Il 21 novembre 2013 morivano Nunzia Cascone e Anna Ruggirello, madre e figlia, a seguito di un terribile incidente stradale avvenuto nei pressi della rotatoria tra via Antonio Morese, via Ripuaria e via Casone. Le due donne viaggiavano a bordo della loro auto, una Fiat Panda gialla, contro la quale si schiantò violentemente una Fiat Grande Punto nera guidata da un militare della guardia di finanza. L’impatto fu devastante. La macchina delle due donne finì contro il parapetto posto all’angolo tra via Antonio Morese e via Ripuaria, precipitando nelle acque del fiume Sarno. Cinque giorni di ricerche estenuanti e poi il rinvenimento ‘parziale’. La Fiat Panda fu recuperata ma, al suo interno, c’era solo il corpo di Anna. Quello di sua madre fu ritrovato mesi dopo in Sardegna, ad Argus. Una tragedia senza precedenti per la storia pompeiana, che in tanti non hanno assolutamente dimenticato. A distanza di due anni, non è cambiato nulla per il punto dell’impatto fatale. C’è ancora il parapetto ripiegato dall’urto, isolato con transenne disposte per segnalare ai veicoli la situazione di potenziale pericolo. Ed è proprio questo il motivo per il quale, molti cittadini sono indignati. L’opinione diffusa è che una tragedia simile avrebbe dovuto attivare immediatamente una serie di provvedimenti mirati ad una messa in sicurezza dell’area pienamente risolutiva. La questione della pericolosità degli argini del fiume Sarno è sotto gli occhi di tutti. Tra parapetti ammaccati e, per alcuni tratti addirittura inesistenti, l’incolumità delle persone è a rischio costante.
Scuole, istituzioni e cittadini protagonisti di un evento corale sul lungomare stabiese per rendere omaggio alla nave più iconica della Marina Militare Italiana.