Questa mattina, dal sagrato del Santuario di Pompei, s’è elevato il grazie di tutto il popolo dei devoti della Madonna del Rosario per la canonizzazione del Fondatore Bartolo Longo, proclamato santo domenica 19 ottobre, in Piazza San Pietro, da Papa Leone XIV.
A presiedere la Santa Messa è stato il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, che – come evidenziato dall’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, nel saluto introduttivo – ha tanto operato perché Longo venisse elevato all’onore degli altari. «Egli – ha ricordato Monsignor Caputo – nacque nel 1841 a Latiano, nel territorio della diocesi di Oria, di cui lei è stato Vescovo dal 1998 al 2004. Nell’alto incarico che ora ricopre, la devozione per Bartolo Longo è divenuta impegno assiduo e instancabile perché la Chiesa ne riconoscesse la santità. Un impegno colmo di venerazione e amore per l’avvocato pugliese che, redento dal peccato e giunto in una Valle sconsolata, fondò, insieme alla Consorte Marianna Farnararo De Fusco, il Santuario, le Opere di carità, la nuova Città di Pompei e la Congregazione delle benemerite “Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei”».
«I santi – ha detto il Cardinale – sono i capolavori della grazia di Dio, le opere d’arte che il Padre ha formato con quelle che sant’Ireneo di Lione chiamava le sue due mani, ossia il Figlio e lo Spirito Santo. Questa verità ci apre il cuore all’esercizio delle virtù cristiane, come ha detto Leone XIV nella sua omelia di domenica scorsa dopo il rito di canonizzazione dei sette nuovi santi, fra cui il nostro San Bartolo Longo. Ha detto che i santi “con la grazia di Dio hanno tenuto accesa la lampada della fede, anzi, sono diventati loro stessi lampade capaci di diffondere la luce di Cristo”». San Bartolo «fu uomo dalla fede profonda; uomo, aggiungerei, di una fede sempre in cammino. Fu, il suo, un autentico “itinerario” di fede, un cammino fatto – come ogni cammino umano, del resto – di percorsi diritti e di vie tortuose, di luci e di ombre, ma quando è guidato dalla fiducia nella divina Provvidenza raggiunge la sua meta. Si potrebbe dire che la santità di Bartolo Longo è direttamente connessa alla sua vita di fede ed è il risultato di una serenità interiore maturata nell’esperienza dell’incontro con Dio, testimoniata e sostenuta da una vita di preghiera che aveva i suoi punti fermi nella santa Eucaristia, di cui si cibava quotidianamente, e nell’amore alla Vergine del Santo Rosario. Questo Santuario e tutte le sue Opere ne danno testimonianza».
Il Cardinale ha poi ricordato le Opere di carità realizzate da San Bartolo insieme alla Consorte Marianna Farnararo De Fusco: l’Orfanotrofio femminile avviato nel 1887, l’Ospizio per i figli dei carcerati sorto nel 1892, l’Istituto per le figlie dei carcerati nato nel 1922. E inoltre «nel 1897 fondò, sempre con Consorte, le “Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei”, quali “perpetue lodatrici della Vergine di Pompei”, attente alle opere di carità e in particolare alle orfanelle, agli asili pompeiani, alle fanciulle del popolo e soprattutto alle ragazze inferme». «Tutto questo conosce oggi una nuova vita e anche un adeguamento alle nuove emergenze», ha spiegato Semeraro pensando «all’Istituto Bartolo Longo, che, continuando la missione per i figli dei carcerati, ora accoglie e forma bambini e ragazzi provenienti da situazioni familiari difficili, con la guida dei Fratelli delle Scuole Cristiane; al Centro educativo “Beata Vergine del Rosario”, condotto dalla Suore Domenicane di Pompei, ove, tra le altre opere, la Casa Emmanuel ospita minori e madri in difficoltà; al Centro per il Bambino e la Famiglia “Giovanni Paolo II” con cinque Case Famiglia affidate a diverse realtà ecclesiali; alla Mensa per i poveri “Papa Francesco”, gestita dal Sovrano Militare Ordine di Malta». Un santo del sociale, il cui carisma vive ancora oggi. «Siamo abituati a parlare di santi sociali nella Torino dell’Ottocento – ha evidenziato il Cardinale, citando il recente libro del giornalista Angelo Scelzo, “Bartolo Longo. La santità che si fa storia” – ma noi dobbiamo far riferimento anche al nostro Sud. Bartolo Longo è stato un genio nella santità del sociale».
Semeraro ha espresso gratitudine al «Signore, ma non possiamo non unire nel nostro grazie il defunto Papa Francesco, che decise a suo tempo la canonizzazione. Quando gli ricordai le tante chiese dedicate alla Madonna di Pompei in Argentina, mi disse: “È santo!”. Ringraziamo Papa Leone XIV, che ha proclamato santo Bartolo Longo. Eletto alla cattedra di Pietro l’8 maggio scorso, concludendo il suo primo saluto alla Chiesa e al mondo disse: “Oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore”. Preghiamo, allora, con le parole della Supplica: “Benedici, o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice”». Al termine della Messa, lo stesso Cardinale ha guidato la recita della celebre preghiera, che San Bartolo compose nel 1883. È di solito recitata, in forma solenne, l’8 maggio e nella prima domenica di ottobre, mese del Rosario.
A margine del rito il Prefetto ha benedetto una campana, dedicata proprio a San Bartolo, donata dalla sede campana dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, guidata dal presidente Nino Apreda. È una vera opera d’arte: sulla sua superficie riporta sia l’immagine del Santo Fondatore sia lo stemma pontificio di Papa Francesco, che a febbraio scorso approvò i voti favorevoli della Sessione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi membri del Dicastero delle Cause dei Santi per la canonizzazione di Longo. Sarà collocata nel Piazzale San Giovanni XXIII, dove tante volte sono accolti i grandi pellegrinaggi che hanno come meta il Santuario di Pompei.
Il rito di oggi, animato dal Coro Pompeiano “Don Franco Di Fuccia” e trasmesso in streaming sulla pagina Facebook del Pontificio Santuario di Pompei e dall’emittente Canale21, ha visto la partecipazione di migliaia di fedeli. Hanno concelebrato l’Arcivescovo Luigi Travaglino, Nunzio Apostolico; Monsignor Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni; Monsignor Giuseppe Giudice, Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno; Monsignor Arturo Aiello, Vescovo di Avellino; Monsignor Alfonso Raimo, Vescovo Ausiliare di Salerno-Campagna-Acerno.
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