Juve Stabia
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Vespa ... for love, questo mese è la signora Burrai

La protagonista di questo nuovo appuntamento è Anna Paola Doro, moglie del centrocampista sardo Salvatore Burrai.

tempo di lettura: 18 min
di Serena di Capua
13/03/2015 13:32:49

Nuovo appuntamento con la rubrica "Vespa...for love". La protagonista di queste mese è Anna Paola Doro, moglie del centrocampista sardo Salvatore Burrai. Arrivato a Castellammare durante il mercato invernale, per dar man forte alla linea mediana e garantire maggior scelta a mister Pancaro, il calciatore ex Monza, si è subito inserito negli schemi del tecnico cosentino ma non è riuscito a dimostrare nelle prime apparizioni con  la maglia gialloblù le sue grandi qualità tecniche, palesando una condizione fisica non ottimale. Il calciatore classe 87', non ha avuto un grande impatto con la realtà stabiese, commettendo in campo qualche errore di troppo in fase di copertura, come in occasione della partita di Coppa contro il Cosenza, durante la quale si rese protagonista di un passaggio folle a Calderini da cui nacque il gol vittoria per gli ospiti. Ma questo non l'ha scalfito perché un vero campione è colui che lotta anche quando tutto sembra finito, prendendosi la rivincita nel derby contro la Paganese, diventando uomo assist per il gol vittoria di Jidayi. Uno score ottimo, destinato a migliorare nel corso della stagione. Già a Messina si è rivisto un giocatore rinato con una buona visione di gioco, abile nello smistare la sfera e di assecondare i movimenti degli esterni. Insomma, da qui in poi, Pippo Pancaro potrà contare su un elemento ritrovato capace di dettare idee e lanciare i suoi compagni a rete. Ma com'è Salvatore Burrai al di fuori dal campo di calcio? A svelarci qualche lato inedito del centrocampista nativo di Sassari  è la sua dolce metà.  Anna Paola ha 28 anni, sarda come lui, nativa di Quartu Sant'Elena in provincia di Cagliari. E' una donna allegra, solare, simpatica ma anche molto timida e riservata. Per amore è disposta a tutto, infatti dopo aver conosciuto Toto, come lo chiama lei nel privato, ha lasciato gli studi, la famiglia e le amiche per stargli accanto e trascorrere  i suoi giorni insieme al suo compagno di vita.

Anna Paola, come è stato il vostro primo incontro?

"Ci siamo conosciuti durante una serata in discoteca. Il nostro fu un incontro casuale e senza molta importanza, ci scambiammo i numeri di telefono e da lì in poi iniziammo a frequentarci. La nostra è stata una lunga conoscenza perché eravamo ancora troppo piccoli, entrambi diciannovenni, alle prese con le prime esperienze sentimentali, quindi preferimmo andare con calma prima di rendere ufficiale il nostro amore. È stato tutto un crescendo. All'inizio la distanza mi preoccupava ma poi il nostro rapporto si è fortificato sempre di più. All'epoca studiavo Scienze dell'Educazione e della Formazione all'università di Cagliari quindi per me non era facile seguirlo nei suoi spostamenti ; poi l'idea di lasciare la mia città, la mia famiglia e le mie amiche non mi entusiasmava. Detestavo l'idea di essere sballottata da una città all'altra rinunciando ai miei sogni. Ma poi  ascoltando il mio cuore, ho preso la decisione di abbandonare la Sardegna e di seguire il mio grande amore".

E' stato per entrambi un colpo di fulmine?

"No, per nessuno dei due. Io sono una ragazza un po' atipica rispetto alle altre, cioè non mi faccio trasportare troppo dall'emozioni. Però non nascondo che quando l'ho visto mi è subito piaciuto e avevo molta voglia di conoscerlo.  I suoi occhi mi tolsero il respiro, ma feci finta di niente e continuai a godermi la serata con le mie amiche. Mi colpirono di lui, a primo impatto,  la dolcezza , la semplicità e  la serenità che mi trasmetteva, ma non posso dire di essermi innamorata già dalla prima serata. I miei sentimenti sono maturati col tempo".

