Il fiume Sarno? Un business per la camorra. E’ quanto emerge dall'inchiesta aperta dalla magistratura dopo le ultime vicissitudini che hanno interessato il fiume che sfocia al confine dei comuni di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata. Un’ipotesi emersa nel corso degli interrogatori condotte dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Salemo Vincenzo Montemurro, nell'ambito di una maxi-inchiesta che abbraccia le province di Napoli e Salerno.
A mettere gli occhi sul risanamento del fiume Sarno ci sarebbero non solo i clan stabiesi dei D'Alessandro e Cesarano, ma anche microgruppi casertani, vicini ai Casalesi. E le indagini accendono i riflettori su alcune ditte che stavano curando la pulizia del fiume, provenienti proprio dalla provincia casertana. Una bonifica flop, costata centinaia di milioni di euro, e che avrebbe arricchito (secondo le testimonianze dei pentiti) diversi clan camorristici campani.
Una tesi che è stata rafforzata anche dalle dichiarazioni di Vincenzo Procida, un altro pentito del clan Cesarano morto 10 anni fa in un incidente stradale definito "misterioso" dagli stessi magistrati. Dichiarazioni che sono state rese pubbliche soltanto poche settimane fa, e che facevano luce sul business Sarno. A partire dalle estorsioni perpetrate dai D'Alessandro e dai Cesarano nei confronti degli imprenditori, con l'obiettivo di far lievitare i costi delle opere. «Procida - scrivono i giudici della Corte d'Appello di Napoli in una recente sentenza sulla camorra stabiese - ha dichiarato comunque che con Giuseppe Verdoliva (alias Peppe autista, esponente di spicco dei D'Alessandro ucciso nel 2004 mentre si recava al lavoro) avevano avuto problemi anche loro dal gruppo Cesarano, in quanto costui prese le quote per l'estorsione sui lavori del fiume Sarno, ma non consegnò loro la quota che gli spettava».
Sugli aspetti politici della vicenda, invece, sono intervenuti ieri ai nostri microfoni il capogruppo PD in consiglio comunale Mario Casillo ed il commissario cittadino di Forza Italia, Antonio Sicignano. Interventi i loro che hanno certamente fatto chiarezza sulle competenze, responsabilità e soluzioni per trasformare il Sarno da problema a risorsa per tutta l’area stabiese e relativo hinterland.
Nel primo giorno d’estate, il Parco è stato restituito ai cittadini con l’esibizione degli studenti del Severi, Di Capua e Bonito-Cosenza per la Festa della Musica. Il sindaco: «Lo abbiamo fatto con le scuole, le associazioni e tanta gente. Ora avanti verso il recupero delle acque»