Cronaca
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Processo al clan Omobono-Scarpa 28 anni al boss

Camorra, alla sbarra la cosca emergente dedita alle estorsioni

tempo di lettura: 2 min
di Amalia De Simone
14/12/2007 13.57.40

Si chiude con condanne esemplari il processo per associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione nei confronti del clan emergente di Castellammare di Stabia Omobono-Scarpa. I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata hanno rispettato quasi del tutto le richieste del pm della dda Maria Antonietta Troncone: 28 anni di reclusione per il ras Michele Omobono, rispettivamente 18 e 17 anni per i fratelli Massimo e Aniello Scarpa, 21 anni per Mario Cannavale, 9 anni e 6 mesi per Raffaele Carolei e Raffaele Martinelli, 10 anni per Giovanni Savarese, mentre i pentiti Luciano Fontana e Ferdinando D’Antuono sono stati condannati rispettivamente a 9 anni e 4 mesi e 7 anni e 7 mesi. Il pm aveva chiesto condanne per complessivi 164 anni. Nel corso della sua lunga requisitoria aveva ricostruito la nascita nel 2003 del clan e l’ascesa dei cosiddetti «emergenti» di Castellammare. Un clan dalla vita breve perché nel giro di due anni la dda è riuscita ad avere la meglio arrestandone gli elementi di peso. Nel 2004 la svolta: Luciano Fontana si pente e comincia a ricostruire le attività del cartello che cercò di prendere il posto della cosca D’Alessandro. Oltre 40 le estorsioni raccontate dal collaboratore di giustizia anche se molti di quei casi sono poi stati archiviati (e meno di una decina di imprenditori hanno risposto alle questioni poste dalla procura). Tra le vicende estorsive viene fatto riferimento (ma non rientra in questo procedimento penale) anche al tentativo da parte dei clan Omobono-Scarpa, Cesarano e D’Alessandro di mettere le mani e controllare il racket sul nuovo porto turistico stabiese. Quelle rivelazioni e una serie di intercettazioni e controlli consentirono l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare che scompaginarono il clan. Il padrino Massimo Scarpa era stato scarcerato nel 2003 dopo 18 anni di detenzione: questa inchiesta lo riportò dietro le sbarre nel novembre del 2004.

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