 

Dove e quando vi siete sposati?

"Ci siamo sposati  il 27 dicembre 2012 nel suo paese, Orosei, un posto incantevole e caratteristico con le sue numerose architetture e il suo meraviglioso golfo fatto di acque cristalline. Un luogo affascinante e molto romantico, perfetto per coronare il nostro sogno d'amore. Quando apponemmo la firma sulla documentazione richiesta per il rito civile, fummo consapevoli del fatto che da lì in poi qualsiasi difficoltà la vita ci avesse riservato, l'avremmo facilmente superata grazie al nostro immenso amore. Quello fu solo il primo passo per iniziare a rendere meravigliosa la nostra vita. Il nostro desiderio però è quello di sposarci in chiesa per giurarci amore eterno davanti a Dio. Lo faremo un giorno quando avremo un bambino, così da poter festeggiare due eventi importanti della nostra vita nello stesso giorno, come il matrimonio e il battesimo.  Quella giornata fu comunque indimenticabile ed emozionante dove tutto filò liscio e nonostante l'intenzione era quella di fare una festa riservata a pochi intimi, ci furono invece più di cento persone a rallegrare ancor di più l'atmosfera". 

 Ricordi la proposta di matrimonio?

"La proposta di matrimonio è un momento emozionante tanto atteso e sognato da ogni donna, la più romantica dichiarazione d'amore. Per natura gli uomini hanno maggiore difficoltà rispetto alle donne ad esternare i propri sentimenti e lui fa parte di questa categoria. Non è affatto un tipo romantico. Premetto che decidemmo insieme di sposarci perché entrambi avevamo voglia di ufficializzare il nostro rapporto, malgrado ciò desideravo un piccolo sforzo da parte sua. Così mi impuntai e pretesi l'anello con tanto di dichiarazione. Quell'anno eravamo a Latina e lui acquistò in una gioielleria del posto quell'anello tanto agognato senza badare però alla misura. Così lo riportò indietro per farlo stringere, ma intanto i giorni passavano e dell'anello nemmeno l'ombra. A quel punto pensai che l'avesse rivenduto o che addirittura avesse cambiato idea fino a quando non arrivò il giorno della sua vera proposta di matrimonio. Eravamo in Sardegna per organizzare il ricevimento per il matrimonio e lui con una scusa mi portò al mare e in quel momento mi infilò l'anello al dito e mi disse con molta semplicità e con parole sincere quello che aveva nel cuore. Quelle parole e quel gesto mi fecero sentire amata come non mai".

 

Com'è Salvatore Burrai nella vita privata?

"È una persona eccezionale,  non potrei dire il contrario. Salvatore è molto maturo, responsabile, umile e professionale s' impegna con grande passione e dedizione per realizzare i suoi sogni. Quando ha ottenuto risultati importanti non si è mai montato la testa, rimanendo sempre con i piedi per terra. Poi mi fa sempre ridere, anche se a volte esagera così tanto da farmi infuriare. Un'altra cosa che non sopporto di lui è il suo essere tremendamente  disordinato".

E' un tipo romantico? Ti ha mai fatto una sorpresa per un compleanno o per una cosa che non aspettavi?

"No, non è molto romantico però mi ha sorpreso più di una volta. Mi organizzò una super sorpresa quando eravamo ancora a Latina. Era il giorno del mio compleanno e come regalo mi fece arrivare dalla Sardegna la mia migliore amica. Di mattina con una scusa banale Salvatore scese di casa per andare all'aeroporto dove c'era la mia amica ad aspettarlo mentre io, all'oscuro di tutto,  portai il nostro cane a fare una passeggiata.  Al mio rientro sentii dei rumori strani e inizialmente mi spaventai tanto perché ho il terrore dei ladri e quando vidi un'ombra urlai dalla paura e mi misi addirittura a piangere,  impaurita dallo spavento e non dalla gioia di rivederla. Ma poi tutto passò perché fu una cosa inaspettata, ero felicissima di riabbracciare una cara amica che da tanto non vedevo.  Ma le sorprese non finirono lì. Di sera con il pretesto di passare al centro per raggiungere mia sorella alla stazione ci fermammo in un locale a Roma dove mi organizzò  una festa meravigliosa. Insomma quando si mette in testa di fare una cosa ci riesce e anche alla grande".

