo minacciava di cacciarmi. Un trattamento che non meritava assolutamente uno come te, che amava ripetere che non poteva far altro che il calciatore abitando a 400 passi dallo stadio di Fuorigrotta. Scrivo il mio pezzo quotidiano ma i ricordi si accavallano .......Lo sai quale è l'immagine più nitida che ho? Non le magiche punizioni contro Perugia e Salernitana ma il momento in cui fosti sostituito, proprio nel "tuo" San Paolo, durante lo sfortunato spareggio con la Salernitana del 1994. Abbracciasti Romei e, dopo esserti tolto le scarpette, iniziasti a calpestare lentamente l'erbetta quasi a volerti godere sino in fondo quel momento. E, nel sottopassaggio, ricevesti l'abbraccio di tua moglie Simona che, mi dicesti durante l'indimenticabile ritiro di Frontone, avevi conosciuto tramite un "pizzino" con il numero di telefono che ti aveva lanciato nel bus prima di un Genoa-Catanzaro a Marassi. E proprio in quel ritiro Marco De Simone, con le sue creme da sole, era la vittima preferita dei tuoi gavettoni così come Billone Monti, cui regalasti insieme ad Incarbona, una paletta ed un secchiello per sfotterlo sulla sua professione di vigile urbano. E che dire dell'incredulo giornalista siciliano, che ti chiese del perché avessi invertito fascia tra il primo e secondo tempo, a cui rispondesti:"Per non trovarmi al sole:....."
I tanti aneddoti si accavallano, da quelli professionali a quelli sportivi e personali. Dalla cazziata del mio caporedattore per un pezzo sulle mogli dei giocatori, involontariamente a doppio senso, alla sbandata in autostrada con la macchina di mio padre, una mitica Fiat 131, quando segnasti al Torino nel tuo magico anno napoletano. E che dire della imitazione di Romei, durante i festeggiamenti della promozione in C/1, della mia vocina stridula mentre, nei servizi su Canale 21, spesso ripetevo "Musella cincischia sulla palla ...".
Proprio ora mi accorgo che è la prima volta che ti ho nominato, quasi mi mancasse il coraggio di farlo. E allora riposa in pace Nino Musella grande capitano di una Juve Stabia che non c'è più, in cielo troverai già Silvio Gori e spero non litigherete su chi dovrà battere le punizioni .
Gianpaolo
P.S GAETANO MUSELLA EEEEEE OOOOOO
Il tecnico delle vespe si congratula con la squadra di Conte e commenta la vigilia della semifinale play-off di ritorno. «A Cremona partita difficile, dobbiamo fare 98 minuti con il casco in testa, senza abbassare i ritmi. Fortini? Non condivido il suo post sui social»