Quarantaquattro anni fa, il 23 novembre 1980, alle 19:34, la terra tremò con una violenza che lasciò un segno indelebile nella storia e nell’anima di Castellammare di Stabia. Il terremoto dell’Irpinia, di magnitudo 6.9, non risparmiò la città, che pianse le sue vittime e si risvegliò tra macerie e silenzi. Tra le quasi 3000 vite spezzate in quella tragedia, 24 erano stabiesi. Persone, volti, storie che la città non ha mai dimenticato e che ogni anno vengono ricordate con profondo dolore.
Le ferite di quel giorno restano visibili nei palazzi mai ricostruiti, nelle strade del centro antico che sembrano ancora portare il peso di quel momento drammatico, nei quartieri che raccontano di una comunità che ha dovuto ritrovarsi, ma che non è più tornata la stessa. Castellammare porta dentro di sé i segni di un passato che continua a farsi sentire, tra i ricordi dei sopravvissuti e i vuoti lasciati da chi non c’è più.
La città, quella notte, si strinse in un abbraccio collettivo, cercando di resistere alla paura, al freddo e alla devastazione. Le famiglie si raccolsero nelle piazze, cercando conforto sotto un cielo che sembrava improvvisamente troppo grande. Le lacrime si mescolarono alla polvere, e il dolore unì una comunità che aveva perso tanto, ma che non si arrese.
La ricostruzione, iniziata con speranze e promesse, non è mai riuscita a guarire completamente le ferite. Interi quartieri furono ridisegnati, ma il cuore di Castellammare, il suo centro antico, rimase segnato, quasi come un monito a non dimenticare. Le case abbandonate e i vicoli silenziosi raccontano oggi quel dolore, che si mescola alla nostalgia per una città che avrebbe voluto tornare alla normalità, ma che non ha mai smesso di sentire il peso di quella notte.
Oggi Castellammare si ferma per ricordare. Ricorda le 24 anime che ha perso, le storie interrotte, le mani che hanno scavato tra le macerie. Ricorda il silenzio che calò dopo il boato e la forza di chi, nonostante tutto, trovò il coraggio di rialzarsi. In ogni angolo della città si avverte il peso della memoria, ma anche la speranza che il ricordo possa essere una guida per costruire un futuro più sicuro e consapevole.
Castellammare non dimentica. Non dimentica le sue vittime, le sue strade ferite. E ogni anno, il 23 novembre, si stringe attorno a quel ricordo, portando con sé il dolore e l’amore per una comunità che non si è mai arresa.
«Non ci siamo accontentati del pareggio, questa è la vittoria della nostra gente, del ds, del presidente e della società tutta. Ora testa alla Cremonese, dispiace avere solo pochi giorni per preparare la partita».