Vi siete trasferiti da Monza a Castellammare, che impatto avete avuto con la città?

"Molto positivo, a me è sempre piaciuta l'idea di vivere al sud dove il clima è più mite e la gente è più affettuosa a differenza del centro nord. A Monza abbiamo vissuto una situazione difficile e drammatica non riuscendo a familiarizzare con l'ambiente, accusando la crisi societaria che affliggeva da tempo il club. I dirigenti non pagavano gli stipendi ai tesserati da tempo e noi senza risorse economiche eravamo allo stretto privi di fare anche una passeggiate in pieno centro a Milano e dunque sapevamo che il nostro soggiorno in terra lombarda sarebbe durato poco. Poi quando è arrivata la proposta di approdare a Castellammare ero felicissima di cambiare aria e di trasferirci in una città di mare. Nonostante i  pregiudizi ho sempre pensato che al sud ci siano tutti i presupposti per vivere degnamente. Ma al di là di tutto non metto mai lingua sulle sue scelte, il suo lavoro prima di tutto.  Fino ad ora le città dove abbiamo alloggiato  sono sempre state di mio gradimento, ma in caso contrario, posso anche ritornare a casa e trascorre un periodo di vacanza, facendomi coccolare dai miei genitori. A parte gli scherzi a me piace l'idea di cambiare posto e di fare nuove amicizie. Quando riesci a creare un gruppo di amiche senti di meno il disagio e la mancanza dei tuoi cari e tutto diventa più armonioso e divertente, riuscendo a svagarti e a divertirti godendo le bellezze del posto".

 Cosa fate solitamente nel tempo libero?

"Il tempo libero lo trascorriamo principalmente in compagnia di amici. Da quando siamo arrivati a Castellammare stiamo sempre insieme ai compagni  di squadra con le fidanzate organizzando cene a casa o fuori. Amiamo visitare tutti i luoghi caratteristici delle zone limitrofe. Prima d'ora ero stata solo al centro di Napoli e non avevo avuto il tempo  di girare per le sue provincie che sono meravigliose e suggestive ricche di bellezze naturali. Quando abbiamo la possibilità ci piace fare anche delle lunghe passeggiate con il nostro cane, un bigol di 6 anni che viaggia con noi e da cui non ci separiamo mai. Per il momento è il nostro bambino. Però non sempre riesco a convincere Salvatore ad uscire di casa perché ama troppo il calcio e spesso e volentieri preferisce restare sul divano a seguire le partite in tv.  E' un'abitudine che detesto molto perché poi mi tocca seguirle anche contro voglia".

In casa chi cucina?

"Sono io la cuoca di casa. Lui fa poco e niente, non si applica minimamente. Sto cercando in tutti i modi di istruirlo almeno sulle cose più semplice ma non lo vedo proprio portato per stare tra i fornelli. Poi si culla sul fatto che sono io a provvedere per i pasti e quindi mi lascia il campo libero senza mettere lo zampino.  Di conseguenza sono un po' egoista, cucino solo le pietanze che piacciono a me. E' fortunato perché abbiamo gli stessi gusti altrimenti avrebbe digiunato tutti i giorni. Lui non ha molte preferenze, mangia un po' di tutto seguendo però un'alimentazione abbastanza ferrea per il suo lavoro. Difficilmente sgarra, mangia sempre alimenti leggeri come la bresaola, pasta in bianco, carne, comportandosi da vero professionista come giusto che sia. Solo dopo una gara gli capita di mangiare qualcosa di più elaborato ma sempre senza esagerare".

 

Ti aiuta nelle faccende domestiche?

"No, assolutamente. Il suo compito in teoria sarebbe quello di apparecchiare e sparecchiare la tavola, poi nient'altro, non muove più un dito. Il discorso, invece, era diverso quando stavamo a Cagliari. In quel periodo lavoravo per cui era  costretto a fare di necessità virtù e di occuparsi lui della casa in mia assenza. Adesso invece approfitta del fatto che io non ho altri impegni facendomi  sbrigare le faccende domestiche da sola".

