Pompei, ore 12 circa. Davanti al Santuario di Pompei, tra curiosi e passanti, un’auto scintillante attendeva l'uscita degli sposi dalla chiesa. Tutto sembrava filare liscio, ma la realtà stava per rovesciare il copione.
Gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Pompei, coordinati dal vicequestore Antonio Concas, si sono avvicinati all’auto per un controllo di routine. E' bastato poco per scoprire che qualcosa non tornava. L’assicurazione era scaduta da marzo, la carta di circolazione mancava del tutto e il veicolo, pur immatricolato per uso proprio, risultava utilizzato a fini di noleggio. Un’anomalia dietro l’altra.
La vicenda si complica quando emerge che si trattava di un caso di sub-noleggio: il proprietario aveva affidato l’auto a una persona che, a sua volta, l’aveva “noleggiata” a terzi. Il tutto per la cifra di 750 euro, un solo giorno di utilizzo, il giorno del matrimonio. Il veicolo è stato posto sotto sequestro.
Gli agenti, con estrema gentilezza, hanno fatto gli auguri agli sposi che, a loro volta, li hanno invitati al ricevimento. Un invito declinato ma che ha contribuito a rasserenare gli animi e permettere alla cerimonia di proseguuire felice.
Una giornata ricca di tensione, dunque, ma anche una lezione di disciplina burocratica e sicurezza stradale per chi ha l’ardire di correre rischi in nome della festa.
La vicenda mette in luce come i controlli di routine possano svelare situazioni complesse e potenzialmente pericolose, anche in contesti apparentemente gioiosi.
I protagonisti della storia hanno reagito con diplomazia e cortesia, dimostrando che la responsabilità resta la migliore cornice per ogni evento memorabile.
L'analisi di Abate. «Vittoria preziosa, fondamentale mantenere il ritmo degli avversari. Ringrazio i tifosi»