Cronaca
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Castellammare - Sciopero Fincantieri. I sindacati: ''Vogliamo nuovi carichi di lavoro, non possiamo vivere di cassa integrazione''

Tutti coesi al grido: "Lavoro". I dipendenti del cantiere e dell'indotto chiedono il rilancio locale e l'incontro con le autorità

tempo di lettura: 3 min
di Gioacchino Roberto Di Maio
18/06/2012 12.53.40

Lo sciopero di stamane

Si è tenuto stamane lo sciopero di 3 ore indetto dalla RSU e dall'indotto Fincantieri dalle ore 9 alle 12. I lavoratori, partendo da Piazza Giovanni Amendola, hanno formato un corteo che è giunto sino al bivio di Pozzano, là dove hanno poi stazionato impedendo il passaggio alle auto sulla statale sorrentina. A 3 anni dall'8 giugno 2009, data in cui l'amministrazione centrale Fincantieri aprendo la CIGO ha dichiarato che ci si trovava di fronte ad una crisi congiunturale legata ad un'assenza di commesse che andava gestita tra azienda e OO.SS., i dipendenti e la RSU di Castellammare di Stabia chiedono un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico che vada in una direzione di rilancio del cantiere locale tramite lo studio di fattibilità per il bacino di costruzione e l'acquisizione di nuove commesse per permettere a tutti i lavoratori di Fincantieri e dell'indotto di tornare in fabbrica. Lo sciopero è stato pacifico e civile, un unico momento di tensione si è avuto quando una donna, invitata in un primo momento ad indietreggiare con la propria auto, ha avuto un diverbio con le forze dell'ordine ottenendo poi il passaggio a bordo dell'autovettura della Polizia Municipale in quanto arrestata. Risolta pacificamente la questione, la manifestazione è continuata serenamente al grido coeso di "Lavoro". "Siamo reduci da mesi di fermo, non abbiamo avuto risposte né da parte delle amministrazioni regionali, né dal Ministero dello Sviluppo Economico, né dal Comune di Castellammare - spiega Giuseppe Giovedì, sindacalista della UGL di Fabbrica -, non possiamo vivere di sola cassa integrazione, è il momento di portare carichi di lavoro. La Regione Campania deve comprendere che questo cantiere va semplicemente rilanciato. Mi spaventa la poca presenza delle autorità politiche locali, è vergognoso che siano presenti pochissime unità. Senza carichi di lavoro la nostra cantieristica morirà e con essa la città, chiediamo un incontro con le parti per discutere delle nostre vitali esigenze". "Chiediamo il rispetto degli accordi di novembre, quando la Regione, le autorità portuali, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Sindaco stabiese Luigi Bobbio hanno firmato un'intesa per la rinascita di Castellammare - sottolinea Luigi Scarica, sindacalista della Failms -, abbiamo atteso 6 mesi, a giugno le parti, dopo lo studio di fattibilità, avrebbero dovuto stipulare un accordo di programma. Il Ministro Passera invece persiste nel non convocarci e ciò che fa più male è che sette cantieri su otto del gruppo hanno ricevuto la mission produttiva, solo il nostro resta con un punto interrogativo. Siamo tornati in piazza civilmente per lanciare un segnale al Prefetto di Napoli, tuttavia nei prossimi giorni siamo pronti a manifestare con maggior vivacità se nulla dovesse muoversi. Faremo capire che per noi ed i ragazzi dell'indotto, per cui a giugno terminerà la copertura economica semestrale, si prospetta un'estate davvero durissima". "Chiediamo commesse per permettere di sopravvivere a chi vive di Fincantieri - afferma Francesco D'Auria, responsabile Fiom -, i ragazzi dell'indotto a breve dovranno confrontarsi con il termine della cassa integrazione a giugno, senza lavoro si ritroveranno in notevoli difficoltà. L'azienda deve assolutamente rilanciare il nostro stabilimento". "Abbiamo dimostrato nuovamente di essere in grado di costruire navi - evidenzia Vincenzo Vicedomini, rappresentante Fim-Cisl -, ci auguriamo che Fincantieri tenga ben presenti le nostre professionalità. Questo cantiere va rilanciato nella sua interezza, abbiamo bisogno di nuove navi per riportare all'antico splendore la cantieristica locale e la città di Castellammare. L'azienda deve assolutamente ridiscutere la ripartizione dei carichi di lavoro per darci nuova linfa". Non dovessero esserci novità a stretto giro di posta, i lavoratori scenderanno nuovamente in piazza.

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