Prima di conoscere Salvatore, eri già appassionata di calcio?

"Sì, ho sempre seguito il calcio da quando ero bambina. E' stata mia sorella maggiore a trasmettermi questa passione ed insieme andavamo spesso allo stadio, in curva a tifare per il Cagliari. Una volta mi capitò di andare anche al San Siro per assistere al match Milan-Cagliari, un'emozione indescrivibile. Questo sport mi ha sempre affascinato a prescindere da lui e nel mio piccolo penso di essere anche abbastanza competente a furia di sentire commenti vari. Anche se Salvatore non è dello stesso avviso,  io sono convinta di essere brava nel leggere le azioni, infatti quando vado allo stadio sono l'unica tra le ragazze ad esprimere un giudizio sull'andamento del match e di trarre un'analisi accurata. Ma se prima tifavo Cagliari ora tifo solo per mio marito. Da quando ho conosciuto lui la mia passione per il calcio si è ristretta alla squadra in cui gioca, infatti quest'anno porto nel cuore solo i colori gialloblù".

Segui le partite da casa o dagli spalti?

"Quando gioca in casa sono sempre allo stadio, non faccio mai mancare il mio supporto. Quest'anno non ho avuto ancora la possibilità di andare in trasferta. Ma appena sarà possibile cercherò di organizzarmi per quelle più vicine insieme con le altre ragazze. Mi piace sostenerlo dal vivo e poi so che lui ci tiene tanto a sentirmi vicina. Dopo la brutta esperienza vissuta a Monza, adesso più che mai ha bisogno di me e del mio incoraggiamento. Non per puntare il dito contro la tifoseria di Monza ma la differenza con quella di Castellammare si nota tanto. Al Nord il calcio non è molto seguito. Ricordo che a Monza lo stadio era sempre deserto;  ci  fu il pienone solo in occasione del derby dopodiché era una tristezza. Al Menti invece si respira un'aria diversa, il pubblico è  agguerrito e motivato ad incitare a squarciagola i propri beniamini fino all'ultimo secondo. Quando metti piede in uno stadio del genere ti viene la pelle d'oca e ti emozioni solamente ad ascoltare i tifosi cantare. Gli abitanti del sud vivono il calcio a 360 gradi".

 

Sposare un calciatore è un vantaggio?

"No, io ho sposato Salvatore per la sua persona e non per la sua professione. Quando l'ho conosciuto era all'inizio della sua carriera calcistica quindi poteva andare avanti ma anche smettere all'improvviso, perché non tutti hanno la fortuna di diventare dei campioni e di farsi strada. Mi sono innamorata di lui per i suoi pregi e difetti e non perché lui fosse un calciatore. Spesso penso che avrei preferito di  gran lunga che avesse intrapreso un altro lavoro così sarei rimasta nel mio paese natale vicino alla mia famiglia e magari avrei continuato gli studi. Per me il lavoro del calciatore è un mestiere come tutti gli altri. Che lui nella vita giochi a calcio non è un valido motivo per vantarmi davanti agli altri perché per me resta un ragazzo semplice. Salvatore, infatti è una persona normale e umile che porta sempre nel cuore le sue origini. E quando rientra nel suo paese non si dimentica mai dei suoi amici d'infanzia. Durante questi anni non si è mai montato la testa. E' sicuramente un lavoro che ti da' e ti toglie tanto come può esserlo qualsiasi altro".

Commentate insieme i risultati delle partite?

"Si sempre, sono molto critica nei suoi confronti. Se sbaglia qualcosa sono la prima ad attaccarlo, non gliela faccio passare liscia. Questo mio atteggiamento da una parte gli fa piacere, dall'altra lo rammarica perché mi rendo conto che a volte esagero. Però il suo segreto è quello di riconoscere i propri errori e di essere il primo critico di sé stesso per migliorarsi giorno dopo giorno, in modo da sentirsi più sicuro dei propri mezzi e di non avere  più paura del confronto con gli altri. Ciò è successo anche qua a Castellammare dove i tifosi  l'hanno bersagliato soprattutto durante la partita di Coppa Italia quando commise un paio di ingenuità e di errori banali, che misero in serie  difficoltà la squadra. Ricordo che a fine gara era molto giù di morale perché sapeva di aver sbagliato. Lui è fatto così, somatizza tutto quello che accade in campo nel bene o nel male. Se le cose non girano nel verso giusto va proprio in crisi, il suo umore cambia improvvisamente. Sembra d'un tratto un'altra persona.  Questo perché Salvatore ci tiene tanto al suo lavoro e ha tanta voglia di disputare un gran campionato con la maglia della Juve Stabia per regalare una gioia alla società che ha sempre creduto in lui. Non per prendere le sue difese, ma credo che lui inizialmente abbia pagato la brutta situazione che ha vissuto a Monza, dove era rimasto fermo ai box per molto tempo. Per lui non è stato semplice ripartire ed ambientarsi  un nuovo gruppo ormai già amalgamato. Ha dovuto sudare il doppio per farsi spazio e per integrarsi ai nuovi schemi tattici".

E' una persona scaramantica? In campo porta con sé un portafortuna?

"No non è una persona scaramantica. L'unica cosa che fa prima di una partita è quello di ascoltare la musica per caricarsi e concentrarsi per dare il meglio di sé  in campo. Gli piace ascoltare qualsiasi genere di musica: passa da una canzona italiana a quella straniera per finire con la hit del momento.  Non ha un artista preferito".

Salvatore ha un idolo a cui si ispira?

"Tifa Cagliari e simpatizza per l'Inter ma il suo idolo è sempre stato Andrea Pirlo per il suo modo di giocare e per le sue caratteristiche".

Cosa gli auguri per la sua carriera?

"Gli auguro che sia sempre contento,  sereno e soddisfatto  per quello che fa. L'obiettivo a cui ambisce è sicuramente quello di vincere un altro campionato. Ha già assaporato questa gioia con la maglia del Latina e vorrebbe sicuramente bissarla con un'altra squadra. Quell'anno fu un idolo per la tifoseria laziale. A Monza invece è stato cacciato via come un cane bastonato. Nel calcio purtroppo non esiste la riconoscenza. Lui merita di essere ripagato per i tanti sacrifici che fa quotidianamente, è un professionista serio:  va a letto presto , mangia poco, conduce una vita tranquilla. Al di là dei risultati in campo, gli auguro di avere sempre il sorriso sulle labbra".

 Come vedi la sua vita una volta appese le scarpette al chiodo?

"Secondo me un giorno potrebbe diventare un bravo allenatore  perché è troppo innamorato del calcio e non credo che riesca ad allontanarsi del tutto da questo mondo. Addirittura possiede un quadernino dove ha annotato tutti i suggerimenti e i consigli che, in questi anni,  gli hanno dato i suoi allenatori. Salvatore ha avuto la fortuna di conoscere lungo il suo cammino uomini di calcio come Zeman, Pecchia, Novellino, allenatori di spessore che gli hanno insegnato tanto sia a livello umano e sia a livello professionale. Ma alla fine qualsiasi cosa lui decida di fare è relativo, l'importante è che restiamo sempre insieme felici e contenti. Poi se non farà più parte del calcio, fa niente, resterà una bella parentesi".

Anna Paola prima di salutarci, fai un augurio speciale alla Juve Stabia e un saluto ai suoi tifosi?

"Il mio motto è : "Non succede ma se succede...".  Niente è ancora stabilito, la palla è rotonda e tutto può cambiare. Molte persone sono negative e pessimiste per il rendimento della squadra, invece bisogna guardare avanti sempre col sorriso, senza arrendersi alle prime difficoltà.  Nel calcio nulla è dato per scontato.  A volte basta poco per risalire la china. Ai tifosi dico di crederci fino alla fine e di rimanere vicini alla squadra. Solo restando tutti uniti possiamo toglierci delle grandi soddisfazioni".

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